Un sì risicato ai conti dopo oltre venti ore di dibattito
Tanto tuonò che non piovve. O meglio: nello «stallo alla ticinese», durato ben quattro lunghissimi giorni di dibattito, alla fine nella maggioranza composta da PLR, Centro e Lega nessuno ha premuto il grilletto. Risultato: un sì risicato, ma comunque un sì, ai conti cantonali del prossimo anno. Con 33 voti favorevoli (giunti in particolare da PLR e Centro), 29 contrari (PS, Verdi, UDC, Avanti con T&L, PC, MPS, PVL e Più donne) e l’astensione della Lega, il Preventivo 2025 ha ricevuto il via libera dal Gran Consiglio.
Dopo una lunga notte
Ci eravamo lasciati, mercoledì sera, con il movimento di via Monte Boglia a chiedere il rinvio del voto al giorno successivo. Come dire: «Serve una notte per rifletterci», soprattutto vista la posta in gioco. Ebbene, quella notte di riflessione ha portato la Lega sì ad astenersi, ma non a far pendere l’ago della bilancia verso la bocciatura dei conti.
Al rientro in aula, il capogruppo Boris Bignasca si è così espresso, senza girarci troppo attorno: «Un dibattito lungo, autoreferenziale, stucchevole. La Legge sulla gestione finanziaria non è stata rispettata, aumentando di sei milioni il deficit proposto dalla maggioranza della Gestione, senza proporre uno straccio di contromisura». E ancora: «Equilibrio finanziario, parsimonia ed economicità, ossia principi sanciti nella Legge finanziaria cantonale, sono in quest’aula parole vuote». Ad ogni modo, ha chiosato Bignasca lasciando intravedere l’astensione finale del suo gruppo, «le proposte di risparmio della Lega, nella loro versione ‘light’ della Gestione, sono passate».
Poco prima, a mostrare tutta la sua delusione per come si è svolta la vicenda, è stata la capogruppo del PLR, Alessandra Gianella: «Tre giorni lunghi e sfiancanti in cui siamo andati in aula con misure supplementari che nessuno ha preso a cuor leggero», ha premesso la liberale radicale, per poi lanciare una frecciatina al Centro, partito che si è smarcato dall’accordo di maggioranza, proponendo assieme al PS lo stralcio del risparmio sulla pedagogia speciale. «È evidente a tutti – ha spiegato Gianella – quanto sia complesso trovare risparmi in quest’aula. Constatiamo, però, che non c’è la volonta di fare risparmi per il futuro. Ed è lampante come tenere saldi i compromessi raggiunti fra i partiti sia diventato più difficile. Ci abbiamo provato, ma il risultato non è stato molto confortante». Poi la chiusura, chiedendo un cambio di rotta: «Voteremo a favore del preventivo, ma è urgente cambiare approccio per le future generazioni. Se ciò non accadrà, non siamo più disposti a esercizi di questo tipo».
Ben diverso, invece, il discorso del capogruppo del Centro, Maurizio Agustoni. Il deputato, guardando al risultato degli emendamenti, ha infatti voluto relativizzare quanto accaduto in questi giorni. «Il preventivo che stiamo per votare, rispetto al messaggio del Governo contiene tre cambiamenti: il mancato incasso della tassa di collegamento, deciso nelle sedute passate da una maggioranza che include Centro e PLR; la rinuncia a modificare il regime di compensazione a freddo, accolta da tutto il plenum o quasi; la decisione di non ribaltare sui Comuni gli oneri dei docenti di educazione fisica e musicale, che ha raccolto ampio sostegno generalizzato». Infine, «l’altro emendamento che ha peggiorato i conti è stato ritornare al messaggio del Governo per quanto riguarda la pedagogia speciale. E anche questo è stato accolto da una maggioranza molto ampia». Ecco perché, ha sottolineato Agustoni, «sostanzialmente stiamo votando lo stesso documento che ci è stato presentato dal Consiglio di Stato. Stiamo parlando di un’infinitesima differenza tra il messaggio e il rapporto. E quindi – si è chiesto Agustoni – perché non dobbiamo approvarlo?».
Partitini schierati
I partiti che non siedono in Governo hanno da parte loro semplicemente «fucilato» il preventivo. Le motivazioni dietro al rifiuto sono tuttavia diverse. Per Sergio Morisoli, capogruppo UDC, «non ci sono più vetri sui quali arrampicarsi»: «Il Ticino è fra i cantoni che spendono e tassano di più, ha un debito crescente, ha una socialità fra le più costose e ha salari fra i più bassi. Ma da oggi siamo anche il Cantone più smarrito». Da parte sua, anche Samantha Bourgoin non ha indossato i guanti bianchi per dire no ai conti. «La maggioranza sta tagliando in nome del pareggio di bilancio, togliendo risorse agli anziani, ai giovani e alle persone fragili». Allo stesso tempo, però, per la co-coordinatrice dei Verdi «senza vergogna si fanno regali ai benestanti». No secco anche da Giuseppe Sergi (MPS), perché «di fatto questo preventivo non fa nient’altro che riprendere quello dello scorso anno». «Questo preventivo non ci soddisfa» nonostante gli emendamenti accolti sulla scuola, ha tagliato corto Lea Ferrari (PC). «Non voteremo un preventivo di uno Stato che in periodi difficili non viene incontro agli emarginati», ha chiosato Maura Mossi Nembrini (Più donne). Chiusura con l’auspicio di Evaristo Roncelli (Avanti): «Credo che questo cantone debba iniziare una svolta per rimanere agganciato agli indirizzi nazionali e non rimanere ancorato in periferia. Dobbiamo mettere davanti gli interessi cantonali a quelli personali, regionali o comunali».
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