Ticino

Manovra, le prime reazioni sono freddissime

Ecco che cosa pensano i principali partiti delle misure proposte dal Governo
©Gabriele Putzu

Da un lato, l’appello del Consiglio di Stato in corpore: «Serve la collaborazione di tutti». Dall’altro, la reazione freddissima (eufemismo) da parte dei i principali partiti ticinesi. I quali criticano il Preventivo 2024 e annunciano battaglia. Riassumendo, la strada che porterà la proposta del Governo sui banchi del Gran Consiglio sarà lunghissima. Tanto che alcuni dicono senza mezzi termini che no, il messaggio non potrà essere votato entro l’anno. Già, ma quali sono le principali criticità che i partiti hanno individuato? Per il PLR, «il primo pacchetto di misure presentato dall’Esecutivo è decisamente problematico». «Le misure che colpiscono il ceto medio e i giovani sono indifendibili», taglia corto il presidente liberale radicale Alessandro Speziali. «Ci sono spese inevitabili, d’accordo, ma altre bisogna posticiparle. Si tratta di dare ossigeno alla popolazione, in particolare a quel ceto medio che si sente stretto nella tenaglia dei rincari in ogni settore». Per Speziali, «abbiamo chiesto più volte allo Stato di avere il coraggio di intraprendere misure strutturali. Se le risorse venissero gestite meglio, si potrebbe permettere all’economia di continuare a crescere. Di riflesso, anche le casse pubbliche potrebbero godere di maggiori entrate». Per il presidente del PLR manca dunque «una prospettiva chiara. Quali sono le previsioni a medio termine? Siamo in una situazione di eterna contingenza».

Più critico il capogruppo UDC Sergio Morisoli, «padre» dell’omonimo decreto. «Il Governo ha perso due anni di tempo per fare vere riforme», attacca. «La manovra è un mezzo disastro a livello di metodo e un disastro nei contenuti. Come si può ragionevolmente pensare di rientrare di oltre 130 milioni in un solo anno? È un’utopia». Per il deputato democentrista, «il Governo sa benissimo che non può portare a casa questo risultato. La proposta è insostenibile. I numeri presentati sulla carta quadrano, tuttavia non trovano riscontro nella realtà. Non in così poco tempo». Secondo Morisoli, difficilmente il Preventivo potrà essere votato dal Parlamento entro dicembre. «Ci sarà un lungo ed estenuante negoziato durante tutto l’anno prossimo: è evidente lo scollamento fra tempistiche e contenuti del messaggio».

«Abbiamo votato il Preventivo 2023 e un decreto che chiedeva una revisione seria della spesa, ufficio per ufficio», chiarisce da parte sua il presidente del Centro Fiorenzo Dadò. «Solo così si potevano individuare le priorità e gli eccessi. Ma questo esercizio non è stato minimamente fatto». Riguardo al messaggio presentato dal Governo, Dadò aggiunge che «non contiene nessuna misura strutturale, eppure ci sono tagli lineari un po’ ovunque. Non è quello che ci attendevamo. Questo è un preventivo frutto del decreto Morisoli, sostenuto in aula da UDC, Lega e PLR. Gli stessi partiti che ora dovrebbero andare di fronte ai cittadini a spiegare come mai, invece di aiuti a fronte dei rincari, riceveranno una bastonata».

Correttivi alla manovra vengono suggeriti anche dalla Lega: «Questi 133 milioni vanno nella direzione del risanamento, ma devono concentrarsi sugli eccessi di spesa, come chiesto dal popolo», spiega il deputato Michele Guerra. «Ora, come gruppo analizzeremo le misure e non escludo che le si possa correggere o che si possa proporne altre». Detto ciò, Guerra ricorda pure che «negli ultimi 10 anni la spesa è aumentata di 1 miliardo, e questo fa ben capire quanto sia ampio il margine per tagliare gli eccessi». Senza dimenticare, rammenta il leghista, «che abbiamo preso un impegno con il popolo». Più nel dettaglio, la stessa Lega in un comunicato ha fatto sapere di approvare «le misure di risparmio che interessano l’amministrazione cantonale e il personale». Allo stesso tempo, però, ha chiarito di essere «contraria ad ogni forma di aumento di imposte, tasse o balzelli».

