Sant’Evasio, l’acquisto si complica

Si complica l’acquisto della masseria di Sant’Evasio da parte del Comune di Arogno. Roberto Canesi, sindaco di Campione d’Italia (l’edificio è di proprietà dell’enclave, ndr), ha preso atto della proposta ticinese di 84 mila franchi ma l’ha ritenuta insufficiente («Si basa su parametri svizzeri»). Esprimendosi a titolo personale, Canesi considera piuttosto della cessione immobiliare la possibilità di una utilizzazione «concertata» con Arogno dello storico complesso di Pugerna – originato da un’antica donazione a Campione d’Italia – dove si trovano anche, seppure ormai quasi ridotti a ruderi, «edifici non privi di un valore simbolico». Perciò un obiettivo condivisibile potrebbe essere quello di rigenerare l’intera area – dice Canesi – non escludendo una partecipazione finanziaria campionese. «Sant’Evasio si trova in una posizione incantata e prospettarne, d’intesa tra i due Comuni, un’utilizzazione socio-turistica non dovrebbe essere idea peregrina». L’auspicio del sindaco è quello di un accordo che rimedi all’attuale stato di abbandono di Sant’Evasio, «magari rivitalizzando anche la superficie vitata compresa nella masseria» dove c’è anche una sorgente cui l’enclave attinge. Farne insomma un’utilizzazione di concerto anziché venderla pare l’opzione di Campione d’Italia. Anche perché nel 2014 l’enclave aveva cercato di vendere l’ex masseria al costo di 3,7 milioni di franchi.
«L’offerta non è legalmente negoziabile: il valore è dato dal contesto legale e pianificatorio ticinese», ha ribattuto dal canto suo il sindaco di Arogno, Emanuele Stauffer, il quale auspica che le discussioni con l’enclave possano proseguire bilateralmente e non a mezzo stampa. «Si tratta di un terreno agricolo e il prezzo è fissato dalla Sezione dell’agricoltura. È ovvio che i parametri sono svizzeri visto che la masseria e il sedime si trovano in Svizzera, sottostanno a un Piano regolatore svizzero e sono regolati dal diritto svizzero».