Nuvole grigie sul preventivo
C’è un po’ di preoccupazione tra i partiti di Governo sul Preventivo 2023. Come da prassi, martedì mattina il Consiglio di Stato ha incontrato la Commissione gestione e finanze del Gran Consiglio per presentare e discutere le cifre illustrate ai media in conferenza stampa la scorsa settimana. E, in soldoni, sui conti del prossimo anno (i quali prevedono un disavanzo di 79,5 milioni di franchi), ma pure sulle cifre contenute nel Piano finanziario per il periodo 2024-2026 aleggiano nubi dal colore piuttosto grigio.
Da una parte c’è il PS, che con ogni probabilità – e senza sorprese – presenterà un rapporto di minoranza contrario al documento presentato dall’Esecutivo. Dall’altra ci sono PLR e Lega, che nelle prossime settimane studieranno il documento per porre domande puntuali al Governo. E infine c’è il gruppo del Centro/PPD, il quale durante la seduta ha messo le mani avanti e ufficializzato al resto della Commissione la sua conditio sine qua non per approvare i conti presentati dall’Esecutivo: far fare da un ente esterno all’amministrazione cantonale un’analisi a tappeto dei compiti, delle spese e delle uscite sostenute dallo Stato. «Non dovesse essere così – assicura il presidente del Centro/PPD Fiorenzo Dadò – il gruppo non appoggerà il rapporto di maggioranza».
In qualità di presidente della Gestione, lo stesso Dadò spiega che sì, «evidentemente nei gruppi parlamentari ci sono alcune perplessità sul preventivo». Altrimenti detto: «Sono pochi i commissari che credono si possa ottenere un risultato del genere (ndr. ‘solo’ 79,5 milioni di disavanzo) a consuntivo». E questo per un motivo particolare: a preventivo sono stati inseriti 137 milioni che dovrebbero giungere dalla Banca nazionale svizzera (BNS). Una cifra che difficilmente sarà raggiunta alla luce del risultato negativo della BNS di questi mesi. Un tema che, spiega ancora Dadò, «è stato sollevato durante la discussione con l’Esecutivo». Ma oltre ciò, a preoccupare il presidente della Gestione è pure il fatto che «nel documento non è presente una rotta da seguire per risanare le finanze entro il 2025».
Dal canto suo, la capogruppo del PLR Alessandra Gianella rimarca che non sono gli 80 milioni di deficit previsti per il prossimo anno a preoccupare: «Le preoccupazioni principali riguardano la possibilità che la BNS non versi quanto previsto e soprattutto le prospettive finanziarie per gli anni a venire, dal 2023 in poi». Insomma, per Gianella «la situazione non è sostenibile sul medio termine. E quindi una soluzione va trovata per limitare l’aumento della spesa». E la richiesta del Centro/PPD? «Potrebbe anche aiutare. Ma un’analisi al massimo ci può indicare dove spendiamo tanto e dove invece spendiamo poco. Ma poi, le scelte politiche le dobbiamo prendere noi con il Governo. Non sono scelte che possiamo delegare a un ente esterno. Non vorrei che si pensasse che facendo questa analisi si risolverebbero i problemi finanziari del Cantone. In questo momento a mancare è l’unità tra i partiti per darsi le priorità sui temi da portare avanti».
E sull’utilità della richiesta del Centro/PPD è perplesso pure il capogruppo del PS Ivo Durisch: «Un esercizio simile era già stato fatto nel 2000, aveva avuto un costo non indifferente e aveva prodotto un topolino». E oltre a ciò, sottolinea il deputato socialista, «penso che l’amministrazione abbia già tutti gli strumenti necessari per fare un lavoro di questo tipo. Vedremo quale sarà nel dettaglio la proposta del Centro/PPD e poi valuteremo». Anche se, aggiunge Durisch, «sappiamo bene tutti che cosa è successo: tra il 2017 e il 2019 sono stati fatti 150 milioni di sgravi a fronte di 100 milioni di nuovi compiti. Così hanno creato una voragine. Avrebbero potuto pensarci due volte...» Detto ciò, il capogruppo conferma che con ogni probabilità il PS presenterà un rapporto contrario ai conti presentati dal Governo: «Ne discuteremo domani (ndr. oggi per chi legge) con il gruppo, ma penso che faremo un rapporto di minoranza cercando di inserirvi delle cifre più realistiche». E a questo proposito non lesina una critica all’Esecutivo: «Si sapeva da mesi che l’aumento dei premi di cassa malati sarebbe stato intorno al 10%, ma il Governo non ha previsto un aumento così importante. Lo stesso vale per la BNS e pure per l’inflazione. Con il nostro rapporto, dunque, cercheremo di aggiornare perlomeno quelle cifre che oggi sono già certamente più alte di quelle previste dal Governo».