Calcio

«Ecco perché il Crus ha voluto fidarsi di me e di Valon»

Dallo scorso ottobre gli interessi dell'allenatore del Lugano Mattia Croci-Torti sono curati dalla «BFAgency», agenzia nata dalla collaborazione fra Walter Fernandez e Behrami - Abbiamo intervistato l'ex difensore di Losanna, Xamax, bianconeri e Servette: «Quasi 25 anni dopo, i nostri destini si sono tornati a incrociare»
Mattia Croci-Torti è entrato ufficialmente a far parte del squadra della «BFAgency» lo scorso ottobre. ©ANTHONY ANEX
Massimo Solari
19.04.2025 06:00

È stato il primo agente di Mattia Croci-Torti e Valon Behrami, all’alba delle rispettive carriere da calciatore e una volta archiviata la propria. Oltre vent’anni più tardi, Walter Fernandez ha ritrovato entrambi, anche se i ruoli sono un po’ cambiati. Insieme a Behrami, l’ex difensore di Losanna, Neuchâtel Xamax, Lugano e Servette ha infatti dato vita alla «BFAgency». E cioè l’organizzazione che dallo scorso ottobre rappresenta e cura anche gli interessi del tecnico bianconero.

Walter, quando e come è nata l’idea di creare la «BFAgency» con Valon Behrami?

«Abbiamo avviato il progetto da poco più di un anno. E devo dire che il tutto si è sviluppato in modo molto naturale. Conosco Valon da una vita, da quando - ai tempi del Lugano - diventai il suo primo agente. Allora ero nuovo del mestiere e la nostra collaborazione durò solo qualche mese, complice il mio ritorno in Romandia e il suo trasferimento in Italia. Ebbene, dopo esserci persi di vista per circa un ventennio, le nostre strade sono tornate a incrociarsi di recente. Una volta chiuso con il calcio giocato, Behrami ha iniziato a occuparsi pure di gestione delle carriere e a margine di una trattativa comune è stato possibile far riaffiorare sentimenti quali l’amicizia, la stima e - non scontata in questo settore - la fiducia. Senza forzare e puntando su una certa complementarità, abbiamo quindi avviato una collaborazione che è ambiziosa ma per la quale non intendiamo bruciare le tappe. Serve e servirà tempo, a maggior ragione considerato il target dell’agenzia».

Qual è quindi il «core business» della BFAgency? Di più: quali sensibilità e competenze assicura Walter Fernandez, e quali Valon Behrami?

«Negli ultimi anni mi sono occupato soprattutto d’intermediazione per conto di club, ma la visione di Valon ha risvegliato in me l’interesse verso i talenti emergenti. Che è poi la miccia che nel 2000 mi spinse ad abbracciare la professione, puntando su una quindicina di giovani in orbita FC Lugano. Lavorare con calciatori di 16-17 anni, credere nella loro valorizzazione, richiede tuttavia una buona dose di pazienza; le variabili in gioco sono molteplici. Perciò, suggerivo, siamo consapevoli che i risultati non saranno immediati. Valon, oltretutto, non si occupa solo di questo e non c’è mai stata la volontà di stravolgere la sua agenda. Rispetto al mio partner, per esempio, viaggio di più, sfruttando le numerose conoscenze e relazioni consolidate a livello svizzero. Grazie a un curriculum pazzesco, ai contatti di prima mano con dirigenti e addetti ai lavori, oltre al suo carisma, Behrami è per contro il biglietto da visita dell’agenzia in Italia e più in generale sul mercato europeo».

Legare la BFAgency, una realtà in rampa di lancio, a una personalità come quella di Mattia Croci-Torti ha senz’altro costituito una mossa importante

Ha parlato di giocatori di prospettiva. Sul canale Instagram della BFAgency, il fiore all’occhiello - con tanto di post fissato - è però rappresentato da un giovane allenatore: Mattia Croci-Torti.

«Essere riusciti a legare una personalità come il Crus a una realtà in rampa di lancio ha rappresentato una mossa importante, è innegabile. A fare la differenza è stato il rapporto di grande fiducia che lega Mattia e Valon, oltre al fatto che pure Croci-Torti figurava tra i giocatori che rappresentai a inizio carriera. E così i nostri destini si sono rincontrati. Mattia si fida di noi, del valore della nostra consulenza e, al contempo, l’agenzia è orgogliosa di poter curare gli interessi di uno degli allenatori svizzeri più promettenti. È una collaborazione ambiziosa che, nei tempi giusti, si trasformerà in un’opportunità di lavoro all’estero. Ne siamo convinti».

E dire che, almeno in un primo momento, il Crus sembrava volesse quasi rivendicare la propria indipendenza da qualsiasi agente...

«Beh, è normale. Non da ultimo considerata la genesi della sua affermazione sulla panchina del Lugano. Gestire il successo, tuttavia, non è così evidente. E con il passare delle stagioni, Mattia si è fatto un nome sia in Svizzera, sia all’estero, suscitando un interesse e delle sollecitazioni su più fronti. Affidarsi a persone fidate era insomma inevitabile, ancorché fondamentale. Per il bene di Croci-Torti e, di riflesso, del Lugano».

