Il caso

«Una condizione di inquinamento rilevante»

Officine FFS di Bellinzona: il Consiglio di Stato si china sulla bonifica dello stabilimento industriale – Le FFS dovranno eseguire indagini dettagliate – Alla cassa pure Città e Cantone, forse
© CdT/Gabriele Putzu
Alan Del Don
24.08.2024 06:00

Bisogna ancora attendere le indagini dettagliate, ma è verosimile credere che sul sedime che da quasi un secolo e mezzo accoglie le Officine FFS di Bellinzona c'è da aspettarsi «una condizione di inquinamento rilevante, sia nella tipologia qualitativa sia nell’estensione orizzontale/verticale». Così risponde, come appreso dal Corriere del Ticino, il Governo all’interrogazione inoltrata dai Verdi (primo firmatario il granconsigliere Marco Noi).

In attesa del rapporto

Come abbiamo anticipato il 12 agosto, fra poche settimane le Ferrovie trasmetteranno allo stesso Consiglio di Stato ed al Municipio un primo rapporto relativo allo smantellamento dello stabilimento industriale e alla relativa bonifica. «Allo stato attuale le conoscenze relative alla situazione ambientale sono, anche a causa del fatto che il sito è ancora in utilizzo, molto limitate. Le stesse dovranno essere approfondite mano a mano che il sito sarà liberato dalle infrastrutture», spiega l’Esecutivo cantonale.

Passo dopo passo

L’ex regia federale ha eseguito dei primi controlli fra il 2017 ed il 2018; verifiche definite «molto parziali» e quindi non rappresentative delle condizioni della superficie di oltre 100 mila metri quadrati sulla quale si svilupperà a tappe un innovativo quartiere. Le FFS si sono impegnate ad eseguire delle indagini dettagliate (con i costi a loro carico) nei prossimi anni, che si svolgeranno con ogni probabilità su più fasi.

Per seguire ogni sviluppo il Governo ha chiesto la costituzione di un gruppo operativo. Un consesso che «dovrebbe poter prendere atto degli sviluppi e dei risultati delle indagini, così da poter prevedere, se necessario, le conseguenze tecniche e/o finanziarie legate alla gestione dei siti inquinati, conformemente agli accordi sottoscritti tra le parti» nel dicembre 2017.

Su costi e tempi?

Il Consiglio di Stato specifica, infine, che «bisogna innanzitutto distinguere tra sito contaminato, la cui bonifica è prescritta dalla Legge federale sulla protezione dell’ambiente in quanto può essere all’origine di effetti dannosi o molesti per l’ambiente, e sito inquinato, la cui bonifica non è obbligatoria. Oltre a ciò, la natura degli inquinanti è determinante ai fini di una eventuale bonifica: sostanze poco mobili (che si ancorano al suolo e quindi rimangono in loco) prevedono metodi di risanamento completamente diversi dalle sostanze mobili, che vengono trasportate, ad esempio tramite dilavamento, con l’acqua piovana o di falda».

Aspetti, questi, che potrebbero influire sui costi di realizzazione e sulle tempistiche, relativamente ovvio al comparto che sorgerà al posto delle Officine. Un’altra questione da considerare, insomma, nello sviluppo del quartiere che vedrà l’insediamento di contenuti formativi, sociali, residenziali, commerciali, culturali e alberghieri. Spazio inoltre alla ricerca, al Parco dell’innovazione e alla sede della SUPSI.

Un'altra Escher Wyss?

Alla cassa, in ogni modo, potrebbero passare pure la Città di Bellinzona ed il Cantone. Assieme alle Ferrovie saranno infatti proprietari dei terreni «orfani» dell’impianto produttivo; metà l’ente pubblico, metà l’azienda. Come precisa il Governo, «le altre misure legate alle prospettate procedure edilizie di smaltimento di materiale e terreno inquinato in aree non contaminate (cioè da non risanare obbligatoriamente) saranno invece a carico dei futuri proprietari».

Ricapitoliamo, prima di perderci. I costi di risanamento di un eventuale sito contaminato sono a carico delle FFS, mentre per quelli per tutti gli altri interventi dovranno mettere mano al borsello Città e Cantone. Dunque tutti noi. Una volta note le indagini nel dettaglio, si potrà avere un quadro più chiaro. «Gli scenari possibili potrebbero anche includere la necessità di isolare e contenere gli inquinanti per permettere lo sfruttamento delle superfici (come avvenuto a Zurigo nel caso Sulzer-Escher Wyss)», rileva il Governo.

La stima: 30-50 milioni

Secondo una prima stima, ricordiamo, per la bonifica dell’ampio sedime si ipotizza una spesa compresa tra i 30 e i 50 milioni. La cifra precisa la conosceremo, forse, a breve. Quando arriverà l’atteso rapporto delle Ferrovie.

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