Ticino

Salario minimo, da sinistra arrivano gli emendamenti

I socialisti e i Verdi settimana prossima in Gran Consiglio presenteranno tre proposte per ritoccare verso l'alto l'ultima forchetta del salario minimo che entrerà in vigore in dicembre – Fabrizio Sirica: «Sotto i 22 franchi all’ora si tratta di working poor»
©Chiara Zocchetti
Paolo Gianinazzi
16.11.2024 06:00

Nonostante il compromesso trovato in Commissione e siglato da tutti i partiti, erano nell’aria da un po’ di tempo e ora sono realtà. Il PS e i Verdi settimana prossima, nel dibattito in Gran Consiglio sulla cosiddetta «ultima forchetta» del salario minimo ticinese che dovrebbe entrare in vigore definitivamente a dicembre, presenteranno tre emendamenti che mirano a correggere verso l’alto lo stipendio minimo. Nel dettaglio, mirano a portarlo tra 20,50 e 21 franchi all’ora (la proposta più blanda, di 50 centesimi più alta rispetto al compromesso originale) oppure tra 22 e 22,50 franchi all’ora (la proposta più incisiva).

Da un compromesso all’altro

La scorsa settimana, in Commissione gestione e finanze è stato firmato (da tutti i partiti, tranne l’UDC che l’ha sottoscritto con riserva) il rapporto con il quale si darà il via libera all’ultima delle tre «forchette» previste dal salario minimo entrato in vigore nel 2021 dopo la votazione popolare del 2015. Tre «forchette» che prevedevano un aumento progressivo del salario minimo: tra 19 e 19,50 franchi all’ora entro il 31 dicembre 2021, tra 19,50 e 20 franchi entro la fine del 2023 e, infine, tra 19,75 e 20,25 franchi entro il 31 dicembre 2024. Oltre a questi tre «scalini», però, la legge prevedeva che entro il giugno di quest’anno il Governo presentasse un esame di impatto dell’introduzione del salario minimo sul mercato del lavoro ticinese. Dallo studio dell’Istituto di ricerche economiche dell’USI era essenzialmente emerso che il salario minimo non ha avuto un impatto negativo per l’economia del nostro cantone. E, anche sulla scorta di quei risultati, nonché dell’impatto dell’inflazione, il Governo quest’estate aveva dunque proposto di ritoccare leggermente verso l’alto l’ultima «forchetta», facendola passare dai 19,75 e 20,25 franchi inizialmente previsti a 20 e 20,50 franchi all’ora. Una proposta che, appunto, aveva fatto l’unanimità in Gestione.

Ma – ed è qui che entrano in gioco gli emendamenti targati PS e Verdi – i socialisti da tempo avevano fatto capire che quella soglia (tra 20 e 20,50) era per loro troppo bassa. Motivo per cui, appunto, il gruppo parlamentare, riunitosi giovedì sera, ha deciso di presentare tre emendamenti. Uno più incisivo dell’altro.

Come ci spiega il capogruppo Ivo Durisch, il primo emendamento propone una «forchetta» di compromesso, tra 20,50 e 21 franchi all’ora, che permetterebbe di riconoscere la metà del rincaro registrato in questi anni. Già, perché per compensare integralmente l’inflazione dal 2021 a oggi, spiega ancora Durisch, servirebbe una «forchetta» tra i 21 e i 21,50 franchi all’ora. Ed è qui che si inserisce l’emendamento numero due che propone, appunto, quest’ultima «forchetta» per il riconoscimento integrale del rincaro.

L’ultimo emendamento, quello più incisivo, propone invece un salario minimo tra 22 e 22,50 franchi all’ora. Ossia che, come proposto da un’iniziativa popolare sempre targata PS (ma sulla quale non abbiamo ancora votato), mira ad allineare il salario minimo alle prestazioni complementari. Una proposta, spiega dal canto suo il co-presidente Fabrizio Sirica, «che ci permetterà di ricordare che è questa la forchetta per un vero salario minimo sociale. E questo perché, in soldoni, chi guadagna meno di questa forchetta è essenzialmente un working poor (ndr. lavoratore povero). Per un lavoro al 100%, una persona sola che guadagna oltre 22,43 franchi all’ora non necessita dell’intervento sociale. Sotto quella soglia, invece, possiamo parlare di lavoratore povero». L’emendamento, dunque, «servirà anche per ricordare che con la forchetta tra 20 e 20,50 franchi all’ora siamo molto lontani dal vero salario minimo sociale».

Resterà ora da capire come il resto del Parlamento prenderà le nuove proposte del PS e dei Verdi. E questo anche alla luce del compromesso raggiunto in Gestione, firmato come detto pure dal PS e dagli ecologisti. «La forchetta prevista nel rapporto è un primo passo nella giusta direzione, e per questo motivo la sosteniamo», risponde Sirica. «Ma come detto il vero salario minimo sociale per noi è un altro». E, oltretutto, chiosa Durisch, «i nostri emendamenti erano stati annunciati in Commissione. Da questo punto di vista, dunque, non si tratta certo di una doccia fredda».

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