Trump e le acrobatiche spiegazioni sui documenti top secret
L’affaire Mar-a-Lago ha fatto già molto parlare di sé, non fosse altro perché è costato all’ex presidente americano Donald Trump la prima incriminazione penale federale della storia recente. L’indagine, promossa dal Dipartimento di Giustizia statunitense, aveva portato l’FBI a scoprire nella lussuosa tenuta in Florida di Trump delle carte e dei documenti top secret che non dovevano trovarsi in suo possesso, soprattutto una volta che quest'ultimo aveva lasciato la Casa Bianca. Tra questi fogli sarebbero figurati informazioni riservatissime relative alla sicurezza nazionale, segreti nucleari e un possibile attacco all’Iran, contenuto in un documento del Pentagono. La posizione del tycoon, in particolare, si sarebbe aggravata – secondo i procuratori speciali incaricati dell’inchiesta – per fatto che Trump si sia rifiutato di restituire "il maltolto" alla National Archives and Records Administration.
La prima tappa a Miami
Per questa ragione, l’ex presidente è comparso davanti alla Corte di Miami dove è ascoltato una prima volta dal giudice. Apparizione, la sua, che non è di certo passata inosservata, tra imponenti misure di sicurezza, piccate dichiarazioni post udienza e, per finire, una cena cubana offerta ai propri sostenitori in uno dei ristoranti più famosi della città. E adesso? Cosa sta facendo Trump? Il tycoon, naturalmente, non ha ancora digerito le accuse mosse a suo carico e si è così lanciato in una serie di acrobatiche spiegazioni su quanto rinvenuto a Mar-a-Lago.
«Ero molto occupato»
L’ex presidente è tornato a spiegare, con qualche giustificazione, come mai quelle carte riservate fossero nella sua residenza privata. E lo ha fatto davanti a Bret Baier di Fox News, come riporta la CNN. «Ero molto occupato», ha detto Trump, aggiungendo di «voler esaminare» prima tutte le scatole finite nel mirino degli Archivi federali per poter «rimuovere gli oggetti personali prima di consegnarle». Oggetti personali ai quali il tycoon sembra tenere molto: «Ho voluto togliere ogni sorta di cose, camicie da golf, vestiti, pantaloni, scarpe». Tutti oggetti che erano stati messi nelle famose scatole di cartone che contenevano anche i documenti. Aggiungendo che ha «evitato di chiedersi» il perché avesse conservato proprio lì anche tutte quelle carte classificate.
Giornali al vento
Trump ha invece fornito, sempre ai microfoni di Baier, una nuova risposta riguardo al documento classificato del Pentagono che – come riportato dalla CNN – sarebbe stato tra quelli in suo possesso negli scatoloni di Mar-a-Lago. Delle carte per le quali, secondo l’accusa, l’ex presidente non avrebbe avuto il nulla osta della sicurezza. Trump ha spiegato che il documento da lui stesso sventolato davanti alla gente non era niente più di un semplice giornale e non la cartellina del Pentagono. Proprio così. «Non avevo nessun documento in sé», ha dichiarato. «I fogli che avevo in mano erano articoli di giornali e riviste». Negando così anche i presunti piani per un attacco all’Iran che vi sarebbero contenuti: «Non che io sappia».