«Mentre i terreni persi aumentavano Berna dov'era?»
«Nonostante in corso di procedura l’Unione contadini ticinesi (UCT) sia stata molto disponibile con le Ferrovie riconoscendo loro gli sforzi fatti per la ricerca di superfici SAC da compensare, ad oggi la ricorrente non dispone della certezza che la compensazione integrale dei terreni agricoli pregiati consumati per la realizzazione del nuovo stabilimento ferroviario avverrà e la relativa tempistica». L’edificazione delle Officine FFS di Castione comporterà il sacrificio di 88.000 metri quadrati di Superfici per l’avvicendamento delle colture (SAC, appunto), categoria nella quale rientrano i migliori sedimi in Svizzera per l’agricoltura.
Delusi ma sicuri
Scontata la delusione dell’UCT per la perdita e la relativa richiesta di trovare fondi sostitutivi all’altezza. Ciò che le Ferrovie hanno fatto (individuandoli a Bellinzona, Camorino, Preonzo, Iragna e Biasca), ma allo stato attuale non c’è nulla di sicuro. Tanto più alla luce del ricorso al Tribunale amministrativo federale del Municipio di quest’ultimo Comune contro l’approvazione dei piani del moderno stabilimento. Il Borgo chiede di rinunciare ai 26.000 metri quadri scelti per non pregiudicare la crescita del «suo» Polo di sviluppo economico. I contadini - contrariamente, e immaginando che l’ente locale rivierasco avrebbe mostrato il pollice verso alla licenza edilizia rilasciata dall’Ufficio federale dei trasporti (UFT) il 15 novembre scorso - esigono delle garanzie. Anche loro si sono appellati ai giudici di San Gallo.
«Nessuno è stato informato»
La questione è importantissima. Basti ricordare che l’UFT ha chiaramente messo nero su bianco che le Ferrovie «dovranno realizzare il compenso SAC entro la messa in esercizio» del sito produttivo. Ossia al più tardi all’inizio del 2027. L’Unione contadini biasima innanzitutto, nel ricorso di sei pagine che il CdT ha potuto leggere, il fatto che gli ettari di superficie che andranno persi siano «aumentati man mano» che la procedura avanzava; passando da 8 a 8,6. Mal si comprende, rileva l’UCT, come tale incremento «ingiustificato sia potuto avvenire» senza che l’Ufficio federale dei trasporti «battesse ciglio e chiedesse ragguagli alle FFS». Non solo, nemmeno chi fin da sempre si oppone alle future Officine è stato informato. «Tale agire costituisce una violazione del diritto federale», in particolare quello di essere sentito. Ed è altresì in contrasto, aggiunge l’UCT, con le votazioni del 2017 (sicurezza alimentare, modifica della Costituzione federale) e del 2021 (sovranità alimentare, modifica della Magna Charta cantonale). I contadini, secondariamente, pur comprendendo la rilevanza dell’innovativo impianto delle FFS da 580,5 milioni, se la prendono ancora con l’Ufficio federale dei trasporti «reo», a loro dire, di non aver accertato i «fatti per poter decidere sulle censure sollevate» dalla stessa UCT.
Il conflitto pianificatorio
E qui arriviamo ai terreni del Patriziato individuati a Biasca, sulla bocca di tutti in queste ore: «In corso di procedura è emerso il conflitto pianificatorio tra il Comune e il Cantone riguardo alla zona industriale biaschese inserita a livello comunale nel Piano regolatore e a livello cantonale nel Piano direttore quale Polo di sviluppo economico (PSE, dal 2019; n.d.r.)». A porre l’accento sul problema è stato il Municipio del Borgo lo scorso giugno, altrimenti nessuno se ne era accorto, rincara la dose l’UCT. Esplicativo, secondo i contadini, è il parere dell’Ufficio federale dello sviluppo territoriale (ARE) del 10 agosto scorso: «In considerazione del fatto che le superfici in questione sono ad oggi azzonate quale zona di lavoro, l’ARE ritiene che sussista un conflitto pianificatorio. Se l’UFT dovesse voler procedere con questa compensazione SAC, il Cantone dovrebbe a nostro avviso innanzitutto verificare le implicazioni che questo cambio di destinazione avrebbe sia sul PSE che a livello di Piano direttore».
Qualcuno dica qualcosa
A detta dell’UCT né il Cantone né Berna hanno finora specificato le modalità con le quali avverrà l’eventuale cambio di destinazione di quei fondi di quasi 3 ettari. «Il conflitto pianificatorio tra il Comune di Biasca e il Canton Ticino non è stato risolto» con l’approvazione dei piani delle Officine. I contadini auspicano dunque l’annullamento della decisione dell’Ufficio federale dei trasporti di concedere la licenza edilizia alle Ferrovie ed il rinvio dell’incarto «all’istanza inferiore affinché pronunci una nuova decisione relativamente alla determinazione delle nuove superfici SAC di compenso che saranno effettivamente realizzate con indicazione della relativa tempistica».