L'evento

Viva la musica popolare, viva Bellinzona

Dal 21 al 24 settembre la Turrita ospiterà la Festa federale che si terrà per la prima volta in Ticino - Ben 400 concerti e 2.000 artisti con la chicca del corteo della domenica - «Chi partecipa ne va assolutamente fiero»
© Louis Dasselborne
Alan Del Don
11.09.2023 18:00

Lo jodel è facile, dai. Almeno una volta nella vita l’abbiamo sentito cantare. L’hexenscheit invece, scommettiamo, saranno in pochi ad averlo suonato. Idem l’hackbrett, ancor meno lo schwyzerörgeli. Nessun problema: fate ancora in tempo ad imparare. L’occasione (e che occasione) è data dalla Festa federale della musica popolare - evento quadriennale giunto alla 14. edizione sotto l’egida dell’omonima associazione - che si svolgerà a Bellinzona da giovedì 21 a domenica 24 settembre con entrata gratuita (così come i trasporti pubblici per gli spettatori provenienti da Sud delle Alpi: basta stampare l’apposito biglietto). Per il Ticino sarà una primizia. Sono attese fra le 60.000 e le 100.000 persone. Molto, è innegabile, dipenderà dalle condizioni meteorologiche, visto che (quasi) tutto si terrà all’aperto. Per scongiurare le bizze di Giove pluvio forse è meglio fin da subito munirsi di un talerschwingen, strumento tipico dell’Appenzello e del Toggenburgo: al posto della moneta da 5 franchi nella ciotola possiamo mettere dei cerotti facendoli... arrivare fino in cielo.

«Alberghi pieni ovunque»

Forse non serve arrivare a tanto. Di sicuro sarà sufficiente il giallo-sole che è il colore simbolo dell’attesa manifestazione. «È ottimismo, energia, felicità e speranza. Tutte caratteristiche che ritroviamo anche nella musica», ha esordito oggi di fronte alla stampa Carla Norghauer, volto noto della RSI e madrina dell’appuntamento. Lei, nipote e figlia di suonatori di alcune bandelle ticinesi, sa di cosa parla. E inoltre ha vissuto le edizioni andate in scena ad Aarau (2015) e Crans-Montana (2019, vedi sotto). A quest’ultima c’era anche Andrea Bersani, presidente del Comitato organizzatore. È in Vallese che l’hanno convinto ad accettare la sfida. «Sono sicuro che vinceremo la scommessa. Non è stata una passeggiata, considerando che ci sono volute ben 15.000 ore di lavoro, ma ora possiamo finalmente dire che è tutto pronto», ha osservato l’ex vicesindaco di Bellinzona. Il quale ha pure svelato che l’idea iniziale era quella di allestire la festa su tutto il territorio della Città aggregata.

Il lato migliore della Turrita

Ma subito ci si è resi conto che dal punto di vista logistico sarebbe stato impossibile. Quindi si è optato per il centro storico della Turrita, sulla falsariga di quanto si fa durante il carnevale Rabadan. Il villaggio non sarà dei bagordi, ma delle sette note. Sarà «popolato» da 2.000 musicisti (tra i quali 60 gruppi della Svizzera italiana) e da 300 volontari e contraddistinto da 13 palchi e quattro sale concerti (l’oratorio dietro la Collegiata, le palestre della Federale e delle scuole Sud ed il Sociale). Complessivamente le esibizioni saranno più di 400. «Quando ci sono questi appuntamenti popolari i bellinzonesi rispondono sempre presente. La Città svelerà il suo lato migliore. Mi dicono che gli alberghi sono pieni da Biasca e Chiasso. Tutto il cantone beneficerà di questo grande evento», ha assicurato il sindaco Mario Branda. Gli ha fatto eco il direttore dell’Organizzazione turistica regionale Bellinzonese e Alto Ticino Juri Clericetti parlando di «un’importante vetrina promozionale che va sfruttata per invogliare il turista a tornare nella Turrita, certo, ma anche a Sud delle Alpi». Ampia, a questo proposito, la copertura radiotelevisiva della SSR.

Il balivo, la cultura e PerBacco

Non ci poteva dunque essere scelta musicale migliore, da parte di Claudio Sartore, che con la fisarmonica ha intonato «Amore ticinese» prima di cedere la parola all’ultimo relatore: Ralph Janser, presidente dell’Associazione svizzera della musica popolare che quest’anno soffia su 60 candeline. Nominato nell’aprile 2022, è alla sua prima Festa. L’emozione, palpabile, lascia però spazio all’ironia: «Un mio antenato, Balthasar Janser del Canton Svitto, fu balivo di Bellinzona dal 1666. Io sono venuto nella vostra bella capitale con intenzioni assolutamente pacifiche...». La manifestazione, ci dice, consentirà di mostrare ciò di cui siamo tutti orgogliosi, ossia la Svizzera «come Paese con quattro lingue nazionali, con culture diverse e con numerosi stili. I musicisti sono orgogliosi di farne parte». Impossibile riassumere, in poche righe, il variegato programma. Che si aprirà giovedì 21 settembre alle 18 con i primi concerti. In particolare alle 23 sul palco di piazza del Sole saliranno i Vad Vuc.

Venerdì 22 si inizierà già alle 16; la cerimonia ufficiale è in agenda tre ore più tardi. Giornata pazzesca quella di sabato 23 con il tradizionale mercato che, eccezionalmente, terminerà alle 16; la Spada nella rocca dalle 13 al Castelgrande; e la degustazione di vini grazie a PerBacco!, la festa della vendemmia che sarà «ospite» di quella della musica. Domenica 24 spazio al corteo lungo il viale Stazione con mille partecipanti. Il budget è di 1,8 milioni. Info sul sito www.bellinzona2023.ch, pure in merito al pin in vendita a 10 franchi quale sostegno.

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