Il Crus, super Zanotti e il Papa benedicono sei mesi da urlo
Il Lugano ha chiuso il 2024 con l’ennesimo, clamoroso sussulto. La storica qualificazione agli ottavi di finale di Conference League si somma al primato in solitaria in campionato e ai quarti di finale Coppa Svizzera. Difficile, davvero, chiedere di più alla squadra bianconera e ai suoi protagonisti. Diversi di loro, per questo motivo, meritano di essere premiati dal pagellone di metà stagione.
Amir Saipi 4,5
Forse in molti se li sono già scordati. Ma senza i suoi due rigori parati contro il Mladá Boleslav e con 2 punti in meno in classifica, il Lugano avrebbe probabilmente dovuto passare dagli insidiosi playoff di Conference League. Il picco nel quadro di una prima parte di stagione in cui sicurezza e un numero discreto di parate significative hanno prevalso sui brividi.
Sebastian Osigwe 4
Disputa solo quattro incontri, tre in Coppa e uno in Super League a Lucerna. Proprio quest’ultimo, in cui si rivela decisivo con un paio di grandi interventi, è il suo piccolo capolavoro.
Mattia Zanotti 5,5
Di un’altra categoria. Per costanza di rendimento, solidità e acume in retrovia, ma soprattutto per il formidabile apporto in fase offensiva, dove non ce n’è praticamente mai per nessuno. Insomma, godiamocelo ora, perché molto presto la Serie A rivendicherà Javier Zanotti.
Antonios Papadopoulos 5,5
Monumentale in numerose partite. Mentre nelle altre si limita a un grado di affidabilità elevatissimo. Quando si esalta per un intervento riuscito, poi, è una goduria. Habemus Papa.
Albian Hajdari 5
Potenzialmente è già il miglior difensore svizzero della Super League. Ma deve imparare a restare con i piedi per terra, perché due o tre ingenuità - con conseguenze purtroppo irrimediabili - le commette.
Martim Marques 4
Minutaggio alla mano, è il terzino sinistro prediletto dallo staff tecnico. Raramente, però, le sue prestazioni superano la sufficienza. Sì, dopo un 2023-24 promettente, la sua crescita conosce un’evidente battuta d’arresto.
Milton Valenzuela 4
Frenato da parecchi (troppi?) problemi fisici, alterna maestria e affanno, giocate importanti e passaggi a vuoto. La scadenza del contratto, in qualche modo, sembra turbarlo.
Lukas Mai 4
In Europa veste i panni della comparsa, mentre in campionato vive di alti e bassi. Papadopoulos, d’altronde, è una presenza ingombrantissima. Una presenza che a poco a poco lo sta allontanando da Cornaredo.
Zachary Brault-Guillard 4,5
Pure lui, nelle gerarchie, si trova davanti l’indispensabile Zanotti. Ma il canadese accetta il ruolo di buon grado e quando viene chiamato in causa non delude.
Ayman El Wafi 3,5
«Vogliono vederti a terra, ma non sanno che è proprio da lì che provieni». Qualche giorno fa, dopo l’ennesima panchina, il difensore marocchino ha pubblicato questo post sui social. Senza dubbio è fra i giocatori meno soddisfatti della personale situazione in rosa. Se dovesse cambiare aria, a fronte di sei mesi mediocri, non sarebbe un male. Né per lui, né per il club.
Anto Grgic 5
La sua centralità emerge soprattutto in assenza. Quando l’ex Sion non è in campo la manovra e il cervello del Lugano sono decisamente meno lucidi. Cruciale sulle palle ferme, infallibile dal dischetto.
Uran Bislimi 5
È forse il giocatore che fatica di più a reggere l’urto degli impegni ravvicinati, tra Europa e Super League. Per dinamismo, visione sopraffina e imprevedibilità palla al piede, costituisce però una delle chiavi del successo bianconero.