Ecco, appunto: senza il vostro supporto, sottoscrivere un rinnovo contrattuale di 3 anni con la società bianconera sarebbe stato possibile?

«Non è escluso. Forse sarebbe accaduto comunque, ma in altro modo o con altre condizioni. Mattia è una persona molto intelligente e proprio per questo motivo ha capito l’importanza di curare determinati dettagli, in fase di negoziazione prima e nella stesura dell’accordo poi. Il tutto, va da sé, gettando uno sguardo al futuro e mantenendo il miglior rapporto possibile con il club che per primo ha creduto in lui».

Il rinnovo del Crus fino al 2028? Non è escluso che ce l'avrebbe fatta anche senza di noi. Ma forse in altro modo o con altre condizioni

Il Lugano è sempre stato la sua priorità, vero?

«Sì, ma non l’unica possibilità interessante da vagliare. Mattia, comunque, è sempre stato chiaro in merito. A Cornaredo si sta costruendo qualcosa d’importante, in campo e fuori. Ed è evidente che da parte sua vi fossero - e ci sono tutt’ora - il desiderio e persino la convinzione di riscrivere la storia del club, raggiungendo traguardi ancor più ambiziosi. Per questo motivo non è stato così complicato scartare tutta una serie di altri scenari, a favore di una trattativa rapida con il Lugano».

I primi mesi dopo la firma sul rinnovo, tuttavia, non sono stati così semplici per il Crus. Con Valon avete dovuto e voluto stargli vicino?

«Occuparsi di un 16.enne in crisi e di un allenatore che fatica a ottenere i risultati auspicati non è ovviamente la stessa cosa. Ci siamo quindi stati per le piccole cose: un consiglio, una cena, un messaggio di vicinanza. Penso soprattutto a Valon, ma anche alla famiglia di Mattia e alla stessa società, che non ha mancato di riconoscere le condizioni oggettivamente difficili - tra continue trasferte e infortuni - in cui l’allenatore si è ritrovato a operare».

Il Crus è un personaggio che tende ad accentrare molto, quasi tutto, su di sé: pressioni, responsabilità, sete mediatica. Magari soffrendo dietro le quinte?

«Non parlerei però di solitudine. Anzi. Mattia conosce molto bene il mestiere e sa che spetta a lui, in qualità di allenatore e primo responsabile della squadra, trovare le soluzioni ai problemi. E se si pone in un determinato modo verso l’esterno è anche per volontà e predisposizione. Di qui la nostra presenza tutto fuorché asfissiante. Vogliamo esserci nel momento del bisogno».

Nel nostro ambiente, oggi, le richieste d'informazione su uno o l'altro giocatore interessano tanto il Basilea e lo Young Boys, quanto il Lugano

Come suoi consiglieri, non ritenete che Croci-Torti debba vivere in maniera meno tormentata la guida dei bianconeri?

«Mah, dopo tutto non parliamo di Carlo Ancelotti, che si trova al tramonto della carriera e dopo cinque Champions League può permettersi di vivere più o meno serenamente l’insuccesso alla testa del Real Madrid. Mattia è un giovane allenatore, con enormi aspirazioni e uno spiccato trasporto - quasi fosse ancora un giocatore - nel vivere le diverse sfaccettature della professione: vittorie, sconfitte, rapporto con i tifosi e il territorio, media... Oggi, questa, è la sua cifra stilistica. E, chissà, potrebbe mutare lungo il percorso, attraverso l’esperienza. Oppure no, perché l’autenticità del Crus è anche la sua forza».

Allenatore e giocatori si sono messi in mostra, e non poco, negli scorsi mesi. Con quali potenziali risvolti?

«Beh, naturalmente sono di parte. Reputo però che il club bianconero abbia ottenuto quasi il massimo nella stagione in corso; stagione che per altro non è finita e, in chiave mercato, potrebbe dunque riservare ulteriori dinamiche. Senza voler mancare di rispetto agli elementi presenti in rosa, a mio avviso - e non solo - la squadra di Mattia Croci-Torti ha sicuramente pagato l’assenza di un attaccante in grado di trovare la via della rete con continuità. Ciò nonostante, il gioco proposto con una rosa non così folta ma di qualità ha ottenuto apprezzamenti sia livello nazionale, sia in Europa, dove si è potuto assistere a prestazioni di grandissimo spessore. Nel nostro ambiente, non a caso, le richieste d’informazione oggi interessano tanto il Basilea e lo Young Boys, quanto il Lugano. Rimanendo sul percorso in campo internazionale, è però indubbio che gli enormi sforzi profusi sul piano fisico e psicologico stiano presentando il conto proprio in questa fase della stagione».

Abbiamo raccontato della BFAgency, e quindi della nuova collaborazione tra Walter Fernandez e Valon Behrami. Ebbene, proprio oggi - 19 aprile - l’ex centrocampista della Nazionale festeggia i 40 anni. Auguri!
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