Prove di dialogo fra Cantone e Comuni
È stata la prima riunione dopo le aspre critiche giunte al Cantone da parte dei Comuni e delle principali città. Ma «il clima – come spiega il capo della Sezione degli Enti locali, Marzio Della Santa – è stato molto costruttivo». Insomma, il dialogo tra i due livelli istituzionali prosegue, nonostante tutto.
La «Piattaforma di dialogo Cantone-Comuni» si è infatti trovata oggi per la sua quarta seduta annuale. E i temi all’ordine del giorno sono stati parecchi. Tra questi, però, non figurava una discussione generale sullo stato di salute dei rapporti tra i due livelli istituzionali. E nemmeno sulle difficoltà finanziarie degli Enti locali registrate a seguito di decisioni prese sul piano cantonale.
Come ricorderete, infatti, a fine ottobre l’Associazione dei Comuni ticinesi (ACT), dopo essersi riunita in assemblea, ha preso posizione in maniera netta, rimproverando al Cantone «una progressiva erosione dei margini di manovra dei Comuni». A metà novembre erano poi stati i Municipi di Bellinzona, Chiasso, Locarno, Lugano e Mendrisio a scrivere a Governo e Parlamento per chiedere di smetterla con «la politica dello scarica barile». Come detto, però, di questi temi non si è parlato, perlomeno non nello specifico, durante la Piattaforma di dialogo. E questo anche perché, ci spiega ancora Della Santa, «il Consiglio di Stato nel frattempo ha disposto un’analisi approfondita dei flussi che legano i due livelli istituzionali». Un’analisi «più ampia e dettagliata che si è resa opportuna anche a seguito, ma non solo, delle lettere giunte dall’ACT e dalle città». Ma anche un’analisi «che richiederà alcuni mesi». E fino ad allora, dunque, il tema non sarà affrontato in Piattaforma. Anche perché «l’obiettivo è cercare di analizzare e categorizzare questi flussi per darne una lettura corretta. E quindi evitare di gettare benzina sul fuoco, ma discuterne con cifre oggettive».
Dai «morosi» agli altri temi
Ora, come si diceva, al netto di ciò i temi discussi in Piattaforma non sono mancati. Ad esempio, è arrivato un aggiornamento sul nuovo articolo di legge, in vigore da ottobre 2023, che obbliga gli assicurati morosi delle casse malati a rispondere alla convocazione del proprio Comune. E che, a sua volta, obbliga il Comune a denunciare il «moroso» che non si presenta al colloquio. Una misura che non era stata vista di buon occhio da diversi Enti locali. Motivo per cui era stata promossa una consultazione. E ora, come spiega ancora Della Santa, «abbiamo convenuto con i Municipi che il fatto di rivolgersi alla magistratura (ndr. per denunciare il cittadino che non si è presentato al colloquio) è tendenzialmente potestativo e non obbligatorio». Ovvero: i Comuni avranno una certa autonomia per decidere come affrontare caso per caso.
Ma i temi, come detto, non sono finiti qui. Ad esempio, in merito alla catastrofe che ha colpito la Vallemaggia, il Dipartimento del territorio ha risposto a una sollecitazione sul tema del prelievo di contributi di miglioria per la realizzazione di opere di premunizione contro i pericoli naturali. Su questo fronte, si legge nel comunicato, «saranno ora approfondite alcune possibili soluzioni per consentire ai Comuni di consolidare le basi di finanziamento degli investimenti necessari in questo ambito».
Si è poi discusso anche di sicurezza. Il DI ha infatti informato in merito al progetto congiunto «Polizia ticinese», segnalando che entro il mese di febbraio del prossimo anno «il gruppo di lavoro terminerà i propri lavori, e proporrà di avviare la fase di consultazione già nel corso della primavera».
Il DSS, invece, ha presentato i risultati della consultazione sulla riorganizzazione del settore del soccorso agli animali. «È stato precisato – si legge nella nota – che la revisione normativa sarà formalizzata prossimamente in un messaggio del Consiglio di Stato, e comprenderà la creazione di un ente per gli interventi d’urgenza e un nuovo fondo per finanziare le procedure di collocamento presso le SPA e l’acquisto di attrezzature.
Il DECS, dal canto suo, ha informato i presenti sull’entrata in vigore, anche per gli istituti comunali, di una versione delle «Direttive sui comportamenti inadeguati in ambito scolastico», già introdotte per gli istituti cantonali.