Undici anni e non sentirli: Re Rabadan si mette a nudo
Undici anni di regno e non sentirli. Sì, perché per Re Rabadan Renato Dotta, l’emozione e l’entusiasmo sono ancora quelli degli inizi. A pochissimo dall’apertura del carnevale per antonomasia, con il centro cittadino vestito di colori sgargianti, abbiamo raggiunto il sovrano che nei prossimi giorni di festa, musica e coriandoli, prenderà in mano le chiavi della Città.
Emozioni e sfaccettature
Emozioni, dicevamo. E tante, perché indossare la corona del Rabadan - quest’anno giunto alla sua 161. edizione - è sempre un’esperienza unica: «C’è molta emozione, come tutti gli anni. È un evento importante». Anche se dopo una decina di anni il sovrano si è costruito una certa esperienza, la trepidazione rimane «perché ogni anno c’è sempre qualcosa di nuovo». Il Rabadan ha tantissime sfaccettature al suo interno, spiega il Re, facendo pensare a un caleidoscopio che, in un magico gioco di lenti, specchi e frammenti colorati, riflette ad ogni inclinazione un’immagine diversa: «C’è sempre qualche piccolo dettaglio che rende ogni Rabadan diverso e speciale». Quest’anno, ad esempio, tornerà un appuntamento molto caro al Re: «Il Rabadan durerà 7 giorni invece che 6. Inizieremo infatti un giorno prima, mercoledì 7 febbraio, con la visita a tutte le case anziani della regione che, dopo l’aggregazione, sono diventate una decina. È un momento molto toccante e intenso». Ma non solo. Verrà anche organizzato il pranzo del cuore dedicato ai bambini con disabilità. La novità di quest’anno, spiega Dotta, è che vi parteciperanno anche due gruppi provenienti dall’Italia, per un totale di 780 giovani. «Sono molto contento di riuscire a organizzare questo appuntamento e con me ci saranno altri 60 regnanti che ci tengono molto a partecipare all’evento».
Il tour dei 25 regni
Ma i compiti dei sovrani effimeri, si sa, sono già iniziati da tempo. Per cominciare ci sono le visite diplomatiche per rendere visita ai colleghi. «Abbiamo già visitato 25 carnevali in tre settimane», spiega Dotta con entusiasmo, «anche perché quest’anno il periodo carnascialesco è più ristretto rispetto al solito, ci è quindi toccato fare un ‘‘tour de force’’ per riuscire a visitare tutti. Noi finora abbiamo percorso ben 1.800 chilometri con il nostro furgoncino». Visite diplomatiche che, al netto della fatica, hanno ripagato i regnanti bellinzonesi con una calorosissima accoglienza a ogni tappa: «In queste visite la nostra corte è sempre stata accolta benissimo, con gioia, strette di mano, sorrisi, feste. Questo ci rende felici, ci sentiamo benaccetti e a nostro agio, e ci dà tutto l’entusiasmo necessario per affrontare il nostro evento».
Fra trucco e parrucco
Naturalmente, per il sovrano del Rabadan, la responsabilità si fa sentire: «Il cosiddetto peso della corona un po’ si sente - spiega divertito il Re -, ma è dovuto all’importanza di questo carnevale che rappresento». Una tradizione, quella del Rabadan, non solo a livello istituzionale, ma che si fa sentire anche nel tipico costume rosso sfavillante e nella preparazione dei sovrani e della loro corte. L’iter per entrare nei panni del Re è effettivamente lungo e laborioso e ricorda un po’ quello dei regnanti di epoche passate. «La parte più impegnativa è quella del ‘‘trucco e parrucco’’ della regina e delle sue quattro dame di corte, la mia prende meno tempo», racconta Dotta, «servono almeno tre ore. Mentre per la vestizione un’altra mezz’ora». Ma anche questo aspetto è parte viva della tradizione: «Basti pensare che il costume rosso che indosso ha ben 33 anni di vita». Con tanto di anniversario speciale che ricorre proprio quest’anno: «Per primo lo indossò Stelio Colombo per undici anni, poi il mio predecessore Dante Pesciallo per altri undici anni e quest’anno per me sarà l’undicesimo anno che lo vestirò».
Il programma
Il carnevale numero 161 inizierà ufficialmente giovedì 8 febbraio, come di consueto, con l’apertura del Rabadan: i primi eventi si terranno già nel pomeriggio ma il momento clou sarà alle 21 in piazza Nosetto, con la consegna delle chiavi della Città al Re e il via ai bagordi. Bagordi che dureranno 5 giorni, tra guggen, maschere, esibizioni, concerti e festeggiamenti fino alle prime luci dell’alba. Domenica si terrà il tradizionale grande corteo mascherato e martedì l’appuntamento con il pranzo a base di risotto e luganighe.