Lugano

Nido di Pregassona, progetto a rischio

La maggioranza della Gestione è contraria alla convenzione per l’asilo del LIS – Pesa il tradivo coinvolgimento della Commissione di quartiere, che aveva criticato la scelta del terreno per il progetto – «Quel prato ha un’importante funzione aggregativa»
© Città di Lugano
Nico Nonella
21.03.2024 06:00

«Serviamo ancora a qualcosa?» si erano chieste a gennaio le Commissioni di quartiere di Lugano quando, in una lettera sottoscritta da 18 presidenti su 21, avevano lamentato una scarsa considerazione da parte del Municipio rispetto al loro ruolo di tramite tra i cittadini e la Città, in particolare quando si tratta di avanzare proposte o puntualizzazioni sui progetti in cantiere. Il tema è tornato d’attualità proprio in questi giorni, lunedì, quando la Gestione ha bacchettato il Municipio per non aver coinvolto una delle Commissioni di quartiere su uno dei progetti della Città: quello del nido d’infanzia del LIS a Pregassona. Già:se da un lato la Gestione e l’Edilizia hanno dato luce verde senza patemi d’animo a due messaggi per complessivi 18 milioni di franchi (12,3 per Cornaredo Sud e 5,7 per l’impianto del ghiaccio della Corner Arena), altrettanto non si può dire del diritto di superficie trentennale e l’esborso di 48 mila franchi all’anno quale contributo della Città per il citato asilo.

Il prato? Serve

La maggioranza della Gestione – PLR, Centro, UDC, Verdi, Più Donne – ha sottoscritto un rapporto (relatrice Giovanna Viscardi) in cui invita il Consiglio comunale a bocciare il progetto. E questo perché, «pur riconoscendo all’unanimità l’importanza di un ’adeguata offerta di asili nido per la popolazione», non ha potuto «non stigmatizzare l’evidente scollamento dimostrato dall’Esecutivo rispetto alle reali esigenze di spazi aggregativi rivendicati nei quartieri di Lugano». Secondo la maggioranza della Gestione, infatti, «la Commissione di quartiere di Pregassona non è mai stata consultata preventivamente ed ha appreso del progetto al momento della modinatura del terreno, dopo che il Municipio aveva licenziato il messaggio municipale. Ciò, a detta del Municipio, per non perdere i sussidi federali che scadranno a fine 2024». La Commissione era poi stata incontrata «solo nel gennaio 2024».

Ma che cosa ha spinto la Commissione di quartiere a dire di no a questo progetto? In buona sostanza è stata criticata l’area scelta per l’edificazione del nuovo nido, ossia il prato antistante il Capannone di Pregassona (che il Municipio prevede di abbandonare in concomitanza con la realizzazione del nuovo Parco Viarno). Un terreno «utilizzato per eventi importanti come la Festa di Quartiere, la colonia estiva organizzata in agosto dall’Associazione Amélie e dall’Associazione Kreiamoci, oltre alla colonia estiva ViviLugano della Città, al carnevale e ad altre attività sociali». Dal canto suo, la Gestione ritiene che «l’esigenza di edificare un nuovo asilo nido non può andare a discapito dell’unico fondamentale spazio aggregativo di Pregassona» e critica «il tentativo di ridimensionare l’importanza del Capannone e del prato antistante», messi «in contrapposizione con il futuro progetto del Parco Viarno (che prevede la realizzazione di un edificio da destinare ad eventi). Ciò «dimostra poco pragmatismo e realismo nei tempi di realizzazione delle opere pubbliche. È infatti evidente a tutti che la seconda fase di realizzazione del parco non vedrà la luce prima del 2030». Tra le possibile ubicazioni alternative, la maggioranza della Gestione suggerisce per esempio il comparto ex Spohr: «Una pronta demolizione degli edifici di questa area permetterebbe di avere a disposizione il sedime per realizzare da subito un asilo nido pubblico».

L’alternativa

Egualmente critica la minoranza della Gestione, composta da un’insolita «alleanza» tra PS, PC e Lega. Nel rapporto del relatore Andrea Sanvido viene fatto presente che «gli incontri che il Municipio ha avuto con la Commissione di quartiere sono avvenuti purtroppo troppo tardi». Di qui l’auspicio che in futuro «progetti di questa importanza e che vanno a toccare delle zone sensibili vengano innanzitutto condivisi con la popolazione prima di arrivare sui banchi del Consiglio comunale». In ogni caso, la minoranza propone un compromesso: per prima cosa approvare il diritto di superficie e realizzare la struttura ; più avanti (entro la scadenza dei 30 anni) il Municipio dovrà presentare un progetto per la riqualifica del comparto e trovare un’altra sistemazione per il nido.

La reazione

Visti i rapporti di forza emersi in Commissione, appare quantomeno improbabile che lunedì il Consiglio comunale decida di approvare il compromesso del proposto dalla minoranza oppure di dare il via libera al progetto originale. «Fa specie vedere i partiti che si riempiono la bocca con proclami a favore della conciliabilità famiglia e lavoro dire di no per motivi futili e inconsistenti», commenta Lorenzo Quadri, capodicastero Formazione, sostegno e socialità (cui fa capo Lugano istituti sociali). «Il LIS si è messo a disposizione spontaneamente per realizzare questa struttura in tempi più rapidi di quelli dell’ente pubblico, assumendosi rischi e costi nell’ottica di offrire un servizio alla popolazione. Il Municipio aveva individuato nel prato antistante il Capannone un terreno ideale, che per la maggior parte del tempo è recintato e non utilizzato». L’investimento complessivo per il nuovo nido, lo ricordiamo, ammonta a 1,6 milioni di franchi e sarà a carico del LIS, mentre la Città avrebbe contribuito ai costi di gestione. Se il Consiglio comunale si esprimerà contro il diritto di superficie, conclude Quadri, «il LIS si ritirerà in buon ordine e il prossimo asilo nido, della Città, verrà realizzato verosimilmente tra 6-7 anni a Viganello…».

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