Calcio

Il Crus, super Zanotti e il Papa benedicono sei mesi da urlo

Il Lugano ha chiuso un girone d'andata da protagonista - Ecco il nostro pagellone, in cui spiccano in molti e deludono in pochi
L’allenatore Mattia Croci-Torti e Mattia Zanotti, grandi protagonisti della prima parte di stagione. © CdT/Gabriele Putzu
Massimo Solari
20.12.2024 21:30

Il Lugano ha chiuso il 2024 con l’ennesimo, clamoroso sussulto. La storica qualificazione agli ottavi di finale di Conference League si somma al primato in solitaria in campionato e ai quarti di finale Coppa Svizzera. Difficile, davvero, chiedere di più alla squadra bianconera e ai suoi protagonisti. Diversi di loro, per questo motivo, meritano di essere premiati dal pagellone di metà stagione.

Amir Saipi 4,5

Forse in molti se li sono già scordati. Ma senza i suoi due rigori parati contro il Mladá Boleslav e con 2 punti in meno in classifica, il Lugano avrebbe probabilmente dovuto passare dagli insidiosi playoff di Conference League. Il picco nel quadro di una prima parte di stagione in cui sicurezza e un numero discreto di parate significative hanno prevalso sui brividi.

Sebastian Osigwe 4

Disputa solo quattro incontri, tre in Coppa e uno in Super League a Lucerna. Proprio quest’ultimo, in cui si rivela decisivo con un paio di grandi interventi, è il suo piccolo capolavoro.

Mattia Zanotti 5,5

Di un’altra categoria. Per costanza di rendimento, solidità e acume in retrovia, ma soprattutto per il formidabile apporto in fase offensiva, dove non ce n’è praticamente mai per nessuno. Insomma, godiamocelo ora, perché molto presto la Serie A rivendicherà Javier Zanotti.

Antonios Papadopoulos 5,5

Monumentale in numerose partite. Mentre nelle altre si limita a un grado di affidabilità elevatissimo. Quando si esalta per un intervento riuscito, poi, è una goduria. Habemus Papa.

Albian Hajdari 5

Potenzialmente è già il miglior difensore svizzero della Super League. Ma deve imparare a restare con i piedi per terra, perché due o tre ingenuità - con conseguenze purtroppo irrimediabili - le commette.

Martim Marques 4

Minutaggio alla mano, è il terzino sinistro prediletto dallo staff tecnico. Raramente, però, le sue prestazioni superano la sufficienza. Sì, dopo un 2023-24 promettente, la sua crescita conosce un’evidente battuta d’arresto.

Milton Valenzuela 4

Frenato da parecchi (troppi?) problemi fisici, alterna maestria e affanno, giocate importanti e passaggi a vuoto. La scadenza del contratto, in qualche modo, sembra turbarlo.

Lukas Mai 4

In Europa veste i panni della comparsa, mentre in campionato vive di alti e bassi. Papadopoulos, d’altronde, è una presenza ingombrantissima. Una presenza che a poco a poco lo sta allontanando da Cornaredo.

Zachary Brault-Guillard 4,5

Pure lui, nelle gerarchie, si trova davanti l’indispensabile Zanotti. Ma il canadese accetta il ruolo di buon grado e quando viene chiamato in causa non delude.

Ayman El Wafi 3,5

«Vogliono vederti a terra, ma non sanno che è proprio da lì che provieni». Qualche giorno fa, dopo l’ennesima panchina, il difensore marocchino ha pubblicato questo post sui social. Senza dubbio è fra i giocatori meno soddisfatti della personale situazione in rosa. Se dovesse cambiare aria, a fronte di sei mesi mediocri, non sarebbe un male. Né per lui, né per il club.

Anto Grgic 5

La sua centralità emerge soprattutto in assenza. Quando l’ex Sion non è in campo la manovra e il cervello del Lugano sono decisamente meno lucidi. Cruciale sulle palle ferme, infallibile dal dischetto.

