Il caso

Officine FFS: altre opposizioni

Castione, sono state interposte due censure nell’ambito della seconda pubblicazione dei piani del sito industriale delle FFS da 580,5 milioni - L’Ufficio federale dei trasporti: «Le stiamo valutando, ma il rilascio della decisione di approvazione dipende dall’esame a più livelli»
Il cantiere come si presentava ieri. © CdT/Gabriele Putzu
Alan Del Don
24.06.2023 06:00

Non c’è davvero pace per le moderne Officine FFS in costruzione a Castione. Come appreso dal Corriere del Ticino e confermatoci ieri dal Servizio stampa dell’Ufficio federale dei trasporti (UFT), entro il termine di pubblicazione scaduto ad inizio mese sono state inoltrate due opposizioni contro la nuova pubblicazione dei piani dello stabilimento da 580,5 milioni di franchi che verrà messo in esercizio nel dicembre 2026. Censure che, stando a quanto ci risulta, sono state interposte da privati. Vanno ad aggiungersi a quelle inoltrate nella primavera 2022 contro la prima esposizione. E per far fronte alle quali le Ferrovie si sono dovute sedere allo stesso tavolo dei contrari per riuscire a sbloccare la situazione e trovare un’intesa. Ciò che è stato il caso, dato che lo stesso UFT la scorsa fine di febbraio ha rilasciato l’approvazione parziale consentendo, appunto, l’avvio dei lavori preliminari. Ma l’iter, come vedremo più avanti, è ben lungi dall’essere concluso.

Previste ulteriori trattative

«L’Ufficio federale dei trasporti sta valutando le opposizioni ricevute, le quali sono state trasmesse anche alle FFS per delle osservazioni in merito», puntualizza al CdT Florence Pictet, portavoce del Dipartimento federale dell’ambiente, dei trasporti, dell’energia e delle comunicazioni. Dal canto suo l’ex regia federale - per bocca del responsabile media della Svizzera italiana Patrick Walser - ci ha rimandati a Berna per ulteriori dettagli, non volendo al momento prendere posizione. Le Ferrovie, come fatto in precedenza, dovranno ora valutare nel dettaglio i contenuti delle opposizioni e, in seguito, immaginiamo, prenderanno contatto con coloro che le hanno presentate per una discussione franca. L’obiettivo è quello di trovare il classico compromesso che consenta di soddisfare entrambe le parti. E, soprattutto, dal punto di vista dell’azienda, non ritardare la tabella di marcia.

Le principali modifiche

Finora le FFS hanno sempre affermato pubblicamente che i tempi verranno rispettati. «Attualmente è in corso la valutazione della modifica di progetto che è stata pubblicata lo scorso maggio. Il rilascio della decisione di approvazione dei piani dipende dall’esito di tale valutazione da parte dell’UFT, del Cantone Ticino, degli uffici federali coinvolti e dalle opposizioni interposte contro la stessa», precisa a questo proposito Florence Pictet. Le Ferrovie hanno ribadito a più riprese - l’ultima nel comunicato stampa inviato ai media il 1. marzo - che il cantiere vero e proprio partirà il prossimo dicembre. Ciò significa che la procedura di approvazione dei piani dovrà concludersi in novembre. Con l’UFT che sarà chiamato a rilasciare la decisione completa e non più soltanto parziale.

Le principali modifiche contenute nella pubblicazione bis, ricordiamo, riguardano in primis i nuovi compensi per l’avvicendamento delle colture (SAC) individuati a Biasca e a Bellinzona. Inizialmente erano stati scelti dei fondi a Losone, sulla Piana di Arbigo. Terreni che sono in seguito stati accantonati dalle Ferrovie dopo il no vincolante della Commissione federale per la protezione della natura e del paesaggio. Un paio di accorgimenti concernono la viabilità nel comparto di Castione, accanto alla ferrovia. Altrettante, invece, l’illuminazione pubblica, con la posa di lampade con temperatura 2.700 K «per ridurre l’impatto luminoso sull’avifauna e sui pipistrelli». Verrà altresì adattato l’impianto di pompaggio verso il fiume. Ci sono poi gli aspetti di impatto ambientale: sarà creato un ulteriore filare di alberi da frutto ad alto fusto.

Sotto la lente

L’Officina avrà una lunghezza di 370 metri per una superficie edificata complessiva di circa 63.000 metri quadrati (con la parte centrale che sarà grande quanto tre campi da calcio e senza pilastri) ed un’altezza massima di oltre 24 metri. Quattro le parti nelle quali sarà suddivisa la struttura in acciaio. In primis il capannone multifunzionale e quello per i binari lunghi, mentre il resto sarà contraddistinto dalla logistica e dall’amministrazione nonché dal lavaggio dei treni. Vi lavoreranno almeno 400 collaboratori ed un’ottantina di apprendisti. Si occuperanno prevalentemente della manutenzione leggera e pesante dei nuovi elettrotreni (Giruno, ETR e Flirt TiLo) e di un centinaio di locomotive.

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