Edoardo Bove, perché l'ambulanza non è entrata in campo?
«Vogliamo far sentire la nostra vicinanza a Edoardo e a chi gli vuole bene: quello spirito guerriero del leggendario condottiero della Repubblica Fiorentina, Giovanni dalle Bande Nere, che abbiamo voluto rappresentare nella coreografia di ieri, lui, lo incarna perfettamente. E lo incarna chiunque per Firenze e per la Fiorentina combatte e ha lottato nel passato con valore e fedeltà. Ti aspettiamo, ragazzo!». Lo hanno scritto sul profilo Instagram i tifosi organizzati della curva Fiesole che ieri, nel pre-partita di Fiorentina-Inter, avevano creato una coreografia dedicata al personaggio storico di Giovanni dalla Bande Nere. Sempre la tifoseria organizzata viola, ieri sera, ha preparato uno striscione di incoraggiamento dedicato a Bove, ricoverato all'ospedale di Careggi dopo il malore accusato in campo, e che era stato inizialmente affisso all'esterno del nosocomio fiorentino. Lo striscione, esposto già dalle prime ore di questa mattina, è stato rimosso e consegnato ai familiari del giocatore.
Intanto, si è espresso con la Gazzetta dello Sport Giovanni Ghini, presidente della Fratellanza militare di Firenze a cui fa capo l'ambulanza che ha trasportato Bove al policlinico. E, prima di tutto, ha parlato di tempistiche: quattro minuti per essere portato sull'ambulanza, 13 per entrare nella sala rossa dell'ospedale di Careggi. «Dal momento della caduta in campo di Bove ad averlo messo sull'ambulanza sono passati 4 minuti. Il trasporto dallo stadio all'ospedale di Careggi è durato altri 4 minuti. È entrato in sala rossa a Careggi dopo 13 minuti dall'episodio: parliamo di un problema che noi definiamo 'tempo-dipendente', da parte nostra c'è stata organizzazione e non improvvisazione. Questo è stato decisivo».
Ghini ha seguito da remoto i soccorsi al centrocampista viola: sia nel momento in cui il giocatore si è sentito male, sia in quelli successivi. «Tutto ciò che è stato fatto è frutto di un protocollo tra Fratellanza militare, Misericordia di Firenze e Fiorentina – ha spiegato –. L'ambulanza non è entrata in campo perché c'era il rischio che non ne potesse uscire, a causa del terreno di gioco si sarebbe potuta impantanare. Le squadre che sono dentro il campo hanno la stessa attrezzatura che c'è all'interno dell'ambulanza, hanno tutto negli zaini. Siamo fortemente addestrati, anche da un punto di vista emotivo».
Il presidente della Fratellanza militare di Firenze ha pure raccontato i concitati momenti relativi al tragitto del giocatore verso l'ospedale: «Lui non era cosciente. In quel tragitto hanno defibrillato e fatto manovre rianimatorie: il problema era ampio».
I soccorsi dei giocatori? «Meglio seguire i corsi»
Ghini, infine, ha parlato dell'aiuto tempestivo dei giocatori di Fiorentina e Inter sul campo: «Su questo aspetto è necessario puntualizzare. Apprezziamo ovviamente il gesto, ma l'improvvisazione non è risolutiva. La manovra che è stata fatta inserendo le dita nella bocca di Bove è fortemente sconsigliata per due motivi. Intanto, il paziente può serrare improvvisamente la bocca, si rischia di avere lesioni gravissime alle dita. La seconda è che in quel momento si possono causare ferite all'interno della bocca, il cui sanguinamento può risultare difficile su un paziente di quella natura. Ripeto, apprezziamo il gesto ma ci tengo a sottolineare l'importanza di fare i corsi per i soccorsi. Si tratta di seguire alcune ore di corsi, ma quelle ore possono salvare vite».