«Vogliamo mettere radici investendo 20 milioni»
Un investimento di 20 milioni di franchi nei prossimi due anni e la creazione di una quarantina di posti di lavoro entro la fine del 2023. La start-up inglese Peptone, specializzata nella ricerca sulle proteine, «vuole mettere radici a Bellinzona», per dirla con le parole del CEO e fondatore Kamil Tamiola che il Corriere del Ticino ha intervistato in esclusiva. La società con sede a Londra ha già preso possesso del secondo e del terzo piano dello stabile Fabrizia in via Vela, rilevato dalla Città lo scorso autunno con l’obiettivo di farne un’antenna del polo biomedico.
L’esempio della Humabs
«La costruzione di un’azienda di bioterapie performante ed efficiente richiede un solido team di talenti di ricerca e sviluppo, una struttura aziendale efficiente dal punto di vista fiscale, disponibilità di spazi di laboratorio per l’espansione e una cultura del fare di qualità. Dopo aver ascoltato la storia di Filippo Riva e della Humabs BioMed (la società di biotech con sede anch’essa nella Turrita; n.d.r.) da uno dei nostri consulenti di alto profilo, ci siamo subito resi conto che se fossimo stati interessati ad espandere le nostre operazioni in una località fuori dall’Inghilterra, ebbene Bellinzona sarebbe stato il posto perfetto. La convinzione di ampliare la nostra attività nella capitale del vostro Cantone è diventata ancora più forte dopo l’incontro avuto con Gabriel Haering, in qualità di rappresentante dell’Agenzia svizzera per l’innovazione in Ticino. Gabriel e Filippo ci hanno aiutato enormemente con l’impostazione delle nostre operazioni a Bellinzona, presentandoci inoltre alle persone giuste». Fra queste vi è il sindaco Mario Branda e i colleghi di Municipio nonché la Fondazione Agire, che hanno accolto Kamil Tamiola e i suoi collaboratori a braccia aperte: «Credo davvero che Bellinzona possa diventare un interessante polo per la ricerca biotecnologica avanzata e, in virtù della qualità di vita e della bellezza intrinseca del Cantone Ticino, ritengo sia in grado di rivaleggiare con altri siti biotecnologici affermati a livello internazionale. Spero in questo senso che Peptone possa svolgere un piccolo ruolo nel piantare la bandiera del Ticino nel mondo».
«IRB e IOR sono un orgoglio»
Per sviluppare le scienze della vita nella Turrita saranno fondamentali le collaborazioni, in primis con l’Istituto di ricerca in biomedicina (IRB) e con l’Istituto oncologico di ricerca (IOR). Il CEO di Peptone ne è perfettamente consapevole: «Tutti i nostri dirigenti e persino gli investitori sono dell’idea che Bellinzona debba essere orgogliosa dell’IRB e dello IOR. Molti articoli e studi nei campi rilevanti per la nostra ricerca sono emersi dalla Città. Questo è il motivo per cui Peptone sta sviluppando attivamente almeno tre collaborazioni con i laboratori dell’IRB per delle posizioni di post-dottorato. Se i progetti di prova iniziale del concetto dovessero funzionare come previsto, potremmo essere in grado di fornire il nostro investimento nello sviluppo scientifico congiunto. Spero che questo dimostri il nostro entusiasmo per Bellinzona, ma anche il livello di impegno per la visione comune della capitale ticinese come hub biotecnologico che potrebbe rivaleggiare con Basilea e con Losanna ed il suo Politecnico».
Ma, concretamente, di cosa si occupa la start-up inglese? «Circa la metà delle proteine nel corpo umano, comprese molte che sono cruciali per la salute e la malattia, sono intrinsecamente disordinate (IDP) e strutturalmente labili, assumendo forme diverse a seconda del contesto cellulare. Senza una struttura fissa quando isolati, non sono modificabili per i metodi classici di scoperta dei farmaci e le loro sequenze genetiche sottostanti non possono prevedere con precisione le proprietà strutturali. Ciò rende estremamente difficile trovare e sviluppare farmaci che mirino e leghino queste proteine. Peptone, società di biofisica traslazionale, sta cambiando tutto questo. Combinando biofisica sperimentale, approcci sperimentali, supercalcolo ad alte prestazioni e apprendimento automatico, l’azienda che ho fondato sta sbloccando il potenziale degli IDP e aprendo la strada allo sviluppo di nuove terapie».
Filo diretto con Londra
Peptone c’è, insomma. Ed è in «una fase di crescita ed espansione molto rapida». Inizialmente all’ombra dei castelli lavoreranno 15 ricercatori, che entro un anno saliranno a 40. L’investimento supererà i 20 milioni di dollari, rileva Kamil Tamiola. Ed è destinato a crescere in futuro a dipendenza «del successo dei nostri programmi di sviluppo dei farmaci, attualmente nella fase embrionale». Lei si trasferirà a Bellinzona? «Sì, lo farò. Amo la città e la regione. Io e la mia famiglia prenderemo casa nella frazione di Carasso, un paese delizioso che tra l’altro si trova vicino al nostro ufficio in via Vela».
Anche l’azienda che lei dirige, par di capire, intende insediarsi in pianta stabile a Sud delle Alpi: «Esatto. Ci piacerebbe piantare le nostre radici. C’è ampio spazio per crescere, prezzi molto competitivi degli immobili e dei laboratori e, soprattutto, persone giovani, intelligenti e motivate. Non solo, le dirò di più: alcuni dei nostri ricercatori con sede a Londra (10, ma pure in questo caso si tratta di un numero che in prospettiva aumenterà; n.d.r.) potrebbero prendere seriamente in considerazione la possibilità di trasferirsi in Ticino. Già oggi le collaborazioni funzionano bene».