Ora chiamatela capitale dello sport
«Non è un punto di arrivo, ma piuttosto di partenza». Il concetto è stato ribadito a più riprese, oggi, in occasione della presentazione del progetto di sviluppo strategico volto a trasformare Bellinzona in una città ancora più improntata sullo sport. Certo, perché si tratta di implementare delle misure e di realizzare degli investimenti (il cui importo, chiaramente, non è ancora stato stimato: ma si parla di milioni, ça va sans dire) sull’arco di una decina d’anni, a tappe. L’obiettivo è quello di dar vita ad un campus in tutti i sensi - con fulcro il Bagno pubblico (che verrà rilanciato, forse creando una seconda entrata ed introducendo la riservazione online dei biglietti) e lo stadio Comunale (al centro di uno studio di fattibilità a livello architettonico per il suo ammodernamento) - che avrà nella «Casa dello sport» la vera, importante, novità.
Un complesso la cui ubicazione non è ancora stata definita (se ne saprà di più, forse, fra un mese) che «potrebbe integrare delle camere modulabili da mettere a disposizione delle società locali ed ospiti che necessitano di utilizzare le infrastrutture presenti quali sale conferenze, sala pesi e di rafforzamento e rilassamento muscolare, gli spogliatoi ed altri spazi. Non solo, l’edificio potrebbe altresì accogliere gli organizzatori delle manifestazioni che si svolgono sul territorio», ha specificato il capodicastero Finanze, economia e sport Fabio Käppeli.
C’è unità d’intenti
Lo studio elaborato dall’ente autonomo Bellinzona Sport in collaborazione con la SUPSI, l’Organizzazione turistica regionale Bellinzonese e Alto Ticino (OTR) e l’Ufficio sport cantonale è durato un anno e mezzo. Sono state coinvolte le principali società cittadine (le quali condividono le conclusioni del rapporto), così che si è potuto fare un discorso d’assieme fin da subito. «Ora abbiamo un indirizzo chiaro e delle visioni lungimiranti in grado di orientare le decisioni politiche e gli investimenti dei prossimi anni», ha puntualizzato Fabio Käppeli. Il quale ha aggiunto che la fortuna della Turrita - rispetto ad altre città svizzere - è quella di avere gli impianti sportivi... a portata di mano.
Le infrastrutture si trovano nel raggio di 500 metri, senza dimenticare il Parco fluviale Saleggi-Boschetti in zona Torretta ed il Parco urbano (il cui utilizzo andrà consolidato). Il futuro campus sarà a disposizione delle società cittadine, insomma, ma fungerà altresì da attrattore per quelle nazionali ed estere. Basti pensare che nel 2022 sono state ben 25 quelle che hanno scelto la capitale per svolgere i campi di allenamento o gli stage.
Concorrenza a Tenero? «No»
Capite quindi che - oltre ad impianti all’avanguardia e ad una visione sistemica ed integrata che consideri lo sport pure per il valore sociale che riveste - servono delle strutture ricettive all’avanguardia. E qui arriviamo alla «Casa dello sport». Nelle interviste condotte nel corso dello studio - ha osservato il docente e ricercatore senior Andrea Huber, co-responsabile del bachelor in Leisure Management alla SUPSI - da più parti è emersa la necessità di poter disporre di una struttura alberghiera-ricettiva. Un edificio in grado di «soddisfare i bisogni delle società sportive, quali vitto, alloggio, sala pesi, sale riunioni, eccetera. E che permetterebbe di sfruttare il potenziale attualmente inespresso». Attenzione: non si vuole costruire un’infrastruttura che faccia concorrenza non solo agli hotel della Turrita ma anche, ad esempio, al Centro gioventù e sport di Bellinzona o al Centro sportivo nazionale della gioventù di Tenero. Anzi. Quanto già esiste e quello che dovrebbe essere realizzato (tra il Liceo ed il Parco urbano?) dovranno essere «complementari e sinergici. Ecco perché preferiamo parlare di ‘coopetizione’, dall’unione di cooperazione e competizione».
Il valore sociale e turistico
Il direttore dell’ente autonomo Andrea Laffranchini è in seguito entrato nel dettaglio dell’idea di campus. Una filosofia e non solo un luogo fisico per favorire la condivisione tra le società sportive bellinzonesi, quelle ospiti, la popolazione e i visitatori: «Il nostro atout è la prossimità. Ed è da qui che dobbiamo partire per costruire il futuro. Sono e siamo ambiziosi in quanto crediamo fortemente nel progetto». Che passerà altresì dal rilancio del Bagno pubblico (non a livello infrastrutturale, dato il lifting da 20 milioni tuttora in corso, ma dal punto di vista dell’offerta in tutti i sensi); dal comparto dello stadio, dedicato prevalentemente all’ACB e all’atletica, con il Comunale che verrà ristrutturato a tappe così come fatto con la Schützenwiese di Winterthur (partendo dalle nuove tribune); dall’analisi dei bisogni nei quartieri della Città aggregata, ad esempio realizzando un campo sintetico a Giubiasco; dal consolidamento della collaborazione nella promozione della Bellinzona sportiva con l’OTR.
Il cui direttore Juri Clericetti ha evidenziato che la capitale fungerà da «polo funzionale», valorizzando e promuovendo le offerte ricreative e sportive presenti sul territorio, inteso ben oltre i confini della Turrita. Non solo, verranno lanciati dei pacchetti turistici per ogni target di riferimento.
Le idee sul tavolo
Al momento si tratta soltanto di idee, in ogni modo nello studio sulla Bellinzona sportiva sono stati immaginati anche dei progetti da implementare per sfruttare le ultime tendenze in quell’ambito e a livello turistico. Si va dallo «street workout» (l’allenamento che si svolge nei parchi muniti di parallele, spalliere e sbarre per trazioni) fino all’«hackathon» (un evento che consente di trovare delle soluzioni per migliorare quanto già si fa), passando dall’ipotesi di vestire a tema (sportivo) la Turrita sulla falsariga di quanto si fa, ad esempio, durante il Rabadan ed il periodo natalizio.