Bioggio

Sullo sfondo del caso Alberti una battaglia fra azionisti

Claudio Camponovo, ex socio del sindaco e vicepresidente dell’Ordine dei medici, si è costituito parte lesa - La scelta è legata a una causa civile in corso da mesi fra i detentori delle due società mediche al centro delle indagini
©Gabriele Putzu

Sono ancora sfumati i contorni delle vicende che hanno portato all’arresto di Eolo Alberti con l’accusa di reati finanziari, ma qualche tratto sta cominciando a emergere in modo chiaro e definito. Per esempio, secondo nostre informazioni, il fatto che due società detenute in passato dal sindaco di Bioggio (la prima commercializza apparecchiature e attrezzature per la medicina, la chirurgia, la terapia e le analisi di laboratorio, mentre la seconda offre attività di anestesia, medicina subacquea e iperbarica, medicina perioperatoria e medicina dello sport) siano da tempo al centro di una vertenza civile fra azionisti. Uno di loro, socio di minoranza, è il dottor Claudio Camponovo, vicepresidente dell’Ordine dei medici del Canton Ticino, che nell’inchiesta penale in corso «si è costituito accusatore privato in quanto parte lesa», come indicatoci dal suo avvocato Nicola Fornara. Il legale precisa poi che il suo cliente «non è denunciante» e che nei suoi confronti «non risulta aperto alcun procedimento». Camponovo figura ancora fra gli amministratori della prima società, mentre Alberti le aveva lasciate entrambe, cedendo le rispettive quote a terzi, per poter essere nominato membro del CdA dell’Ente ospedaliero cantonale (EOC).

Vi è poi un uomo tuttora registrato in ambedue le SA (nella prima come membro, nella seconda come amministratore unico) e anch’egli indagato. Non sappiamo cosa la Procura gli abbia contestato. Per Alberti si è parlato di due ipotesi di reato: appropriazione indebita e amministrazione infedele. Le indagini proseguono e come persona informata sui fatti, fra gli altri, la Magistratura ha sentito la granconsigliera leghista Sabrina Aldi, che per un paio di mesi, dopo l’uscita di Alberti, era stata collaboratrice delle società, ma senza diventarne socia o amministratrice. Ha avuto un ruolo, ma non è coinvolto nell’inchiesta, anche l’ex presidente del PLR di Lugano –che alle scorse elezioni federali ha corso per il Consiglio nazionale sulla lista leghista – Giorgio Grandini, il quale con il sindaco di Bioggio aveva fondato la prima SAnel 2007 per poi uscirne una quindicina di anni più tardi. «I rapporti con Alberti sono ancora buoni – ha chiarito lo stesso Grandini – ma le nostre strade professionali si sono divise».

La questione immobiliare

Gli interessi imprenditoriali del sindaco di Bioggio, un anno fa, erano stati al centro anche di alcune domande giunte dai banchi del Legislativo locale. Il consigliere comunale del Centro ed ex sindaco Mauro Bernasconi, in particolare, aveva chiesto lumi in merito a un progetto immobiliare tuttora in corso in zona industriale a Bioggio, dove sta prendendo forma un complesso dai contenuti amministrativi e commerciali. Facendo notare come la società che aveva inoltrato la domanda di costruzione fosse domiciliata a Cimo e amministrata (nel Registro di commercio si parla di «gerente», n.d.r.) da una persona domiciliata nel nucleo della frazione, Bernasconi chiedeva «se il Municipio e in particolare il sindaco, che abita nelle vicinanze», la conoscesse e, se sì, da quanto tempo fosse domiciliata a Bioggio e quale attività svolgesse.

L’Esecutivo (che oggi fra l’altro dovrebbe discutere della situazione venutasi a creare con l’arresto di Alberti) nella sua risposta, firmata dal vicesindaco Daniele Bianchi, aveva fatto valere il principio che «siccome siamo in ambito di procedura edilizia tra un privato e il Comune, alcune informazioni non potranno essere condivise con l’interrogante». Su eventuali legami fra il sindaco e questa società (che fino a pochi mesi fa aveva tra i suoi amministratori anche  il dottor Camponovo) ad oggi non abbiamo riscontri oggettivi. Nel Registro di commercio, il gerente della società immobiliare citata figura anche come amministratore unico di una SA, sempre con sede a Cimo, attiva in campo medico, in particolare nella «realizzazione e la progettazione di sale operatorie». Di quest’ultima società, fino alla nomina di Alberti nel CdA dell’EOC, figurava quale membro anche una persona a lui vicina. Intrecci su cui dovrà far luce la procuratrice pubblica Chiara Borelli, che sul caso, per ora, non ha ancora fatto rilasciare alcuna informazione ufficiale.

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