Preventivo, ora la battaglia si sposta in aula
L’intesa tra i partiti di maggioranza sul Preventivo 2024, dopo tanti mesi di animato dibattito, è finalmente arrivata. Ma, va sottolineato sin da subito, più che di una vera e propria intesa sarebbe meglio parlare di un compromesso, volto a poter portare il documento dalla Commissione all’aula del Parlamento, per togliere così la politica dall’impasse attuale. Aula del Gran Consiglio dove poi, a tutti gli effetti, si combatterà la vera battaglia.
Già, perché due dei tre partiti che formano la maggioranza (Centro e PLR) hanno firmato il rapporto con riserva. Ma non solo: tutti e tre i partiti hanno già annunciato (o addirittura già presentato) degli emendamenti che porteranno in aula per modificare quel compromesso e, in ogni caso, nessuno ha espresso particolare soddisfazione per la firma sul rapporto della Gestione.
Insomma, quasi più per senso istituzionale, Centro, Lega e PLR hanno sì fatto tutti almeno un passo indietro e firmato il rapporto. Ma non è detto che quel compromesso sarà poi quello che effettivamente scaturirà pure dal Parlamento. Lo scontro, detto altrimenti, è lungi dall’essere terminato.
Che cosa prevede l’accordo
In sintesi, il compromesso su cui i tre partiti hanno lavorato in queste ultime settimane riguardava due punti in particolare: i sussidi di cassa malati e l’amministrazione cantonale. Ora, sui sussidi di cassa malati l’intesa della Gestione prevede di stralciare i tagli previsti dal Governo per un importo di circa 16 milioni. Semplicemente, questa misura è stata tolta dal preventivo. Tuttavia, su questo fronte la Gestione ha pure inserito una postilla nel rapporto nella quale si afferma che, nei prossimi mesi, nell’ottica di contenere la spesa, la Commissione di concerto con il Governo lavorerà a una revisione del calcolo che stabilisce gli importi dei sussidi.
Sull’amministrazione cantonale, invece, il Governo chiedeva ai dipendenti un «contributo di solidarietà» del 2% per la parte di salario che eccede i 60 mila franchi. Ebbene, dopo vari tentennamenti, il contributo di solidarietà è stato mantenuto. Ma c’è di più: la Gestione, contrariamente al Governo, chiede pure di rendere strutturale (e quindi mantenere almeno anche per il 2024) pure la non sostituzione dei partenti nella misura del 20%. Una misura già effettuata nel 2023 che però il Governo non aveva riproposto. E che ora è stata reintegrata dalla Gestione. A ciò, poi, si aggiunge la medesima misura da applicare anche ai cosiddetti «funzionari ausiliari», ossia il personale dell’amministrazione non nominato.
Detto di questi due fronti, un terzo riguarda la spesa nel settore dell’asilo. Come chiesto dalla Lega, nel rapporto è stata inserita la richiesta al Governo di contenere la spesa in questo settore, facendola coincidere con quanto il Cantone riceve da Berna. Ovvero: il Ticino deve spendere per gli asilanti solo quanto riceve dalla Confederazione.
Tutto ciò, va infine rilevato, per un deficit complessivo di 122 milioni (a fronte dei 95,7 preventivati dal Governo).
Sì, no, forse...
Ora, come si diceva all’inizio, tutte queste misure, con sfumature diverse, sono condivise solo in parte dai tre partiti.
Partiamo dal Centro. Il quale, ad esempio, continua a ritenere inaccettabile il contributo di solidarietà chiesto ai dipendenti pubblici. Non a caso, come spiegato dal capogruppo Maurizio Agustoni, il Centro «anche per senso istituzionale ha deciso di firmare il rapporto con riserva, ma allo stesso tempo ha già presentato un emendamento che chiede di stralciare il contributo». Una misura che, prosegue Agustoni, «riteniamo iniqua». Il Centro, insomma, è favorevole allo stralcio del taglio ai sussidi di cassa malati, ma resta fermamente contrario al contributo di solidarietà.
La Lega, invece, con il capogruppo Boris Bignasca, si dichiara anch’essa soddisfatta per lo stralcio del taglio ai sussidi di cassa malati ma, al contempo, sull’amministrazione cantonale ritiene si possa fare «qualcosa in più», ad esempio bloccando le sostituzioni nella misura del 50% anziché del 20%. E non è escluso che la Lega presenti un emendamento che andrà in questa direzione.
