Una lunga giornata per un'imposta più bassa
Man mano che la quota di Comuni scrutinati cresceva, si intensificava anche il tintinnio dei bicchieri, al Class di Lugano, dove si sono dati appuntamento gli iniziativisti del Centro/PPD. A metà dello spoglio, poi, quando ormai era chiaro a tutti che l’iniziativa ‘‘Per un’imposta di circolazione più giusta!’’ sarebbe passata, la tensione si è sciolta in un brindisi. Restava solo da capire di quanto avrebbero vinto. «Secondo me arriviamo al 63%», diceva qualcuno. «No – ribatteva qualcun altro – al massimo toccheremo il 61%». Alla fine, l’iniziativa ha raccolto il 60,3% dei «sì». Il controprogetto, invece, si è fermato al 43,1% di voti favorevoli. Un risultato che ha spazzato via, senza appello, lunghi mesi di discussioni politiche. «Pensavo sarebbe stata una votazione più tirata, visto che il controprogetto aveva ottenuto la maggioranza in Parlamento», ha ammesso il presidente del Centro/PPD Fiorenzo Dadò. Motivo in più per rallegrarsi del responso delle urne. «Sì, questo risultato ci soddisfa particolarmente, dato che abbiamo condotto la campagna praticamente in solitaria e con il PLR contrario, visto che in comitato ha deciso di bocciare entrambe le proposte», ha aggiunto Dadò al termine dello spoglio. «Ora ci attendiamo che dal 2023 l’imposta di circolazione venga abbassata per la stragrande maggioranza dei ticinesi». Già, perché come ribadito dall’iniziativista Marco Passalia, «la vittoria, più che del Centro, è proprio dei cittadini che, di fronte ai costi crescenti di cassa malati ed energia, potranno beneficiare di uno sgravio».
Dai brindisi alla rassegnazione
A Riva San Vitale, dove il capogruppo del PS Ivo Durisch e la co-coordinatrice dei Verdi Samantha Bourgoin hanno seguito i risultati del voto, il clima era certamente meno festoso. Anche se, va detto, tra i promotori del controprogetto c’era consapevolezza che sarebbe stato difficile centrare l’obiettivo. E anche in questo caso, già a metà spoglio, il risultato era ormai chiaro a tutti. «Sapevamo di partire svantaggiati», ha commentato a caldo Ivo Durisch. «Cosa non ha funzionato? In un contesto in cui c’è stata pochissima chiarezza (con le informazioni arrivate dalle associazioni degli importatori d’automobili, che hanno confuso le acquee, e le risposte del DI che sono arrivate solo tre settimane prima del voto) credo che il cittadino, alla fine, abbia scelto l’iniziativa poiché era più semplice, mentre il nostro controprogetto inseriva anche un aiuto mirato per il trasporto pubblico. Un contesto di confusione che – ha aggiunto deputato socialista analizzando l’esito della votazione – non ha aiutato né il controprogetto, né l’iniziativa».
Botta e risposta
Una frecciatina agli avversari, invece, l’ha lanciata Bourgoin: «Abbiamo affrontato questo percorso in modo sereno. La proposta ‘‘originale’’ è stata affrontata in maniera un po’ populista, mentre la comunicazione degli iniziativisti, a nostro avviso, era al limite dell’accettabile». In fin dei conti, dunque, «credo che la gente abbia avuto voglia di vedersi almeno una tassa diminuire. Ora, speriamo che questi effetti mirabolanti promessi dagli iniziativisti si traducano in una diminuzione a gennaio dell’imposta di circolazione, e che quindi i cittadini non prendano una fregatura».
Parole che non hanno lasciato indifferente il presidente del Centro/PPD, che da Lugano ha prontamente replicato. «Fa sorridere – ha detto Dadò – che l’accusa arrivi proprio da chi a ogni temporale evoca scenari da fine del mondo pur di racimolare qualche voto». L’intenzione, ha aggiunto, «era quella di dare sollievo agli automobilisti ticinesi che, lo ricordiamo, pagano una delle imposte più care della Svizzera». Certo, ha proseguito, «non esiste un calcolo che permetta di far risparmiare tutti gli automobilisti. Ora la palla passa al Governo e al Dipartimento delle istituzioni, e noi ci aspettiamo che il 90% dei ticinesi abbia una riduzione dell’imposta».
Ma per il presidente del Centro/PPD non finisce certo qui. «Questo è un primo passo nei confronti della popolazione, che sta attraversando un periodo complicato visti i rincari». Un primo passo che non deve essere l’ultimo: «La politica dovrà valutare nel prossimo futuro ulteriori misure, perlomeno per quanto riguarda la cassa malati e l’energia. E, soprattutto, è importante che nessuno pensi di aumentare le tasse per risanare le finanze dello Stato».
Partecipazione bassa
Nonostante si trattasse di un tema caldo e a lungo dibattuto, la partecipazione al voto è stata piuttosto tiepida, fermandosi al 35%. «Sì - ha ammesso Dadò - l’affluenza è stata bassa. Ma è stata bassa anche per la votazione del ‘‘decreto Morisoli’’, nel maggio scorso (quando la partecipazione si era attestata al 38,3%, ndr)». Eppure, secondo il consigliere di Stato Norman Gobbi, occorrerebbe fare una riflessione. «Calcolando che in Ticino abbiamo 200 mila veicoli immatricolati, il fatto che sia andato a votare solo un terzo dei cittadini mi induce a pensare che pochi si siano sentiti coinvolti. Forse per l’imposta di circolazione la discussione era troppo tecnica, ma anche gli altri due temi in votazione - che dovrebbero interessare tutti noi - non hanno aumentato la partecipazione». Un’altra opzione, aggiunge Gobbi, è che sia mancato anche il traino delle votazioni federali. «In tutti i casi, questo ci dovrebbe far riflettere sull’opportunità di cambiare gli strumenti di comunicazione o di coinvolgere maggiormente la popolazione. In questa tornata, infatti, non c’erano cartelloni in giro per le strade, mentre quando ci sono i temi federali la cartellonistica è molto più marcata. E anche noi, come istituzioni, dovremmo riuscire a sollecitare di più la popolazione, richiamando l’attenzione sul voto».