In aula

«Tradita la fiducia della banca WIR», «no, i controlli erano troppo leggeri»

Nell’ambito del maxiprocesso per il crac di Adria Costruzioni la legale dell’istituto di credito ha spiegato perché si ritiene truffata dal suo ex direttore Yves Wellauer, ma per l’avvocato Filippo Ferrari non può dirsi ingannata
Il cantiere Adria Village a Novazzano nel 2016. © CdT/Archivio
Federico Storni
20.09.2024 16:49

Il dibattimento in corso da settimane nella sala del Consiglio comunale di Paradiso è noto come processo Adria Costruzioni, ma sotto la lente più che il maxicrac da oltre venti milioni della società immobiliare vi è quello che secondo l’accusa si può chiamare «metodo Wellauer», dato che all’ex direttore della filiale di Lugano di banca WIR sono imputate condotte criminali che vanno oltre quelle che avrebbe commesso con i due titolari di Adria, Adriano e Filippo Cambria. Per le difese, invece, sarebbe più corretto parlare di «metodo WIR»: si sostiene, infatti, che la banca sia stata quantomeno negligente nella vicenda. Avrebbe dovuto accorgersi di quel che stava succedendo, dunque non si potrebbe parlare di inganno astuto, e conseguentemente di truffa. È su questo aspetto che si è incentrata la giornata di oggi, in cui hanno parlato l’avvocata di banca WIR Mariella Orelli e il primo degli avvocati difensori, il legale Filippo Ferrari che rappresenta un 37.enne amico di Filippo Cambria che si trova sul banco degli imputati su insistenza proprio della banca, dopo che per diverso tempo l’accusa l’aveva piuttosto considerato una vittima. Ora la procuratrice pubblica Chiara Borelli gli implica un ruolo tutto sommato marginale («un ingenuo», l’ha definito) e ne ha chiesto la condanna a dieci mesi sospesi.

«Non hanno agito da soli»

«Ci preme sottolineare – ha esordito l’avvocata Orelli nella sua arringa – che questa fattispecie va distinta dai casi più comuni in cui sono i soli clienti a causare un danno alla banca. Qui i clienti non hanno agito da soli, ma sempre di concerto con un dipendente, e non uno qualsiasi. Il Tribunale federale nella sua giurisprudenza sul reato di truffa distingue le due fattispecie. E conclude che l’elemento dell’astuzia è soddisfatto nel caso in cui gli organi di una banca sono ingannati da un cliente che agisce in concerto con un dipendente della banca. Il motivo della distinzione risiede nel rapporto di fiducia esistente all’interno dell’istituto di credito, premessa fondamentale sulla base della quale opera un’organizzazione complessa quale è la banca. Ed è sfruttando questo rapporto che i Cambria sono riusciti a ottenere importi milionari, grazie al lavoro di Wellauer». Orelli ha poi sottolineato che gli accertamenti successivi «non hanno rilevato carenza organizzative interne a banca WIR tali da spiegare quanto successo».

«Il mio cliente non sapeva»

Per l’avvocato Ferrari, per contro, vi erano indizi tali per cui la banca dovesse quantomeno accorgersi di quanto stava accadendo. Il legale ha portato un esempio precedente, che coinvolge due persone che appaiono anche nell’incarto Adria ma che verranno giudicati separatamente, risalente al 2012 e terminato in un decreto d’abbandono. L’argomento di Ferrari, al di là dell’esito penale, è che per quella fattispecie la banca aveva subito una perquisizione e dunque avrebbe dovuto insospettirsi, verificare. Malgrado ciò, la banca ha però concesso ai due un altro importante credito di costruzione, senza che loro – si scoprirà poi – avessero in realtà i mezzi propri per ottenerlo. «Nella vicenda Adria - ha detto Ferrari - la banca ha subito un pregiudizio: non credo che nessuno lo neghi. Ma è stata una truffa? Le cose erano lì da vedere. È la banca a concedere crediti con leggerezza».

Quanto al suo cliente, il legale ha precisato che di tutti quelli alla sbarra il 37.enne sia stato il solo a mettere (e perdere) soldi suoi in queste operazioni, un milione e mezzo: «Perché la banca se la prende con lui, visto che è stato lui a denunciare e a permettere alla banca di capire che qualcosa non funzionava? Di tutto questo il mio cliente non sapeva nulla. E, se avesse saputo che Wellauer prendeva soldi dai suoi clienti, sono sicuro che non avrebbe messo i suoi soldi nell’operazione».

Un'amicizia di cui pentirsi

Non è stato questo portare in carcere Filippo Cambria, ma aver dato l’amicizia su Facebook a un collaboratore basilese di WIR sicuramente non ha aiutato. Quest’ultimo, ha spiegato l’avvocatessa Orelli, sul profilo di Cambria ha visto macchinoni, yacht, bella vita. E ha segnalato la cosa al servizio giudiridico di WIR. La banca ha poi prudenzialmente sospeso i crediti all’imprenditore e lo ha convocato alla sede centrale. La notte precedente, hanno scoperto gli inquirenti che stavano intercettando le comunicazioni di Cambria, Filippo ha dormito malissimo. C’è anche un messaggino di Wellauer: «Devo tirarti le orecchie, perché non dai ascolto? Le foto con gli yacht...».

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