«Un tragico destino ha travolto Sorte, è scioccante, da pelle d'oca»
Il silenzio è assordante. Là dove fino a venerdì c'era la frazione di Sorte, a Lostallo, lo scenario è quasi spettrale. Gli unici rumori che si percepiscono sono l'acqua del fiume, che scorre minacciosa, pale e ruspe al lavoro. Le uniche voci percepite sono quelle dei giornalisti, ai quali è stato concesso un breve giro sul territorio in occasione della visita delle autorità. Il paese non esiste più. Restano metri e metri di fango, alberi sradicati, enormi massi. Quello che rimane lascia solo lontanamente immaginare la forza distruttrice del nubifragio che si è abbattuto venerdì sera sulla Mesolcina. I prati, la strada, le case, non esiste più niente.
Al lavoro ci sono specialisti e soccorritori che scavano in mezzo ai massi in condizioni difficili. Si sentono i colpi di pala dall'interno di quella che fino a qualche giorno fa era un'abitazione. La parete, oggi, è disintegrata. I cani salgono sugli enormi sassi, è come una scalata in montagna. Tutt'intorno solo detriti, alberi distrutti e tanto, tanto fango. Una nuova superficie che prima non c'era.
«Schicksal, Sorte, mi viene la pelle d'oca»
«Qui c'erano due case», dice indicando le macerie William Kloter, responsabile delle operazioni della Polizia cantonale grigionese. La voce spezzata dall'emozione. «Ci troviamo nella zona più colpita, che ha assorbito il massimo della potenza di tutta la tragedia». E poi prosegue: «Il consigliere federale mi ha spiegato cosa significa "sorte" in italiano. Schicksal (in tedesco, ndr.). Ho la pelle d'oca. Un cattivo destino ha colpito questo paese, la gente che vi abita».
Kloter, poi, alza lo sguardo: «Guardate, fino a venerdì sera in questo luogo non c'era un sasso. C'erano prati, tante piante da frutto, niente di tutto questo. In pochissimo tempo è venuta giù una frana di sassi inimmaginabile. Alle nostre spalle c'è una casa verde che è resistita, è rimasta intatta ed è ancora lì. Invece, da questa e dall'altra parte c'erano tre case che oggi non esistono più. E, con loro, anche i suoi abitanti. Lì c'era un garage, dell'auto posteggiata resta un cumulo di ferraglia. Non c'è più neppure il passaggio all'interno del paese. Sorte non esiste più».
Il responsabile delle operazioni della Polizia cantonale grigionese sposta poi lo sguardo verso la fermata del bus. «Cinque ore prima dell'accaduto, 18 bambini aspettavano qui per andare a scuola. Non voglio pensare quale tragedia sarebbe potuta accadere se il maltempo si fosse scatenato solo qualche ora prima. Mi mancano le parole per descrivere il dolore che porto nel cuore per tutto quello che è successo qui intorno».
«È scioccante»
Una frana gigantesca di massi e acqua ha travolto quello che ha incontrato sul suo percorso fino al fiume. «È scioccante vedere le dimensioni e la tragedia di questa alluvione in Mesolcina», ha detto dal canto suo il presidente del Governo grigionese, Jon Domenic Parolini. «Siamo solidali con le persone coinvolte e con le famiglie delle persone che non sono ancora state trovate o sono morte. È veramente un momento tragico. Stiamo dando tutto il nostro sostegno, gli uffici cantonali insieme alla Regione e ai Comuni, ma anche la Confederazione e il Canton Ticino. Vogliamo dare il meglio in questa situazione molto difficile».
Immagini che parlano più di mille parole
Il presidente del Consiglio di Stato ticinese, Christian Vitta, ha portato la vicinanza e la solidarietà di tutto il Cantone, «soprattutto alla popolazione». «Penso che queste immagini descrivano da sole la violenza che deve esserci stata quella sera», dice guardandosi intorno. «La natura ha scaricato tutta la sua violenza su questa regione. Da parte nostra, daremo il massimo supporto all'autorità cantonale e regionale. Perché il lavoro continua e qui c'è da ripristinare una valle intera. Non posso che rinnovare questi sentimenti di vicinanza alla regione, al Cantone, alla popolazione e ai familiari toccati da questo tragico evento».
Anche il consigliere federale Ignazio Cassis è rimasto senza parole, sul luogo del disastro. «Quello che vediamo attorno dice più di mille parole. Porto la vicinanza della Confederazione e le condoglianze alla famiglia della vittima. Persone così gravemente toccate dalla sorte in questo paese che si chiama, appunto, Sorte. Crea un'emozione particolare vedere la violenza di questi massi di pietra che hanno distrutto tutto». Quindi, «un grazie di cuore a tutti quanti stanno lavorando adesso per ripristinare la situazione il più rapidamente possibile e per stare vicino alle famiglie nella loro difficoltà». Il capo del DFAE ha sottolineato che all'opera «ci sono i Comuni, il Cantone, la Confederazione. Questa è la Svizzera e insieme affrontiamo queste catastrofi».
Sollecitato in merito a possibili aiuti economici in arrivo dalla Confederazione, Cassis ha quindi precisato che «la questione è in mano al Canton Grigioni. C'è sempre una competenza sussidiaria: dove il Cantone non arriva più, subentrano meccanismi di intervento della Confederazione. Ma, al momento, la questione è lasciata in mano alle autorità cantonali che devono valutare la situazione con le loro Regioni e i loro Comuni. Poi, prenderanno eventualmente contatto con Berna».