Ousmane Doumbia 4
Da perno a rincalzo. E non senza ragione. Spesso e volentieri, l’ivoriano non convince in termini di competitività e qualità. Dopo l’esperienza a Chicago si è un po’ seduto.
Mohamed Belhadj 5
Devastante in campo internazionale. E però, con i suoi strappi e diversi gol pesanti, altresì fondamentale per la rincorsa al titolo svizzero. Trattenerlo non sarà semplice.
Roman Macek 3,5
Ai margini del progetto e della considerazione dello staff tecnico. Il livello per fare bene altrove, in ogni caso, non gli manca.
Renato Steffen 5
Titolare, o meglio intoccabile, nelle ultime 11 uscite stagionali. E infatti, sul finale, pecca sul piano della brillantezza. Poco male, perché il suo fuoco sacro e i suoi numeri - 7 gol e 11 assist in 25 apparizioni - ne suggeriscono la dimensione. Quella di un giocatore essenziale con cui cercare in tutti i modi di prolungare la storia d’amore.
Ignacio Aliseda 5
Il giocattolo si rompe sul più bello. Ancora. Ed è un peccato enorme, perché sino a inizio novembre trascina la squadra come non accadeva dalla primavera del 2023. Ah, pure «Nacho» è in scadenza e - per motivazioni del singolo e rischio economico del club - il suo dossier è sicuramente fra i più delicati.
Mattia Bottani 4,5
Dopo un’estate discreta, l’autunno sembra sul punto d’inghiottirlo. Il «Pibe» però reagisce alla grande e, in concomitanza con il forfait di Aliseda e il parziale calo di Steffen, torna a fare la differenza. E, da capitano su cui Croci-Torti non smette di fare affidamento, a meritarsi il rinnovo.
Yanis Cimignani 3
Inutile girarci attorno, è la vera delusione - finanche l’unica - del girone d’andata. Non si accende e non accende più il Lugano. E per chi se n’era innamorato, sì, fa male.
Daniel Dos Santos 4
Sprazzi di talento e prospettiva. Non sono tuttavia poche le gare in cui la sua immaturità sportiva viene a galla.
Hicham Mahou 4
Discontinuo e ancora incapace di rasserenare chi lo osserva. Ma i segnali incoraggianti, tra novembre e dicembre, non si discutono. La sua velocità risulta preziosa in Europa.
Kacper Przybylko 3,5
A fronte di limiti innegabili - e parliamo sia di intelligenza tattica, sia di killer instinct - l’attaccante polacco l’Europa invece la assapora col contagocce. Va un filo meglio in campionato, anche se nel complesso segna meno di Belhadj. Ed è tutto dire per un club che mira a diventare campione svizzero.
Shqelkim Vladi 3,5
L’aridità del Lugano si spiega pure con la sua inattendibilità. Nella misura in cui è sovente fuori dai giochi per guai atletici o raramente capace di caricarsi sulle spalle l’attacco.
Yannis Ryter
Senza voto.
Mattia Croci-Torti 5,5
Lo avevamo scritto in tempi non sospetti. Con una rosa di primo piano, le esigenze sfiancanti dell’internazionalità bianconera e però degli avversari abbordabili in Conference League, aveva tanto, tantissimo da perdere. E invece la bacchetta magica del Crus sta dando vita a un altro prodigio. Il Lugano è in corsa su tre fronti e le sue ambizioni non sono mai state così tangibili e realizzabili.
La società 5
Se i voti più alti sono stati assegnati ai colpi di mercato estivi, significa che la dirigenza ha fatto molto bene. Eccome. Rispetto a un anno fa, inoltre, la gestione degli impegni europei e dei suoi risvolti talvolta fastidiosi si è rivelata felice. La sfida più importante, però, è alle porte: il titolo è lì, si può sfiorare, e sottovalutare la portata dei trasferimenti invernali sarebbe imperdonabile. Davvero solo Koutsias?