Giustizia

Per la soluzione interna al TPC l’opzione per i giudici scade lunedì

Fissato il termine per farsi avanti per il posto di Ermani – Agendato anche un incontro tra la Commissione, il Dipartimento e il Tribunale d'appello
© CdT/Gabriele Putzu
Paolo Gianinazzi
17.01.2025 06:00

Prosegue il complesso iter che nelle prossime settimane o mesi porterà alla nomina di uno o due giudici straordinari (da parte del Governo) e un giudice ordinario (da parte del Parlamento) per il Tribunale penale cantonale. E settimana prossima potrebbe arrivare un passo decisivo. Come confermatoci dal presidente del Tribunale d’appello (TA), Giovan Maria Tattarletti, la procedura in merito al diritto di opzione per i giudici attivi presso il TA (che possono essenzialmente subentrare quale giudice ordinario al TPC, al posto di Ermani, senza passare da un concorso) «è in corso ed entro lunedì prossimo (termine per esercitare la prelazione, ndr) saremo in grado dare indicazioni al riguardo». A quel punto, dunque, si saprà se uno o più giudici attivi nel TA hanno esercitato il loro diritto d’opzione per subentrare a Ermani. E quindi la Commissione giustizia e diritti del Gran Consiglio potrà aprire il relativo concorso: direttamente per il posto al TPC se nessuno si sarà fatto avanti (stando a nostre informazioni dovrebbe essere questo il caso); oppure per il posto lasciato vacante dal giudice che ha esercitato la prelazione.

L'aspetto problematico

Ma non è finita qui. In questi giorni, la stessa Commissione giustizia e diritti e il Consiglio di Stato si sono interfacciati tramite missiva. Ma, come ci spiega il presidente della Commissione, Fiorenzo Dadò (Centro), sempre lunedì prossimo è previsto anche un incontro faccia a faccia a Palazzo delle Orsoline sia con il Dipartimento delle Istituzioni sia con il già citato Tribunale d’appello. Tutto ciò, va da sé, per procedere celermente verso le nomine.

Ma non solo: c’è un altro aspetto che Dadò tiene a precisare e che riguarda la procedura per la sostituzione temporanea degli altri due posti oggi vacanti: il rischio che la nomina di giudici straordinari rappresenti poi una sorta di via preferenziale per diventare giudice ordinario. Sì, perché nella missiva recentemente inviata dal Consiglio di Stato alla Commissione viene spiegato che per la designazione di uno o più giudici supplenti, che spetta al Governo, l’Esecutivo, d’intesa con il Tribunale d’appello, sta «procedendo con le formalità che ci competono per legge» e «l’ottica è quella di designare quanto prima, e in ogni caso entro fine mese, i necessari giudici supplenti tra i professionisti che hanno dato la loro disponibilità e che sono stati ritenuti idonei dall’autorità giudiziaria». E fin qui, tutto bene. L’inghippo sta però nel fatto che, come ha fatto sapere il Governo, questi candidati «hanno esplicitamente espresso l’interesse a inoltrare la loro candidatura per l’eventuale posizione aperta presso il Tribunale d’appello/Tribunale penale cantonale, fatta riserva della facoltà di esercitare il diritto di opzione interno». Detto altrimenti: i candidati che si sono fatti avanti per il posto di giudice straordinario si sono detti interessati anche per quello di giudice ordinario.

Un aspetto che, appunto, Dadò ritiene «particolarmente problematico: se qualcuno che viene nominato ora come giudice straordinario poi concorre quale giudice ‘definitivo’, ciò potrebbe rappresentare una corsia preferenziale rispetto agli altri candidati. Evidentemente non può essere una strada percorribile poiché dobbiamo lasciare a tutti i possibili interessati le medesime chance. A maggior ragione in questo momento particolarmente delicato per la giustizia, ogni cosa deve essere fatta a regola d’arte e con la massima trasparenza». Senza dimenticare che così facendo, se si creasse una via preferenziale, «concretamente ciò significherebbe che quel candidato è stato scelto e nominato dal Governo e non dal Parlamento. Evidentemente non può essere accettato». Insomma, detto in parole povere, per il presidente della Commissione è importante che non si creino corsie preferenziali e dunque che chi concorre per il posto «straordinario» lo faccia solo per quello, restando quindi poi in carica solo per un lasso di tempo determinato, ovvero fino a quando tutta la vicenda dei due giudici destituiti dal Consiglio della Magistratura sarà chiarita dal punto di vista giudiziario.

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