Caro Lugano, è stata una batosta
Una, severissima, lezione di calcio. Difficilmente si potrebbe riassumere in maniera diversa la batosta che il Backa Topola ha inferto al Lugano. A questo Lugano, una squadra che - nel corso dei 90’ - è apparsa l’ombra di se stessa. Molle, confusa, sopraffatta. Una prestazione tra il deludente e il surreale, quella dei bianconeri. Già, perché negli scorsi giorni Mattia Croci-Torti aveva evidenziato le potenzialità dei suoi avversari, ma qualcuno, evidentemente, non ha prestato sufficiente attenzione.
Non c’è stata partita
«Calcisticamente sono veramente forti» aveva detto giovedì il Crus. Beh, dopo questa partita ci sentiamo di confermare appieno il suo giudizio sui serbi. Calcisticamente, sono stati clamorosi. I meriti della squadra di Damjanovic - che ha sciorinato un calcio pregevole fatto di combinazioni nello stretto e tocchi deliziosi di prima intenzione - sono stati evidenti. I demeriti del Lugano, purtroppo, lo sono stati altrettanto.
È sorprendente che un monito del genere sia passato inosservato ed è quasi inspiegabile che un Lugano a punteggio pieno dopo due partite sia stato affossato da una squadra che era invece rimasta a bocca asciutta. Stanic è parso un giocatore di un’altra categoria, Pantovic ha fatto il bello e cattivo gioco e la sfida, in sostanza, può essere sintetizzata con le parole di Croci-Torti: «L’emblema è stato prendere l’1-0 alla prima azione, l’emblema è stato subire un gol stupido come lo è stato il secondo, l’emblema è stato subire la terza rete appena dopo averne realizzata una».
«È mancato tutto»
Sconfitte sonore, nell’era del Crus, ce n’erano già state. Questa, tuttavia, considerando la modalità - e tenendo conto del momento - ha provocato un rumore assordante. «Abbiamo già subito sconfitte peggiori di questa - ha detto il mister ticinese - ma va detto che la nostra è stata una partita brutta e io sono sicuramente il primo responsabile. La squadra non era del tutto concentrata e lo si è visto dal primo all’ultimo secondo, dunque la colpa è tutta mia. Non ho fatto passare il giusto messaggio ai miei giocatori, non sono riuscito a far capire loro quanto importante fosse questa sfida. Non abbiamo mostrato nulla di ciò che siamo in grado di proporre solitamente: è mancato il coraggio e non abbiamo vinto duelli, in sostanza non abbiamo meritato di vincere».
Il tecnico momò, poi, ha nuovamente dispensato complimenti nei confronti del Backa Topola. «Hanno tanti giocatori offensivi ed è francamente difficile difendere contro di loro». La possibilità di aver sottovaluto gli avversari, invece, non viene contemplata. «Sicuramente non da parte mia. Noi non siamo né il Real Madrid né il Barcellona, per vincere queste partite dobbiamo sempre giocare al massimo, il 99% non basta mai».
«Le parole di Amir? Non mi piacciono»
Il Lugano è arrivato in terra serba con il morale alle stelle, mentre il rischio ora è che crolli sotto i tacchi. Al termine del match il clima era tutt’altro che sereno, come testimoniano le dure parole di Amir Saipi (vedi sotto). «Non mi piacciono – ha affermato il Crus a riguardo – e non è la prima volta che lui si esprime in questo modo quando le cose vanno male, parlerò con lui. Dobbiamo essere una squadra fino in fondo e anche questo è un aspetto che dobbiamo migliorare, non si deve puntare il dito contro nessuno. Ognuno – come faccio anch’io – deve assumersi le proprie responsabilità».