Il caso

Quel «gigante» da smantellare

Officine FFS di Bellinzona: in pubblicazione il primo dei due bandi di concorso relativi al cantiere per la demolizione di alcuni edifici e la rimozione dei binari - I lavori si concluderanno entro fine 2029 - Bonifica dei terreni: le stime indicano una spesa di 30-50 milioni
Parte del comparto con, al centro, la «Cattedrale» che verrà risparmiata dalle ruspe. © CdT/Chiara Zocchetti
Alan Del Don
08.07.2023 06:00

Quando il 7 marzo 2008 gli operai delle Officine di Bellinzona, riuniti in «Pittureria», sentirono pronunciare la parola «smantellamento» scoppiò il putiferio. L’allora direttore di FFS Cargo Nicolas Perrin fu costretto a scappare a gambe levate dall’uscita secondaria. Iniziò lo sciopero, che si concluse dopo 33 giorni, preceduto dalla decisione per certi versi clamorosa del Municipio cittadino, che già aveva subodorato i piani dell’ex regia federale: istituire una zona di pianificazione comunale sull’intero comparto, così da bloccare ogni eventuale futura «speculazione edilizia». Sono passati 15 anni e lo scenario, lo sapete, è completamente cambiato. Ribaltato, anzi.

Le offerte entro metà agosto

Oggi quel sostantivo non fa più paura né suscita indignazione. Perché tale sarà il destino dello stabilimento, che lascerà la Turrita (che lo accoglie dal 1889) per trasferirsi da fine 2026 a Castione in un impianto moderno da 580,5 milioni di franchi. E quindi lo storico sito dovrà sì, presto, essere disfatto (qualche edificio rimarrà in piedi, pensiamo alla «Cattedrale», a ricordarci in modo imperituro il glorioso passato industriale) per lasciar spazio ad un innovativo quartiere. Le Ferrovie non vogliono perdere tempo, e pertanto oggi hanno pubblicato il bando di concorso concernente, appunto, lo smantellamento. E, nella fattispecie, le prestazioni di coordinamento del progetto per quanto riguarda il committente (vale a dire le stesse FFS). Le offerte vanno presentate entro il 16 agosto; le buste verranno aperte pochi giorni dopo, il 22. Il contratto di appalto varrà dal 1. dicembre prossimo a fine 2029.

In attesa del progettista

Fra i criteri per l’aggiudicazione quello relativo alla reddittività sarà preponderante (nella misura del 50%); a seguire figurano l’esperienza e la formazione del responsabile del team (30%) e l’analisi del mandato (20%). «Non sono ammessi consorzi di offerenti né subappaltatori», specifica l’azienda nel bando pubblicato sul sito del Sistema informativo sulle commesse pubbliche in Svizzera. Non è altresì previsto un sopralluogo a Bellinzona sull’area di oltre 100.000 metri quadrati. Chi si aggiudicherà il mandato dovrà collaborare a stretto contatto con il progettista generale. Questo ulteriore incarico verrà messo a concorso nei prossimi mesi, quando saranno inoltre forniti i dettagli dell’importante cantiere relativo allo smantellamento dell’Officina. Da quello che ci risulta, sulla base delle informazioni in nostro possesso allo stato attuale, si procederà a tappe. Dopo i lavori preparatori, il cantiere entrerà naturalmente nel vivo al momento in cui sarà stato inaugurato l’impianto di Castione che darà lavoro ad almeno 400 collaboratori e ad un’ottantina di apprendisti.

Costi a carico delle Ferrovie

Un capitolo importante - che, verosimilmente, sarà oggetto di specifici bandi - riguarderà la bonifica dei terreni occupati da quasi un secolo e mezzo dal sito industriale. Secondo le prime stime approssimative il risanamento dei sedimi costerà fra i 30 e i 50 milioni di franchi. La spesa sarà a carico delle Ferrovie, come previsto dalla «Dichiarazione d’intenti» sottoscritta fra le parti (FFS, Cantone e Città) l’11 dicembre 2017. Una somma che né l’ente pubblico né i privati avrebbero potuto permettersi di sborsare. Nel messaggio del Governo del 27 giugno 2018 (quello, per capirci, dei 100 milioni di franchi per il nascituro sito, credito poi approvato dal Gran Consiglio) si specifica inoltre che i «terreni (delle odierne Officine, n.d.r.) verranno consegnati liberi da edifici e impianti e risanati da eventuali contaminazioni».

Memorie storiche

La «Cattedrale» sarà il fulcro del quartiere che si svilupperà a tappe al posto delle Officine FFS. Bene protetto, dal 1919 vi si svolge la revisione delle locomotive. È il simbolo del sito. Continuerà ad esserlo, ma accogliendo prevalentemente contenuti culturali, aggregativi, espositivi e commerciali nonché degli esercizi pubblici. Altri tasselli del passato saranno risparmiati dalle ruspe. Sopravvivranno allo smantellamento la salderia (risalente al 1944), la forgia (messa in funzione nel 1890) ed il padiglione del 1906. Sono previsti dei contenuti in grado di inserirsi nell’ambiente abitativo, mentre per l’ultimo un utilizzo legato all’Almenda, il grande spazio verde del comparto.

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