Apprendistato o università, una scelta meno scontata
Il record registrato in Ticino per i nuovi contratti di apprendistato in azienda, i quali per la prima volta hanno superato la soglia simbolica di 2.600 unità, è certamente un segnale positivo per il nostro cantone. Il cosiddetto «sistema duale» è infatti da molti definito il fiore all’occhiello dell’apparato formativo svizzero. E vederlo crescere fa certamente piacere. Il Ticino rispetto al resto del Paese ha infatti storicamente «snobbato» questi percorsi formativi. Ma la tendenza negli ultimi anni è cambiata. E in questo senso oggi il DECS raccoglie i frutti di un lavoro iniziato qualche anno fa dall’ex consigliere di Stato Manuele Bertoli. Un lavoro fatto soprattutto di sensibilizzazione, informazione e orientamento, che nel concreto ha contribuito a promuovere quel «cambiamento culturale» necessario per veder crescere l’apprendistato. Il DECS (fatta eccezione per quelli relativi all’amministrazione cantonale) non può però creare posti di tirocinio. A farlo sono state le aziende formatrici che da tempo credono in questo tipo di formazione professionale. Un plauso per il record raggiunto va dunque anche a quelle realtà virtuose che continuano a investire in un sistema lungimirante che permette loro di avere un continuo afflusso di giovani preparati e qualificati.
Il risultato raggiunto, però, è con ogni probabilità anche il frutto di dinamiche che vanno ben oltre la pur lodevole volontà (delle autorità così come delle aziende) di investire nei giovani. Il mercato del lavoro, ci fosse il bisogno di dirlo, è ben più complesso. E in questo contesto, per analizzare il record registrato in Ticino, non si può fare astrazione dalla semplice dinamica della domanda e dell’offerta che, ovviamente, incide poi sul prezzo (ergo: il salario) e quindi anche sull’attrattività del percorso formativo scelto. I dati riguardanti il salario mensile in base alla formazione perseguita, da questo punto di vista, sono eloquenti. E ci offrono due chiavi di lettura interessanti.
La prima riguarda proprio la crescita positiva dei posti di apprendistato. Se nel 2000 chi usciva dal sistema formativo con questo diploma poteva teoricamente contare su un salario mediano lordo di circa 4.590 franchi, ora (l’ultimo dato fornito dall’Ufficio cantonale di statistica risale al 2022) può invece aspirare a circa 5.380 franchi mensili. Una cifra che oggi – non era così nel 2000 – supera pure quella di chi si ferma alla maturità liceale (5.066 franchi mensili lordi). E che diventa ancora più interessante per chi, dopo l’apprendistato, prosegue i suoi studi con una formazione professionale superiore: qui il dato (circa 6.260 franchi mensili) si avvicina, e di molto, a quanto oggi percepisce chi esce da un’università (6.960). Insomma, facendo un ragionamento puramente monetario, l’apprendistato è diventato più interessante di vent’anni fa. E questo, con ogni probabilità, poiché la domanda per queste figure professionali è aumentata, come tra l’altro testimonia la crescente differenza tra i contratti di tirocinio firmati e quelli ancora vacanti. Ciò significa – ed è un altro dato positivo – che c’è ancora margine di manovra per sviluppare ulteriormente il numero dei contratti.
Ma la crescita dei salari mediani di chi si è diplomato tramite l’apprendistato – e qui entra in gioco la seconda chiave di lettura, certamente meno positiva – non è stata registrata unicamente in termini assoluti. Il tirocinio in azienda, infatti, è diventato più attrattivo da questo punto di vista anche nel confronto con il percorso universitario. Nel 2000 un diploma universitario portava a uno stipendio mediano superiore del 74% rispetto a chi aveva frequentato un apprendistato. Oggi questa forchetta si è ridotta al 29%. E questo non solo per il già citato aumento dei salari mediani di chi ha svolto un apprendistato. Fosse così, ci sarebbe solo da festeggiare. No, il dato decisamente dolente riguarda il progressivo e importante calo dei salari mediani di chi ha frequentato un’università o un politecnico. Nel 2000 queste persone percepivano circa 8.000 franchi mensili lordi (che considerata l’inflazione non sono nemmeno gli 8.000 franchi odierni), nel 2022 come detto questa cifra è scesa a 6.960 franchi. Certo, si tratta di cifre mediane (che per loro natura raccontano solo una parte della realtà), ma se da un lato possiamo festeggiare per il recente successo dell’apprendistato, dall’altro dovremmo interrogarci e indagare sulla perdita di attrattività economica del percorso universitario. Veder crescere l’uno a scapito dell’altro potrebbe rivelarsi un «boomerang».