Da banditi a piatto forte, i derby vogliono accendere la nuova Champions
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Sono partite speciali. Smuovono dentro chi scende in campo e, anche di più, i tifosi. I derby, soprattutto certi derby, sono il sale di molte competizioni a squadre. E se nei campionati nazionali seguono logiche cittadine e regionali, su scala internazionale interessano i singoli Paesi. In Champions League sono stati a lungo merce rara. Vuoi per la presenza di una sola società per nazione (al massimo affiancata dal campione in carica), nel quadro della vecchia Coppa dei Campioni, vuoi per il divieto di disputare questo genere di partite prima dei quarti di finale, in vigore dalla stagione 2003-04 e rimasto valido sino alla scorsa edizione. Insomma, siamo di fronte a un’eccezione. O meglio a un evento eccezionale nell’ambito della più prestigiosa competizione calcistica per club. Dal 1955 sono stati 43, di cui 33 nell’era Champions scattata nell’annata 1992-93. In ogni caso, non si sono mai registrati più di tre derby a edizione. Mai. Ebbene, oltre a stravolgere le dinamiche della prima parte del torneo, il nuovo formato della Champions League potrebbe ribaltare pure questo paradigma lungo i giochi che contano.
L’Italia freme
Esclusi nella cosiddetta fase a campionato, con la rinnovata formula gli incontri tra compagini dello stesso Paese sono d’altronde ammessi già nei playoff e poi agli ottavi di finale. Non solo. Il «classificone» maturato mercoledì in tarda serata, dopo il folle ottavo turno con 18 partite in contemporanea, ha prodotto un tabellone a dir poco intrigante proprio in chiave derby. A fare chiarezza definitiva sarà il sorteggio odierno, quando a Nyon saranno definiti gli accoppiamenti tra le sedici formazioni finite ai playoff. Una cosa è tuttavia certa: in ballo - allo stadio di quelli che altro non sono che i sedicesimi di finale - vi sono tre possibili «sfide interne». Si tratta di PSG-Brest (o PSG-Monaco), Feyenoord-PSV e - soprattutto - Milan-Juventus. Di più. A oggi sono altresì ipotizzabili altri tre derby negli ottavi. Bianconeri e rossoneri, in effetti, si trovano nella parte del tabellone che potrebbe condurre all’Inter. Dallo spareggio da urlo che coinvolgerà il Manchester City, atteso da Real o Bayern Monaco, negli ottavi potrebbe invece prendere vita sia la stracittadina di Madrid, sia l’incrocio tedesco tra bavaresi e Leverkusen.
Sin qui, al massimo, tre scontri
La stagione 2024-25 della Champions League, dunque, rischia di offrire al pubblico ben sei derby ancor prima di metà marzo. Nelle ultime dieci edizioni, per dire, erano stati complessivamente dieci. Dall’allargamento della competizione a più di un club per nazione, cinque Champions sono oltretutto rimaste orfane di scontri tra connazionali: 2000-01, 2011-12, 2019-20, 2021-22 e 2023-24. Il record, suggerivamo, è di tre derby: nel 2007-08 vennero infatti disputati Arsenal-Liverpool (quarti di finale), Liverpool-Chlesea (semifinale) e Manchester United-Chelsea (finale). E a proposito di sfide tutte inglesi. La stagione 2005-06 è da considerare anomala, dal momento che Reds e Blues si affrontarono già nella fase a gironi. Merito di mamma UEFA, che all’epoca concesse una deroga al Liverpool, campione in carica ma incapace di qualificarsi alla Champions tramite uno dei lasciapassare messi in palio dalla Premier League.
E a Nyon gongolano
Il ventaglio di derby che potrebbe essere sventolato nelle prossime settimane, va da sé, fa sfregare le mani a Ceferin e soci. Vero, l’eccezionalità dell’evento - a fronte di queste dinamiche e in caso di conferme al sorteggio - verrebbe anzitempo sacrificata. Ma, in fondo, era proprio questo l’obiettivo ricercato dall’UEFA grazie al nuovo format. E cioè l’anticipazione e la moltiplicazione di partite ad alto tasso di emotività e spettacolarità. Il potenziale playoff da urlo tra City e una tra Real e Bayern s’inserisce alla perfezione in questa strategia. Così come la giornata conclusiva della fase a campionato che ha stabilito promossi, rimandati e bocciati. Prima dell’ultima curva dei gironi della scorsa stagione, 13 squadre si erano già assicurate gli ottavi. Mercoledì mattina, in questa lista, figuravano solo Liverpool e Barcellona. Poi, certo, tutte le big - in un modo o nell’altro - sono riuscite a salire almeno sul vagone degli spareggi. Il dubbio, quello, si è però insinuato. Si è anche segnato tanto: con una media di 3,27 gol a partita, il girone unico della nuova Champions ha superato il record di 3,2 reti della stagione 2019-2020. E poco importa se, oltre a un paio di brividi, le ultime 18 sfide concomitanti hanno generato un oggettivo caos.