Uran Bislimi 5

È forse il giocatore che fatica di più a reggere l’urto degli impegni ravvicinati, tra Europa e Super League. Per dinamismo, visione sopraffina e imprevedibilità palla al piede, costituisce però una delle chiavi del successo bianconero.

Ousmane Doumbia 4

Da perno a rincalzo. E non senza ragione. Spesso e volentieri, l’ivoriano non convince in termini di competitività e qualità. Dopo l’esperienza a Chicago si è un po’ seduto.

Mohamed Belhadj 5

Devastante in campo internazionale. E però, con i suoi strappi e diversi gol pesanti, altresì fondamentale per la rincorsa al titolo svizzero. Trattenerlo non sarà semplice.

Roman Macek 3,5

Ai margini del progetto e della considerazione dello staff tecnico. Il livello per fare bene altrove, in ogni caso, non gli manca.

Renato Steffen 5

Titolare, o meglio intoccabile, nelle ultime 11 uscite stagionali. E infatti, sul finale, pecca sul piano della brillantezza. Poco male, perché il suo fuoco sacro e i suoi numeri - 7 gol e 11 assist in 25 apparizioni - ne suggeriscono la dimensione. Quella di un giocatore essenziale con cui cercare in tutti i modi di prolungare la storia d’amore.

Ignacio Aliseda 5

Il giocattolo si rompe sul più bello. Ancora. Ed è un peccato enorme, perché sino a inizio novembre trascina la squadra come non accadeva dalla primavera del 2023. Ah, pure «Nacho» è in scadenza e - per motivazioni del singolo e rischio economico del club - il suo dossier è sicuramente fra i più delicati.

Mattia Bottani 4,5

Dopo un’estate discreta, l’autunno sembra sul punto d’inghiottirlo. Il «Pibe» però reagisce alla grande e, in concomitanza con il forfait di Aliseda e il parziale calo di Steffen, torna a fare la differenza. E, da capitano su cui Croci-Torti non smette di fare affidamento, a meritarsi il rinnovo.

Yanis Cimignani 3

Inutile girarci attorno, è la vera delusione - finanche l’unica - del girone d’andata. Non si accende e non accende più il Lugano. E per chi se n’era innamorato, sì, fa male.

Daniel Dos Santos 4

Sprazzi di talento e prospettiva. Non sono tuttavia poche le gare in cui la sua immaturità sportiva viene a galla.

Hicham Mahou 4

Discontinuo e ancora incapace di rasserenare chi lo osserva. Ma i segnali incoraggianti, tra novembre e dicembre, non si discutono. La sua velocità risulta preziosa in Europa.

Kacper Przybylko 3,5

A fronte di limiti innegabili - e parliamo sia di intelligenza tattica, sia di killer instinct - l’attaccante polacco l’Europa invece la assapora col contagocce. Va un filo meglio in campionato, anche se nel complesso segna meno di Belhadj. Ed è tutto dire per un club che mira a diventare campione svizzero.

Shqelkim Vladi 3,5

L’aridità del Lugano si spiega pure con la sua inattendibilità. Nella misura in cui è sovente fuori dai giochi per guai atletici o raramente capace di caricarsi sulle spalle l’attacco.

Yannis Ryter

Senza voto.

Mattia Croci-Torti 5,5

Lo avevamo scritto in tempi non sospetti. Con una rosa di primo piano, le esigenze sfiancanti dell’internazionalità bianconera e però degli avversari abbordabili in Conference League, aveva tanto, tantissimo da perdere. E invece la bacchetta magica del Crus sta dando vita a un altro prodigio. Il Lugano è in corsa su tre fronti e le sue ambizioni non sono mai state così tangibili e realizzabili.

La società 5

Se i voti più alti sono stati assegnati ai colpi di mercato estivi, significa che la dirigenza ha fatto molto bene. Eccome. Rispetto a un anno fa, inoltre, la gestione degli impegni europei e dei suoi risvolti talvolta fastidiosi si è rivelata felice. La sfida più importante, però, è alle porte: il titolo è lì, si può sfiorare, e sottovalutare la portata dei trasferimenti invernali sarebbe imperdonabile. Davvero solo Koutsias?

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