Per l'ecocentro di Magliaso c'è un piano B

L’idea per trovare la quadra era stata avanzata dai referendisti subito dopo il risultato della votazione popolare dello scorso settembre che aveva affossato il progetto municipale per ampliare l’ecocentro di Magliaso. Creare cioè una commissione ad hoc per capire le criticità legate al sistema di pesatura degli scarti vegetali e di conseguenza come modificare il progetto. Detto, fatto. Il gruppo, composto da due referendisti, un rappresentante del PLR, uno di Lega-UDC, uno di Magliaso Insieme e dal municipale Luca Paltenghi, si è già riunito un paio di volte e sono state portate all’attenzione del Municipio varie idee. Una in particolare è stata vista di buon occhio da tutti, ovvero quella di allinearsi a sistemi già in vigore in altri comuni, come ad esempio Bioggio e Taverne, che utilizzano il servizio «giro verde».
L’erba del vicino...
Il problema di fondo che ha poi portato alla débâcle del progetto municipale, lo ricordiamo, non era tanto lo smaltimento dei rifiuti in se e neppure l’ampliamento dell’ecocentro, piuttosto l’introduzione di un sistema di pesatura dei rifiuti sul quale è stato basato l’intero messaggio municipale con una richiesta di credito di 695.000 franchi. Sistema che per il Municipio avrebbe permesso l’applicazione del principio di casualità e di equità (più inquini più paghi), ma mal digerito dai referendisti (e dal 75% dei cittadini). «Durante gli incontri è stato sottolineato il problema della gestione dei rifiuti vegetali ed è stata individuata un’alternativa sostenuta da tutti, già in vigore a Bioggio e Taverne – ci spiega Patrick Nora, uno dei promotori del referendum –. In breve gli scarti da giardino potranno essere smaltiti all’interno di un bidone (acquistato dal privato) e ritirati dai servizi comunali durante il giorno della raccolta. C’è una buona adesione a questa proposta, ma dovrà ancora essere approfondita».