Dall’anticipo al posticipo, il tedesco verso il rinvio
In Commissione formazione e cultura – chi più chi meno, con varie sfumature – sono pressoché tutti d’accordo. E, dunque, come anticipato negli scorsi giorni su queste colonne, la decisione di anticipare l’insegnamento del tedesco in prima Media verrà con ogni probabilità posticipata di un anno. Non entrerà in vigore, come inizialmente previsto, nell’anno scolastico 2025/26, bensì in quello successivo.
Tuttavia, come spiegatoci dalla presidente della Commissione, la deputata Maddalena Ermotti Lepori (Centro), «siccome la decisione del Gran Consiglio faceva espressamente riferimento all’entrata in vigore in un anno preciso (ndr. il 2025/26), solo il Gran Consiglio stesso può decidere di rinviare di un anno la misura». Concretamente, dunque, alla luce del sostanziale «nulla osta» politico da parte della Commissione Formazione e cultura, ora il Governo dovrebbe licenziare un messaggio, e poi la Commissione stessa (teoricamente a metà dicembre) produrrebbe in tempi brevi un rapporto per portare il tema all’attenzione del Parlamento. E se tutto andrà come deve andare, una decisione da parte del plenum dovrebbe essere presa nella prima sessione del prossimo anno, agendata a gennaio.
Ad ogni modo, come si diceva, dalla Commissione, che si è riunita questo pomeriggio a Palazzo delle Orsoline, è arrivato un sì convinto alla richiesta del DECS di poter ritardare di un anno l’entrata in vigore della misura. Una richiesta che, come avevamo riferito, è legata da una parte alla necessità di più tempo per trovare e formare i docenti supplementari necessari al cambiamento e, dall’altra, a motivi di carattere finanziario. Il posticipo di un anno scolastico, infatti, permetterebbe di risparmiare qualche milione tra il 2025 e il 2026.
All’appello in merito all’anticipo dell’insegnamento del tedesco in prima Media manca inoltre un altro tassello: la scelta del modello per applicare concretamente questa decisione. A marzo di quest’anno il DECS ha messo in consultazione tre possibili varianti e presto dovrebbe dunque comunicare su quale di esse è ricaduta la scelta. Il modello più «blando» prevede l’assunzione di sei docenti con un costo stimato di 800 mila franchi, quello più «incisivo» richiederebbe invece 26 nuovi docenti e 3,2 milioni di franchi.
Sì al sostegno dell’OSI
Da segnalare che la Commissione, sempre nella sua riunione di oggi, ha firmato anche quattro rapporti in merito al sostegno di varie istituzioni culturali. Tra queste, anche l’Orchestra della Svizzera italiana (OSI). Il Governo su questo fronte aveva suggerito di aumentare leggermente (di 100 mila franchi all’anno, per un totale di 16,4 milioni su quattro anni) il finanziamento cantonale all’OSI. Una richiesta accolta anche dalla Commissione a larga maggioranza. Sul rapporto infatti mancano unicamente le firme di Lega e UDC.