Diversa posizione, invece, per il PLR. Come spiegato dal deputato Matteo Quadranti, «chiaramente non siamo soddisfatti». Ad esempio, sulla questione dei sussidi di cassa malati, i liberali radicali avrebbero preferito mantenere il taglio, smussandolo da 16 a 12 milioni. Su questo fronte, però, Quadranti sottolinea che «perlomeno è stato inserito nel rapporto l’impegno a fare qualcosa entro giugno» per rivedere il calcolo dei sussidi. Sul contributo di solidarietà, invece, il PLR è favorevole al suo mantenimento, ma avrebbe preferito mettere nero su bianco il riconoscimento del rincaro attraverso un contributo una tantum di 400 franchi. Ma su questo punto la Gestione ha preferito lasciare il compito al Consiglio di Stato, che dovrà dunque proseguire le trattative con i sindacati. Anche il PLR, poi, come confermato da Quadranti non esclude di presentare degli emendamenti. Già, perché la critica principale fatta in queste settimane dal PLR agli altri partiti riguardava il fatto che «non fare i compiti oggi significa farli domani», con il rischio di trovarsi un Preventivo 2025 ben peggiore di quello attuale. Ecco perché, su nostra domanda, Quadranti volge lo sguardo al prossimo anno e, anche alla luce del compromesso trovato oggi in Gestione, non nasconde una certa preoccupazione: «La Commissione ha pronta un’iniziativa per promuovere uno studio sul freno alla spesa pubblica. Ma detto ciò, per il futuro la vedo un po’ dura. Perché anche questo accordo è ancora un po’ fragilino. E ci sono ancora delle divergenze». Senza dimenticare un ulteriore dettaglio non da poco. Le misure della manovra del Governo erano pari a circa 130 milioni, dei quali 53 erano di competenza del Parlamento. Ma, fa notare Quadranti, di questi 53 circa 20 «ce li siamo già giocati. E quindi spero che quando si tratterà di trovare risparmi per 100 o 200 milioni (ndr. verosimilmente nel 2025) le concordanze siano maggiori». Ma il problema, evidenzia il deputato, «è che finora nessuno ha mai proposto delle alternative, indicando dove si può tagliare. Perché è facile dire lì non tagliamo, ma se poi non viene proposta un’alternativa, la vedo difficile arrivare a mettere i conti in pari». Sicuramente, chiosa Quadranti, «se andiamo avanti così l’equilibrio finanziario non arriverà nel 2025».
Tornando invece al Preventivo 2024, l’auspicio del presidente della Commissione, il leghista Michele Guerra, è che il compromesso regga alla prova dell’aula: «La politica dovrebbe essere l’arte di rendere possibile ciò che è necessario. E questo Cantone necessitava di un preventivo per non bloccarsi e finire nel caos. Oggi, dunque, i tre gruppi che compongono la maggioranza, responsabilmente, si sono guardati in faccia, ognuno ha fatto un passo indietro, e si è deciso di andare in aula per dotare questo Cantone di un preventivo. L’augurio è che il compromesso, spinto anche dalle tempistiche, possa poi reggere nell’aula del Parlamento».
L'opposizione ferma a destra e sinistra
Se da una parte, come visto, c’è una fragile maggioranza che a suon di emendamenti si sfiderà in aula, dall’altra ci sono due opposizioni, il PS e l’UDC, che semplicemente non condividono tout court la visione del Governo e della maggioranza su questo preventivo.
Il PS, ad esempio, come spiega il capogruppo Ivo Durisch, è soddisfatto dello stralcio del taglio ai sussidi di cassa malati («frutto della pressione della piazza»), ma al contempo critica quasi tutte le altre scelte della maggioranza. Si dice, ad esempio, preoccupato del fatto che la Gestione intende mettere mano alla formula per calcolare i sussidi poiché ciò «fa presagire che se i tagli non sono stati fatti oggi, lo saranno domani». Preoccupazione viene espressa pure per il mantenimento del contributo di solidarietà e per il mancato riconoscimento del rincaro. Senza dimenticare la parziale non sostituzione del personale. Tutti elementi che hanno portato il PS a presentare un rapporto di minoranza (sottoscritto anche dai Verdi) nel quale, tra le varie misure, sono eliminati: il contributo di solidarietà, i tagli ai sussidi di cassa malati, i risparmi sugli istituti sociali e sul trasporto pubblico.
Sul fronte opposto, anche l’UDCpresenterà un suo rapporto il quale, come ricordato da Tiziano Galeazzi, prevede i tre decreti presentati la scorsa settimana. L’obiettivo generale è contenere la spesa di circa 80 milioni l’anno attraverso tre misure: il blocco delle assunzioni nell’amministrazione (tranne per docenti e personale sanitario); una riduzione della spesa per beni e servizi per farla tornare al livello pre-pandemia; una crescita limitata e massima dei sussidi (spese di trasferimento) per due anni pari all’1%. «Oggi a Bellinzona è partito il Titanic (ndr. la maggioranza). Noi, con il rapporto che presenteremo, restiamo sul nostro canotto a remi, portando avanti con coerenza il rigore finanziario», ha rilevato Galeazzi.