«Inaccettabile»

Non meno critico il fronte progressista. Il Partito socialista parla di «manovra inaccettabile» in quanto va a colpire soprattutto chi percepisce i sussidi di cassa malati e i dipendenti pubblici. «La riduzione dei premi di cassa malati peserà in maniera marcata sul ceto medio», aggiunge il PS. Le misure di risparmio toccheranno anche gli enti sussidiati: «Ci troviamo di fronte a un preventivo sbilanciato, che propone di tagliare su chi ha bisogno e non agisce in maniera proporzionale sulle entrate». Intanto - prosegue il PS – in Parlamento si discute una riforma fiscale che propone diverse misure di sgravio fiscale a favore dei ceti più abbienti. «Tagliare sui più fragili e sgravare i più benestanti sono le priorità di questo Consiglio di Stato». Il PS ribadisce pertanto la sua contrarierà alla riforma fiscale: «Valuteremo se lanciare referendum contro la riforma fiscale se verrà mantenuto lo sgravio lineare alle fasce più benestanti e contro singole modifiche di legge contenute del preventivo, in particolare contro i tagli ai sussidi di cassa malati».

«Il fatto di nascondersi dietro ai limiti imposti dal freno al disavanzo e dai decreti non giustifica l’atteggiamento poco coraggioso del Governo che ha preferito incidere nella carne viva», commenta dal canto suo la co-coordinatrice dei Verdi Samantha Bourgoin: «Con questa manovra si va infatti a toccare la sanità, la socialità, la cura degli invalidi e dei nostri anziani. Anziché dare il buon esempio investendo nella società, lo Stato fa il contrario. In politica occorre una sintesi tra le parti, ma questo messaggio dell’austerità non fa rima con gli sgravi fiscali che invece vengono propugnati ogni anno».

Cosa ne pensano sindacati ed economia

«La misura più pesante per il personale è sicuramente il mancato riconoscimento del carovita», commenta dal canto suo il segretario della VPOD Raoul Ghisletta. «Questa misura inciderà su tutti i dipendenti, compresi i docenti, ma anche sul para-pubblico». Al mancato riconoscimento del carovita, si aggiunge poi un taglio salariale del 2% per la parte eccedente i 60 mila franchi. Sul mantenimento degli scatti salariali deciso dal Consiglio di Stato, Ghisletta invece taglia corto: «Dopo l’introduzione della scala salariale su 24 anni, sarebbe impensabile bloccarne gli aumenti». Fortemente critico anche il sindacato OCST: «Il Governo mostra scarsa fantasia nel proporre misure strutturali di contenimento della spesa», commenta Lorenzo Jelmini. «Ancora una volta usa il personale come salvadanaio, andando a colpire sia le fasce più deboli della popolazione, sia le prestazioni in ambito sociosanitario». Secondo il sindacalista, le ricadute di questi tagli alle prestazioni si rifletteranno tanto sui servizi alla popolazione quando sui dipendenti stessi. «Dipendenti che da anni attendono una rivalutazione contrattuale a fronte di un carico di lavoro crescente».

Da ultimo l’economia: «AITI registra favorevolmente il fatto che gli investimenti non siano stati sostanzialmente toccati». Per il direttore Stefano Modenini, tuttavia, «è chiaro che per sostenere la strategia di sviluppo economico che dovrà essere attuata nei prossimi anni, gli investimenti per rafforzare la competitività delle aziende e la formazione scolastica -professionale dovranno essere aumentati». D’altro canto, Modenini osserva che «ancora una volta siamo confrontati con una crescita (anche se contenuta) della spesa corrente. Per fortuna esistono dei meccanismi che costringono lo Stato a tirare la cinghia. Per noi esiste un’unica strada per risanare le finanze pubbliche: risparmiare sulla spesa e, soprattutto, creare sviluppo economico per incrementare pure i gettiti fiscali».

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