Tutti vogliono ridurlo, ma c'è chi spinge e chi frena
È un po’ come nel tiro alla fune. Finora ha sempre vinto il Municipio di Bellinzona, non facendo nemmeno chissà quale sforzo, ma prima o poi a spuntarla potrebbe essere il Consiglio comunale. Magari già dal 2025. Il discorso relativo al moltiplicatore d’imposta, per il secondo anno consecutivo, è emerso di transenna durante la discussione sul preventivo andata in scena lunedì scorso. Dal 2018 è fisso al 93%. Il Centro non ha nascosto che vorrebbe ridurlo, già fra dodici mesi. Lega e UDC sono sulla stessa lunghezza d’onda, tant’è che già per il 2023 avevano chiesto che scendesse al 91%. Il PLR è per il sì, ma preferisce aspettare. L’Unità di sinistra non si è espressa, ma la sua posizione non dovrebbe essere diversa da quella dei liberali radicali. «Anche noi vorremmo abbassarlo, ma oggi non è possibile», ha affermato il sindaco Mario Branda.
Il tasso più alto fra i poli ticinesi
Per conoscere i rapporti di forza in seno al plenum (la competenza di fissare il moltiplicatore, su proposta del Municipio, spetta come noto al Legislativo), tuttavia, bisogna aspettare le elezioni del 14 aprile. Quello che è certo, allo stato attuale, come rimarcato in sala dal capogruppo de Il Centro Gabriele Pedroni e da Tuto Rossi per la destra, è che Bellinzona ha il tasso più alto fra i poli ticinesi. A Lugano è pari al 77%; Chiasso ha l’88%; Mendrisio il 77%; infine Locarno con il 90%. Più alto pure di quello degli altri quattro Comuni del distretto, aggiungiamo noi: Arbedo-Castione (91%), Cadenazzo (88%), Lumino (90%) e Sant’Antonino (70%). Il gettito nella Turrita è garantito soprattutto dalle persone fisiche (con oltre 85 milioni), nella misura dell’87%. Il dato è in costante crescita. Idem, peraltro, quello delle persone giuridiche (l’importo supera i 13 milioni).
Tant’è che il disavanzo record prospettato per il 2024 (9,4 milioni di franchi) è dovuto principalmente proprio all’incremento delle entrate fiscali, che hanno portato ad una diminuzione complessiva del contributo di livellamento di circa 5 milioni.
Tra riforma fiscale e scenari
Dal 2025 gli enti locali potranno differenziare il moltiplicatore comunale d’imposta fra persone fisiche e giuridiche. Intervistato dal nostro giornale il 22 novembre, il capodicastero Finanze ed economia Fabio Käppeli alla domanda se la Città ci ha già fatto un pensierino aveva risposto che è «una riflessione che si può fare. Da una parte va considerato che la pressione fiscale per le persone giuridiche si ridurrà con l’ultima tappa della riforma fiscale, mentre, dall’altra, proprio per questo, una diminuzione del loro moltiplicatore non peserebbe troppo sulle finanze dei Comuni in cui a farla da padrone sono le persone fisiche». Come la Turrita, appunto.
Se teniamo conto di queste ultime dichiarazioni e di quelle di lunedì sera del sindaco Mario Branda, non è affatto escluso che il moltiplicatore per il 2025 delle persone fisiche possa rimanere stabile al 93%, contrariamente a quello per le imprese che potrebbe scendere di qualche punto percentuale (90 o 91%?).