Sussidi di cassa malati, «un taglio da eliminare»

Sono oltre 11 mila le firme consegnate alla Cancelleria dello Stato dal comitato «Stop ai tagli» per chiedere di annullare il risparmio di circa 10 milioni di franchi sui sussidi di cassa malati deciso in dicembre dal Gran Consiglio. Un numero elevato di firme che, hanno rilevato i promotori, ben mostra quanto la popolazione, in questo momento, sia sensibile e attenta al tema. Non a caso, poco prima di consegnare gli «scatoloni» a Palazzo delle Orsoline, il ragionamento della co-presidente del PS, Laura Riget, è cominciato proprio da questo aspetto. «Lo sappiamo, il potere d’acquisto è sotto pressione, soprattutto in Ticino dove abbiamo i salari più bassi di tutta la Svizzera e i premi di cassa malati più alti di tutta la Svizzera». E, appunto, «in questo contesto tagliare i sussidi è una decisione incomprensibile. Anche la popolazione non lo capisce. E il gran numero di firme che abbiamo raccolto con facilità è indice di tutto ciò».
Non ancora una certezza
Ora, a questo punto visto il numero di firme raccolte il voto popolare (che teoricamente potrebbe avvenire in giugno) dovrebbe essere una certezza. Tuttavia, c’è ancora un’incognita da svelare: il voto in Gran Consiglio, previsto tra circa un mese, su una proposta del Centro che tramite un’iniziativa parlamentare ha essenzialmente chiesto la stessa cosa; eliminare quel risparmio sui sussidi di cassa malati. E, va da sé, se il plenum dovesse cancellare con un colpo di spugna quel risparmio, allora il referendum sarebbe ritirato. Anche per questo motivo, la stessa Riget si è appellata agli altri partiti: «Siamo pronti e fiduciosi per andare al voto popolare e vincerlo. Ma è chiaro che attendere il voto popolare significa aspettare diversi mesi lasciando nell’incertezza centinaia di famiglie, mentre le richieste dei sussidi sono sospese. Quindi noi auspichiamo che in Gran Consiglio i partiti del centro destra seguano il nostro appello. Chiediamo loro, soprattutto ora che sono arrivati 80 milioni dalla BNS, di fare come ha fatto il Centro: rendersi conto dell’errore fatto in dicembre e ripristinare i sussidi a quanto previsto prima del taglio».
Una battaglia da continuare
Soddisfatto della riuscita della raccolta firme anche il segretario cantonale dell’OCST, Xavier Daniel: «Siamo contenti di come è andata, ci abbiamo messo pochissimo tempo a raccoglierle, segno che c’è aderenza in Ticino», ha affermato davanti ai media. Per Daniel, ad ogni modo, la battaglia non finisce qui: «È importante che la Ripam (ndr. il sistema di sussidi per ridurre i premi di cassa malati) torni a essere quella prima del taglio. Ma è altrettanto importante continuare a discutere di come ridurre il peso che questi premi stanno avendo sulle famiglie». Già, perché l’aumento del 30% dei premi in meno di 5 anni «sta pesando in maniera molto forte» e occorre quindi trovare soluzioni.
«Stufi dell’imparzialità»
Dal canto suo anche la sindacalista dell’USS Nicole Rossi si è rallegrata dell’ottimo esito della raccolta firme. «In un periodo storico dove i costi della vita sono alle stelle, i salari scendono e le condizioni di vita ristagnano, la maggioranza del Gran Consiglio ha avuto l’ardire di proporre dei tagli per ben 10 milioni di franchi». Tagli che, ha aggiunto Rossi, «si riversano su decine di migliaia di persone, colpendo soprattutto le famiglie del ceto medio, che da anni subiscono una forte erosione del potere d’acquisto». Un «peso sempre più insostenibile» causato, appunto, anche dal continuo rincaro dei premi di cassa malati. «Come Organizzazione sindacale – ha sottolineato Rossi – riteniamo inaccettabile che il risanamento delle finanze venga scaricato sulle spalle delle lavoratrici e dei lavoratori, mentre si continua a ignorare soluzioni più eque e sostenibili. Una politica di risanamento responsabile dovrebbe invece partire da una riforma fiscale più giusta». E in questo contesto, ha chiosato la sindacalista, «la massiccia adesione a questo referendum indica che i ticinesi sono stufi di questa imparzialità e dei continui colpi inferti alle fasce meno agiate».