«Polizia, ora che si fa?»
E adesso che si fa? Si possono riassumere così le numerose reazioni, raccolte in queste settimane, dopo la nostra anticipazione del 20 marzo scorso riguardo alla decisione di Bellinzona di disdire la convenzione per le prestazioni di polizia locale. La comunicazione è giunta inaspettatamente prima di Natale, e non è certo stata un regalo gradito per i Comuni di Arbedo-Castione, Cadenazzo, Lumino e Sant’Antonino, che oggi versano complessivamente 1,5 milioni di franchi. La Città non vuole rinnovare alle attuali condizioni l’accordo in vigore dal 1. gennaio 2018, ossia dopo la nascita della capitale aggregata, e che scadrà alla fine di quest’anno. Ciò significa che il prezzo pro capite di 120 franchi per abitante (importo che, indicizzato, sfiora i 125 franchi) è destinato con ogni probabilità a salire.
Le tre opzioni sul tavolo
Il caso ora diventa politico, in quanto a Sant’Antonino è appena stata inoltrata un’interrogazione. L’hanno firmata i consiglieri comunali del Movimento Ticino & Lavoro (nel frattempo hanno fondato la Lista Civica 6592) Samuele Cozzatti e Dragan Milanovic. Nell’articolo del Corriere del Ticino, affermano, si ipotizzano due scenari per garantire anche in futuro il servizio di polizia. Il primo, il più scontato, è quello che prevede di «proseguire la collaborazione» con il Corpo cittadino «a tariffe diverse da quelle applicate» fino al 31 dicembre 2024 (quando decadrà, appunto, la convenzione quadriennale). La seconda ipotesi è quella di far capo alle prestazioni fornite dalla Polizia intercomunale del Piano (con sportelli a Gordola e Minusio); un’alternativa che però, stando a quanto ci risulta, non piacerebbe al Cantone in quanto si tratta di un altro distretto.
Ipotesi peregrina
C’è poi, a dire il vero, una terza opzione, che pare in ogni modo impossibile che possa realizzarsi. Quale? La creazione di un consorzio formato dai quattro Comuni non aggregati; non c’è tuttavia la contiguità territoriale, se non limitatamente a - rispettivamente - Arbedo-Castione e Lumino e Cadenazzo e Sant’Antonino. Vanno altresì considerati gli aspetti finanziari di una simile scelta, oltre a quelli prettamente organizzativi per dar vita ad una Polizia efficiente e di prossimità.
Le domande
«Quali sono i motivi che hanno portato a formulare la disdetta da parte della Città?», chiedono all’Esecutivo di Sant’Antonino Samuele Cozzatti e Dragan Milanovic. Il secondo interrogativo è legato all’aspetto finanziario, nel senso che i consiglieri comunali vogliono sapere cosa farà il Municipio qualora - come probabile - Bellinzona proporrà un aumento del pro capite: «Si vuole sondare la possibilità di una collaborazione con la Polizia intercomunale del Piano oppure continuare con quella della Città?». Pro capite che, ricordiamo, prima dell’aggregazione era pari a 60 franchi, addirittura di 35 dalla seconda metà degli anni Novanta al 2015.
In conclusione i consiglieri comunali domandano se l’ipotesi di un consorzio a quattro è attuabile. «Quali sono le altre soluzioni ipotizzabili per il nostro Comune?», domandano infatti Samuele Cozzatti e Dragan Milanovic al consesso guidato dalla sindaca Simona Zinniker.
Sotto la lente
Prima della nuova Bellinzona realtà da oramai sette anni (formata, come noto, da tredici ex Comuni della cintura nord e sud) era in vigore un «prezzo politico» (60 franchi pro capite) fissato dalla Città nell’ambito della convenzione di polizia. Dalle condizioni per così dire di favore si è passati, per Arbedo-Castione, Cadenazzo, Lumino e Sant’Antonino che hanno detto no in votazione consultiva all’aggregazione, al costo effettivo (quantificato in 120 franchi) sulla base di dettagliati calcoli. La Polizia intercomunale del Piano - di cui parliamo nell’articolo principale - «serve» invece i seguenti enti locali: Gambarogno, Gordola, Brione sopra Minusio, Minusio, Tenero-Contra, Lavertezzo e Verzasca.