Politica

Si va (forse) verso l’ultimo atto per l’acquisto dello stabile EFG

La Gestione si è data un termine: il rapporto sul discusso dossier dovrà essere firmato entro il 23 gennaio per poter andare in aula già a febbraio – Si delinea anche un certo accordo per commissionare un’analisi dell’evoluzione della spesa pubblica
©Chiara Zocchetti
Paolo Gianinazzi
09.01.2024 20:00

Prosegue, un piccolo passo alla volta, il lavoro della Commissione gestione e finanze sull’acquisto dello stabile EFG per ampliare, a Lugano, la cosiddetta «cittadella della Giustizia» ticinese. Come anticipato negli scorsi giorni, il rapporto del relatore Matteo Quadranti (PLR) – aggiornato con un paio di novità che hanno permesso di risparmiare alcuni milioni di franchi rispetto al progetto ‘originale’ – è tornato questa mattina sul tavolo dell’organo parlamentare. E la Gestione, ora, almeno nelle intenzioni ha deciso di accelerare i tempi per portare il dossier in aula a febbraio. Come ci conferma il presidente della Commissione, il leghista Michele Guerra, «la Gestione ha deciso di darsi un termine temporale, fissato al 23 gennaio, per porre la firma al rapporto commissionale». Ciò significa, concretamente, che tale rapporto, se tutto andrà come deve andare, finirà sui banchi del Gran Consiglio nella sessione prevista dal 5 al 7 febbraio.

Tra favorevoli e scettici

Dichiaratamente a favore dell’acquisto dello stabile ci sono il PLR e la Lega. Il Movimento di via Monte Boglia, come già affermato in passato, allo stesso tempo è pure favorevole al referendum finanziario obbligatorio, ossia a portare i cittadini alle urne su tale progetto. Come rileva il capogruppo Boris Bignasca, il movimento «è sempre stato fautore del referendum finanziario obbligatorio». Anche perché, aggiunge, «è l’unico modo per portare avanti le decisioni in un Gran Consiglio con 12 partiti».

Il PLR, invece, deciderà nei prossimi giorni la sua posizione sull’eventualità di far scattare il referendum finanziario. Ma, come spiega la capogruppo Alessandra Gianella, al netto di ciò «è importante rilevare che si tratta di un investimento che è sul tavolo della Gestione da molto tempo, sul quale il relatore Matteo Quadranti ha fatto un grande lavoro di approfondimento. Ed è quindi ora che si prenda una decisione». Anche perché, sottolinea poi Gianella, si tratta «di una soluzione che ci permetterebbe di dare uno spazio consono alla Giustizia ticinese. E soprattutto che ci eviterebbe di cercare alternative, come pagare degli affitti per risanare l’attuale palazzo, che poi non sarebbe una vera soluzione perché non risolverebbe il tema degli spazi».

Ora, va detto, visti i rapporti di forza in Parlamento, PLR e Lega potrebbero contare su 35 voti. E per ottenere la maggioranza in aula occorrerebbero dunque ancora una decina di voti. Alcuni dei quali potrebbero arrivare dai socialisti.

Tra i partiti tendenzialmente favorevoli, infatti, troviamo il PS. «Una parte del gruppo parlamentare – rileva il capogruppo Ivo Durisch – sarà sicuramente favorevole, ma non per forza il nostro voto sarà all’unanimità».

Sullo strumento del referendum finanziario, invece, il PS è più scettico. «Io personalmente sono contrario – spiega Durisch – e penso che non lo sosterremo. Ma prima, in questi giorni, ne discuteremo con tutto il gruppo parlamentare».

Più attendista, sia sul tema dell’acquisto che su quello del referendum, è il Centro. «Affronteremo entrambi i temi in gruppo nei prossimi giorni», premette il capogruppo Maurizio Agustoni, senza sbilanciarsi. «C’erano delle criticità nel progetto – ricorda il capogruppo – ora vedremo se le novità introdotte nel rapporto saranno sufficienti per rassicurare tutti i nostri deputati».

Analisi della spesa in cerca di condivisione

Non solo dello stabile EFG, ovviamente, si è parlato oggi durante la riunione della Gestione. I deputati sono tornati pure sul Preventivo 2024 e l’annesso pacchetto di misure di risparmio. Ma su questo fronte non ci sono grandi novità, «in particolare poiché – come rileva il presidente Michele Guerra – siamo in attesa delle risposte del Governo a una serie di nostre domande e proposte di misure alternative, le quali giungeranno nei prossimi giorni e saranno discusse martedì prossimo, quando l’Esecutivo sarà audizionato dalla Commissione». Quel giorno, rileva Guerra, «sarà un po’ uno spartiacque nelle discussioni della Gestione e cercheremo di tirare le somme». Detto del preventivo, «la Commissione – spiega infine Guerra – sta pure lavorando su una proposta condivisa da una maggioranza, sotto forma di iniziativa parlamentare, per far fare un’analisi dell’evoluzione della spesa pubblica». Si tratterebbe, in sintesi, del proseguo del lavoro iniziato con il Preventivo 2023, quando il Parlamento chiese al Governo di far effettuare un’analisi comparativa intercantonale della spesa pubblica e di individuare una serie di possibili scenari su come intervenire per contenere le uscite. Ora, appunto, la Gestione sta cercando la quadra per fare il passo successivo (e individuare concretamente dove c’è margine per risparmiare o migliorare) e portare in Parlamento una proposta più condivisa possibile. Tra i favorevoli, con accenti diversi, ci sono PLR, Centro e PS, mentre la Lega rimane più scettica. Al centro del contendere, c’è il ruolo della politica stessa in questo processo. Da una parte c’è chi vorrebbe che sia solo un ente esterno a svolgere l’analisi, dall’altra chi chiede il coinvolgimento del Governo, dell’amministrazione e del Parlamento.

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