Paghe truccate sotto la lente

Il caso più eclatante risale al mese scorso, in via Giringhelli a Bellinzona. In un palazzo in costruzione l’operaio Mile Bojic viene travolto da una scala di cemento, proprio davanti alle finestre del Dipartimento del territorio. Il corpo senza vita del 44.enne è stato estratto nelle ore seguenti dalle macerie, assieme a una serie di problematiche fino ad allora nascoste. L’azienda per cui lavorava era stata oggetto di «una decina di segnalazioni» dei sindacati alla Commissione paritetica sull’edilizia per orari massacranti, fretta, scarsa sicurezza sul lavoro. Ma questo non le ha impedito di aggiudicarsi l’appalto pubblico, committente: la Cassa pensioni dei dipendenti dello Stato.
Pioggia di multe
Sulla vicenda è in corso un’indagine della Procura, che vuole valutare eventuali responsabilità nell’incidente. Ma oltre ai reati penali, ci sono anche le irregolarità contrattuali che sono molto più frequenti, e accomunano la vicenda di Bojic con quella di tanti altri occupati dell’edilizia. Drammi minori ma collettivi, come collettivi sono i contratti che spesso non vengono rispettati.
Solo nel 2021 sono state 58 le multe inflitte dalla Commissione paritetica dell’edilizia. L’ammontare - 111.500 franchi - è più o meno stabile negli anni, al pari del numero di controlli effettuati: 746. Non pochi, se si considera che il settore conta meno di 500 aziende e circa 6mila lavoratori. «I controlli vengono effettuati regolarmente a campione, e in modo mirato su aziende specifiche» spiega il presidente della Commissione Alessandro Capelli. «Noi però - precisa - ci occupiamo solo del rispetto degli orari di lavoro e delle irregolarità salariali». Quest’ultima è la problematica più rappresentata: 21 infrazioni riscontrate l’anno scorso.
Esperienze nascoste
I salari al ribasso sono non a caso uno dei punti più controversi nella trattativa tra sindacati e la Società impresari e costruttori (Ssic). Quest’anno le discussioni per il rinnovo del Ccl sono durate mesi e hanno portato a manifestazioni di piazza, in Ticino e Svizzera interna, prima di concludersi con un accordo il 29 novembre. La retribuzione dei lavoratori più esperti ed anziani è stata uno dei punti dibattuti.
Il problema è presto spiegato. Sulla carta i collaboratori con più anni d’esperienza avrebbero diritto (da Ccl) a paghe maggiori, definite secondo una griglia alfabetica. Nella pratica le aziende cercano spesso di tirare al risparmio, aggirando i minimi salariali con sotterfugi. «Il lavoratore viene fatto figurare in una categoria inferiore al dovuto, omettendo delle qualifiche e degli anni di esperienza» spiega Capelli. «Questo avviene in genere con il consenso dell’interessato, che accetta pur di lavorare. Nei controlli andiamo a guardare le esperienze precedenti: se l’operaio era già impiegato in Svizzera, è più facile. Le cose si complicano con i lavoratori provenienti dalla Lombardia».
Autista o manovale?
Mile Bojic rientrava nella categoria dei lavoratori qualificati. Con 20 anni di esperienza nell’edilizia, prima di essere assunto dalla ditta «incriminata» era impiegato come autista di mezzi pesanti in un’altra azienda. Ma sul cantiere di via Ghiringhelli era assunto come manovale semplice, con mansioni di fatica. «Gli facevano trasportare in spalla tre pannelli per volta. Diceva che gli sembrava di stare in un film» racconta a La Domenica Mladen Matic, parente del defunto. «Teneva duro perché gli avevano promesso, di lì a poco, che lo avrebbero spostato sulla mansione corretta, ossia quella di autista». Prima che ciò avvenisse Bojic è stato travolto dalle macerie, un mese e mezzo dopo avere iniziato il nuovo lavoro.
Gli aspetti contrattuali non rientrano nell’inchiesta della Procura. Ad occuparsene non è nemmeno la Commissione paritetica ticinese, in quanto l’azienda in questione aveva sede a Roveredo (GR). In Ticino secondo Capelli il fenomeno dei «finti manovali» sottopagati «è stato riscontrato negli anni ma negli ultimi tempi è comunque in diminuzione». In alcuni casi le aziende si sarebbero avvalse dell’aiuto di agenzie interinali per aggirare le regole. Non è il caso del 44enne bosniaco tuttavia, che era stato assunto direttamente dall’azienda grigionese.
La mano delle agenzie
Appoggiandosi alle agenzie interinali, le aziende «furbette» sono sollevate da ogni responsabilità. I controlli sono condotti sempre dalla paritetica dell’edilizia, ma a essere multate sono le agenzie e non le ditte edili. «Quello delle agenzie interinali resta un settore da monitorare» secondo Dario Cadenazzi, segretario della Commissione paritetica sul prestito di personale (Temp-Control). Nel 2021 sono state 38 le agenzie controllate, su un totale di 57 presenti sul territorio. Sull’11 per cento del personale sono state riscontrate infrazioni, e 8 sanzioni sono state emesse nell’ambito dell’edilizia. «Ci occupiamo anche di altri settori, ma quello delle costruzioni e affini è dove abbiamo ancora il maggior numero di irregolarità» spiega Cadenazzi. «Il trend è fortunatamente in diminuzione negli ultimi dieci anni, da quando è stato introdotto il contratto collettivo. Prima era un liberi tutti». Le infrazioni più comuni riguardano le indennità di trasferta, le indennità di pasto e, appunto, le classi salariali dei lavoratori.
Il problema non sembra essere la mancanza di regole. Il Ticino ha il record svizzero dei contratti normali di lavoro (Cnl): 24 in tutto, secondo la Seco. Le normative sui settori sono più rare negli altri cantoni: oltre a Ginevra ( ne ha 7) esistono solo nel Giura, nel Vallese e a Basilea (una per cantone). Anche i contratti collettivi concordati tra sindacati ed associazioni paronali sono una specialità ticinese: a sud delle Alpi ne vigono ben 89. A Zurigo 50, a Ginevra 44. Nella classifica redatta dall’Ufficio federale di statistica seguono Vaud (38 Ccl), Berna (37), il Vallese (22) e Argovia (14), mentre 16 cantoni non superano la decina e 4 non ne hanno nemmeno uno.
«La situazione ticinese è effettivamente anomala rispetto agli altri cantoni, ma si spiega con le particolarità del mondo del lavoro ticinese» spiega Capelli. «In Svizzera ci sono altri cantoni di frontiera, ma nessuno confina con una regione con 400mila disoccupati, come la Lombardia». Secondo il direttore della Cpc, la grande presenza di frontalieri nell’edilizia ad esempio «è il motivo per cui certe condizioni salariali e di lavoro vengono accettate e riscontrate più di frequente». Ma è anche il motivo del gran numero di contratti collettivi e normali in vigore. Regole e controlli fondamentali: ma che non impediscono ai «furbetti» di continuare a operare. A volte, sfacciatamente, anche sotto le finestre del Cantone.