Un'alleanza per la pedagogia, il Centro si smarca e va con il PS
Un’alleanza formata da Partito socialista e Centro per «salvare» la pedagogia speciale dai tagli contenuti nel Preventivo 2025. È quella che si è formata oggi con l’accordo fra il deputato Danilo Forini (PS) e il presidente del Centro Fiorenzo Dadò. Un’alleanza che ha portato alla firma di un emendamento che verrà presentato in aula settimana prossima nella sessione di Gran Consiglio. In pratica, il testo chiede di abrogare il decreto legislativo – sottoscritto nel rapporto di maggioranza sostenuto da PLR, Lega e pure dal Centro – che chiede di frenare la spesa per la pedagogia speciale di 2 milioni (da 6 milioni si passerebbe a 4). Insomma, con l’adesione all’emendamento da parte di Dadò, l’accordo trovato dalla maggioranza della Gestione sul preventivo inizia a zoppicare, perlomeno per quanto riguarda il colpo di forbice sulla pedagogia speciale. La scuola, dunque, sta diventando sempre più uno dei temi caldi in vista del dibattito sui conti del prossimo anno.
Più di 8 mila firme raccolte
Da noi raggiunto, il co-presidente del PS Danilo Forini ricorda le oltre 8 mila firme raccolte in una decina di giorni da diverse associazioni tramite una petizione online. E se, come ricorda Forini, il PS aveva da subito annunciato la presentazione di un emendamento per evitare il taglio alla pedagogia speciale, in questi giorni è arrivata appunto un’intesa anche con il Centro. «C’è una comune sensibilità sul fatto che i tagli alla scuola e alla socialità devono prima essere ben analizzati e ragionati. E, più in generale, una volontà di difendere la scuola nella sua globalità», chiosa il socialista. Ora, resta da vedere se questa nuova dinamica politica avrà effetti anche sul sostegno globale della maggioranza al Preventivo 2025. Non va dimenticato, infatti, che anche la Lega (parte della maggioranza) presenterà in Parlamento due emendamenti che riguardano l’asilo e le spese del Cantone per beni e servizi. Insomma, almeno due partiti su tre che formano l’intesa a favore dei conti presenteranno delle modifiche a quella stessa intesa.
La palla alla Commissione
Sempre a proposito di scuole, oggi il DECS ha licenziato il messaggio governativo con cui – come avevamo anticipato su queste colonne negli scorsi giorni – propone al Gran Consiglio di posticipare di un anno (al 2026/2027) l’entrata in vigore dell’insegnamento del tedesco in prima Media. Una decisione in questo senso era stata presa nel 2023 dal Gran Consiglio. E l’entrata in vigore era prevista per il 2025. Ma, come spiega il DECS nel messaggio, «l’implementazione dell’anticipo del tedesco in 1. Media, oltre alla riorganizzazione delle ore di lezione, richiederà nuove e nuovi docenti di tedesco (a seconda del modello scelto, da 6 a 26 unità a tempo pieno) e comporterà un costo annuale fisso supplementare (da 805.000 a 3.220.000 franchi)». E dunque, «considerando il contesto finanziario attuale, le risorse disponibili e la necessità di curare l’implementazione di un cambiamento di questa portata, che richiede, oltre al reperimento del personale docente formato, anche l’affinamento del piano di studio al fine di definire i contenuti da trattare nel nuovo corso di tedesco», il Governo «ritiene opportuno posticipare la realizzazione di questa novità all’anno scolastico 2026/2027». Ora la palla passa alla Commissione formazione e cultura, la quale dovrebbe dare il suo via libera nella seduta del 16 dicembre. E poi, l’ultima parola spetterà al Parlamento nella sessione di gennaio 2025.
Dove mancano docenti?
Sempre il DECS, oggi, presentando l’offerta formativa per i docenti, ha sottolineato che «le materie per cui si prospetta un fabbisogno spiccato di docenti nel sistema scolastico nei prossimi anni sono il francese, il tedesco e la matematica per la scuola media, come pure il tedesco per quanto riguarda le scuole medie superiori». Annunciata anche l’apertura dei concorsi per la nomina o l’incarico di docenti e di operatori scolastici cantonali per l’anno scolastico 2025-2026. Il bando, esclusivamente online, resterà aperto fino al 10 gennaio.