Calcio

Di imprese e conti in sospeso: il Bellinzona sogna il colpaccio

Domani sera i granata aprono i quarti di finale di Coppa Svizzera sfidando il Losanna al Comunale - Le due compagini hanno incrociato a più riprese i rispettivi destini, con tanto di storica finale nel 1962 - Entro domenica, intanto, andrà presentato il dossier per ottenere la licenza di gioco per il 2025-26
©KEYSTONE/ALESSANDRO CRINARI
Massimo Solari
24.02.2025 21:15

Non è una partita come le altre. E non solo ai fini della stagione 2024-25. I percorsi di Bellinzona e Losanna, d’altronde, si sono incrociati a più riprese in Coppa Svizzera. Una volta su tutte: la finalissima del 1962, la prima delle tre disputate (e perse) dai granata. Insomma, i conti in sospeso non mancano, e in questo senso il Comunale ha riservato sia gioie, sia dolori all’ACB. Domani sera, allo stadio dei quarti di finale, verrà scritto un nuovo capitolo di questa sfida. Da un lato la formazione di Manuel Benavente, in perenne affanno in Challenge League e dunque chiara sfavorita sulla carta. Dall’altra gli uomini di Ludovic Magnin, quinta forza del massimo campionato elvetico che - staccata di cinque punti - non ha ancora perso di vista il quartetto di testa. Mihajlovic e compagni si aggrappano all’indecifrabilità della competizione e, soprattutto, all’exploit firmato nel turno precedente contro un’altra compagine di Super League: il San Gallo. I vodesi sono invece chiamati a non tremare e a fare in modo che la categoria di differenza non si trasformi in un fattore scomodo. Il presidente del club Brenno Martignoni, specialista in materia, punta allo scherzetto carnascialesco. La verità, però, è che la partita più importante per la società non si gioca solo in Coppa e sul rettangolo verde. Sì, perché entro domenica pure l’ACB dovrà presentare domanda alla SFL al fine di ottenere la licenza di gioco per la stagione 2025-26. Non solo. Al netto delle immancabili incognite sul piano delle infrastrutture, proseguono - a suon di perizie e repliche da Palazzo Civico - le spigolose discussioni con il Municipio in merito alla conformità del terreno sintetico, dove i giocatori granata sono soliti allenarsi.

«Generosissimi» al Wankdorf

I riflettori, tra poche ore, illumineranno invece il campo principale. Illumineranno Bellinzona e Losanna. Dicevamo dell’atto conclusivo andato in scena il 23 aprile 1962, lunedì di Pasqua. Anche all’epoca i granata militavano nella lega cadetta e, di riflesso, non godevano dei favori dei pronostici al cospetto del club vodese, solida realtà di LNA con già quattro trofei Sandoz in bacheca. Finì 4-0 per i romandi; eppure al termine del tempi regolamentari l’orologione del Wankdorf segnava 0 a 0. «I granata - leggiamo sulle pagine ingiallite del Corriere del Ticino - hanno resistito, ed anche attaccato per 90’. Hanno sfiorato, una volta, la segnatura che se si fosse realizzata - forse - poteva anche dare un altro indirizzo all’intera contesa. Perché sì, si giocava a calcio, ma si giocava anche a chi riusciva a far saltare i nervi all’avversario». Ciò che per l’appunto furono in grado di ottenere i vodesi, salvati dalla traversa al 75’ e poi capaci di trovare il primo vantaggio al 94’ con Robert Hosp. «Non si poteva umanamente chiedere ancora di più ai ragazzi bellinzonesi. (...). Il Losanna ha vinto in virtù di una sua compattezza organica di gioco, ma anche in virtù di una volontà indomabile che ha fatto di questa squadra una delle più, se non la più, brillante di questa stagione». Quello, per contro, era il Bellinzona allenato da Oscar Pelli, con Rossini in porta, Simoni e Rebozzi in retrovia e il terzetto d’attacco formato da Pedrazzoli, Righini e Buzzin. «Ma anche gli altri, tutti gli altri, meritavano la citazione d’onore perché si erano comportati generosamente, perché avevano giocato con un cuore grosso così, perché avevano saputo controllare quei nervi che da un attimo all’altro dovevano spezzarsi». Ecco, nel quadro dell’ennesima annata tormentata, ai tifosi dell’ACB - domani - basterebbe probabilmente ammirare e applaudire una squadra con la medesima attitudine. L’attitudine che aveva fatto la differenza nei citati ottavi di finale giocati in dicembre.

2000 e 2011: che tonfi

Rimanendo in chiave amarcord, il Bellinzona non dovrà invece comportarsi come in occasione degli ultimi due incroci di Coppa consumatisi al Comunale: nel novembre del 2011 e nel marzo del 2000. Parliamo di due ottavi di finale, di altre due gare con i vodesi in A e i ticinesi in B, di altri due 4-0, in questo caso però senza alcun tipo d’attenuante per i padroni di casa. Quattordici anni fa, davanti a 1.713 spettatori, la formazione di Martin Andermatt venne maltrattata. Tabellino e pagelle alla mano, registriamo un solo 4, andato a «Bobo» Ciarrocchi. Tra i giocatori subentrati alla pausa, con il Losanna avanti di una rete e l’ACB penalizzato dagli insulti all’arbitro e l’espulsione del compianto Pavel Pergl, spicca per contro il nome di Dragan Mihajlovic, ieri promessa, oggi capitano di mille battaglie.

Nessuna sufficienza, per contro, venne elargita a seguito del poker incassato il 5 marzo di 25 anni fa. A differenza del 2011, il Bellinzona di Gianni Dellacasa non affrontava tuttavia la cenerentola della Super League. No, al Comunale si dovette accettare il dominio dei futuri vicecampioni svizzeri e futuri finalisti di Coppa, secondi solamente a San Gallo e Zurigo. Se la coppia d’attacco dei granata era composta da Türkyilmaz e Lustrinelli, sul fronte opposto Kuzba e Mazzoni facevano sfracelli su ogni campo. Accadde pure in Ticino, con una doppietta del primo e il definitivo 4-0 firmato dal bomber argentino.

Il 1968-69 e l’orgoglio

L’ultimo successo dei sopracenerini risale all’autunno 2010, a questo giro a ruoli invertiti - il Bellinzona militava in Super e il Losanna era capolista in Challenge - e nei sedicesimi di finale. Nel canton Vaud, Lustrinelli e Frank Feltscher fissarono il punteggio sul 2-0. È però dalla prima vittoria del 1968 che i granata farebbero bene a prendere spunto. Correva il 15 dicembre e negli ottavi di finale la compagine guidata da Carlo Pinter - allora in LNA - ebbe la meglio al cospetto dei freschi campioni d’inverno. Il risultato? 3-2, con rete d’apertura di Jørn Sörensen, nonno di Aris, giocatore di Benavente out da agosto per la rottura del legamento crociato del ginocchio destro. Di «Vito» Gottardi e Raffaele Nembrini gli altri due gol ticinesi. «I granata - riportiamo dal CdT di allora - hanno giocato una di quelle gare tutta orgoglio che hanno visto la squadra della capitale in veste di protagonista». Non solo. L’ACB si sarebbe spinto per la seconda e penultima volta sino in finale, cadendo unicamente al cospetto del San Gallo. E t’immagini se succedesse di nuovo?

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