Sussidi di cassa malati, l’iniziativa accelera
All’indomani della presentazione da parte del Centro dell’iniziativa parlamentare che mira ad abrogare la misura di risparmio sui sussidi di cassa malati per circa 10 milioni di franchi, la Commissione gestione e finanze è tornata a confrontarsi sul tema.
Sul tavolo, ricordiamo, ci sono diverse proposte. Oltre alla già citata iniziativa del Centro, c’è pure il referendum del fronte progressista e promosso dal comitato «Stop ai tagli» che mira essenzialmente allo stesso obiettivo, ossia azzerare il risparmio sui sussidi. Ma ci sono anche le iniziative popolari del PS e della Lega dei ticinesi. Quella socialista chiede di fissare al 10% del reddito disponibile il massimo del premio che pagano i cittadini. Quella promossa da via Monte Boglia chiede invece che i premi diventino integralmente deducibili nella dichiarazione delle imposte.
Oggi, le posizioni dei partiti ovviamente non sono cambiate alla luce della proposta del Centro. Tuttavia, la Commissione ha iniziato a confrontarsi anche sulle tempistiche. Già, perché l’incastro tra tutte le proposte non sarà evidente. «Oggi ci siamo confrontati sull’iniziativa del Centro anche perché le tempistiche, da questo punto di vista, devono essere chiare per evitare di far partire la macchina del referendum qualora la proposta venga approvata dal Gran Consiglio», ha spiegato il vice-presidente della Commissione, Fabrizio Sirica. Come detto, «le posizioni dei partiti non sono ancora definite, ma dalle prime reazioni mediatiche si delinea una spaccatura e mi sento già di dire che non ci sarà l’unanimità», prosegue il co-presidente dei socialisti. L’iniziativa del Centro, infatti, ha raccolto i favori del fronte progressista, ma è stata accolta in maniera scettica da PLR, Lega e UDC.
Ad ogni modo, tornando alle tempistiche, «l’iniziativa sarà attribuita la prossima sessione parlamentare (ndr. fra tre settimane) e poi sarà trattata con una procedura d’urgenza», prosegue Sirica. Concretamente, dunque, l’iniziativa dovrebbe arrivare sui banchi del Gran Consiglio nella sessione successiva, quella di marzo. E poi: se dovesse essere approvata il referendum dovrebbe decadere (sono stati chiesti chiarimenti giuridici da questo punto di vista); se dovesse essere bocciata ad aprile potrebbe partire la macchina del referendum. Con l’auspicio, va da sé, di poter votare già nel mese di giugno, prima delle vacanze scolastiche.
Sarà invece più difficile, ha spiegato Sirica, «che le due iniziative popolari riescano a giungere alle urne entro giugno». In questo senso, dunque, è più probabile che queste vengano poi trattate durante la votazione federale già prevista in settembre. Insomma, è difficile dire già oggi con certezza con quali tempistiche saranno votate le varie proposte. Una cosa, però, è certa: il 2025 della politica cantonale sarà contrassegnato da questo tema.