Sono giorni decisivi per il futuro della tettoia
A separarle ci sono poche centinaia di metri in linea d’aria. Duecento, metro più, metro meno. Fisicamente molto diverse, ad accomunarle c’è il destino che le attende: entrambe le costruzioni verranno abbattute. Stiamo parlando del vecchio magazzino delle AIL (e della sua tettoia in legno, su cui torneremo più avanti) e di un palazzone in disuso ormai da diversi anni al civico 12 di Corso Elvezia.
Partiamo però da via Lambertenghi. Da anni si discute della realizzazione di alloggi a pigione moderata, come peraltro chiesto dal Partito socialista nel lontano 2012. Nell’agosto di due anni fa, la cooperativa guidata dal sindacato OCST, vincitrice del concorso indetto dalla Città, aveva pubblicato il bando per la progettazione dell’opera, che prevede un edificio abitativo con una ventina di appartamenti di varie dimensioni (da due locali e mezzo a quattro locali e mezzo) pensati per giovani, anziani e famiglie con bambini, un centro diurno per la terza età e un asilo nido, entrambi già attivi in uno stabile confinante. A spuntarla, lo scorso anno, era stato il progetto denominato Pangea dello studio losannese Farra Zoumboulakis & associés.
Ebbene, negli scorsi giorni è stato fatto un deciso passo avanti. All’albo comunale è stata pubblicata la domanda di costruzione per demolire la tettoia e le altre strutture presenti. Dopodiché verrà presentata la domanda di costruzione vera e propria, quella per realizzare il progetto.
Resta in sospeso una questione: che ne sarà della tettoia in legno che sovrasta il magazzino? In un’intervista al CdT pubblicata il 17 ottobre di due anni fa, l’allora capodicastero Edilizia pubblica, Cristina Zanini Barzaghi, aveva affermato che le sarebbe piaciuto «darle una nuova destinazione», ribadendo in sostanza un’idea già ventilata nel novembre 2021 durante una seduta di Consiglio comunale. «Sono circa 400 metri quadri. Potrebbe per esempio ospitare un mercato coperto», aveva affermato al nostro giornale.
Appunto: che ne sarà del manufatto? L’idea del mercato coperto è suggestiva (ma dove realizzarlo?). Il successore di Zanini Barzaghi alla testa del dicastero, Raoul Ghisletta, ha confermato al CdT che i prossimi giorni potrebbero rivelarsi decisivi. Il Municipio potrebbe decidere già la prossima settimana: «I servizi competenti stanno preparando un rapporto». In ogni caso, la questione è abbastanza complessa. «I tempi sono stretti», spiega il municipale.
In totale, il costo dello smantellamento della tettoia e della demolizione del vecchio magazzino, così come degli altri stabili, ammonta a 180 mila franchi. Inoltre, si legge nella relazione tecnica, «durante un’ispezione sono stati riscontrati alcuni materiali a rischio di contenere amianto». Dopo le analisi, tracce di questo materiale sono state riscontrate solamente in alcune lastre in fibrocemento a copertura del locale adibito al lavaggio e di quello utilizzato come deposito. In ogni caso, l’urgenza è stata quantificata di grado III, ossia il più basso. Insomma, per gli appartamenti a pigione moderata sembra essere la volta buona.
Una demolizione anche in Corso Elvezia
Ci spostiamo più a sud di circa duecento metri: siamo su Corso Elvezia, più precisamente al civico numero 12. Qui sorge un edificio che da tempo è in attesa di conoscere il suo futuro. Fino qualche anno fa ospitava una galleria d’arte e, prima ancora, nello spazio commerciale a fianco, uno «street and smokers shop» nel frattempo trasferitosi di fronte.
Al pari di via Lambertenghi, anche in questo caso i proprietari del vetusto immobile, dei privati, hanno pubblicato una domanda di costruzione che prevede una demolizione e una nuova edificazione. Il futuro edificio di sette piani avrà anch’esso una destinazione commerciale e residenziale. «L’intento dei proprietari – si legge nella relazione tecnica allegata alla domanda di costruzione – è quello di dare alla città un nuovo edificio ad uso abitativo che possa portare e invogliare la gente ad abitare a Lugano, riqualificare il sedime e Corso Elvezia». In sintesi, il progetto prevede, come detto, la demolizione dell’edificio esistente e l’edificazione di un nuovo palazzo di sei piani: dal primo al sesto troveranno spazio quattordici appartamenti. Ci saranno inoltre tre piani interrati che ospiteranno la autorimesse ad uso residenziale, accessibili da via Somaini tramite un montauto. Una soluzione, questa, «richiesta dalla Polizia comunale» per ridurre al minimo «inconvenienti alla viabilità lungo la già trafficata via principale». E proprio al livello del porticato su Corso Elvezia (che verrà mantenuto) si accederà invece ai negozi. Infine, è prevista la realizzazione di una corte interna destinata ad area verde.
Anche in questo caso potrebbe essere la volta buona: da tempo, infatti, i proprietari vorrebbero riqualificare il vetusto palazzo. Ma si erano scontrati con dei ricorsi.