Calcio

Ma saranno davvero i bomber a decidere la Super League?

Il mercato chiude il 17 febbraio e a Lugano ci s’interroga sul reparto offensivo - Alexandre Rey: «La storia dei campioni svizzeri parla anche di grandi attaccanti - Nsame e Bedia colpi strategici» - Mario Gavranovic: «Non si trasformi il tema in un alibi»
La doppietta di Jean-Pierre Nsame, domenica, ha permesso al San Gallo di superare in rimonta lo Zurigo. © keystone/ennio leanza
Massimo Solari
10.02.2025 21:45

A Jean-Pierre Nsame sono dunque bastati tre spezzoni di partita per ridare slancio alle ambizioni del San Gallo. Contro il Lugano è arrivato l’assist per il decisivo 2-1. Domenica, al Letzigrund, la doppietta del bomber camerunese ha invece ribaltato lo Zurigo e riscritto la storia della Super League. Super League che ora sfoggia due realizzatori da record a quota 111 reti. E l’asticella, va da sé, è destinata a essere ritoccata ancora e molto presto.

A Chris Bedia sono invece bastate due gare da titolare per soffiare con veemenza sul fuoco della speranza riacceso in casa Young Boys. L’ex attaccante del Servette ha firmato una rete e un assist nel 6-1 rifilato all’Yverdon, mentre due dei cinque gol che hanno steso il Sion portano la sua firma.

Il San Gallo si è portato a -5 dalla capolista Basilea e a 4 lunghezze dai bianconeri. L’YB, grazie a tre successi consecutivi, è per contro passato dalla depressione all’euforia, complici i 6 punti che oggi lo separano dal leader del campionato.

A Cornaredo si riflette

Sì, nel weekend pure il Lugano ha rosicchiato un punticino ai renani. E però, a margine del frustrante 1-1 maturato al cospetto di un Grasshopper catenacciaro all’inverosimile, nella pancia di Cornaredo è risuonato un campanello d’allarme. «Negli ultimi 20 metri abbiamo bisogno di più qualità, lo si è proprio visto» ha commentato con un certo sconforto Mattia Croci-Torti. Certo, il tecnico bianconero non si è sottratto dall’elargire anche carezze a destra e a manca. Sul piano diplomatico, d’altronde, il Crus eccelle come pochi altri allenatori e ogni pedina offensiva a disposizione è in qualche modo stata abbracciata. Bene. Il 42.enne momò, tuttavia, ha altresì picchiettato sulla spalla del direttore sportivo Sebastian Pelzer. «Il club deve restare attento sul mercato» ha dichiarato, soffocando un grido d’aiuto.

Inutile girarci attorno: lo stop prolungato di Ignacio Aliseda e le fragili garanzie fornite dai tre centravanti in rosa inquietano il mister bianconero. Per Croci-Torti, inoltre, l’opportunità concreta di consegnare il titolo alla società non dovrebbe ammettere qualsivoglia rilassamento o, peggio ancora, rinuncia. Vero - e lo ha riconosciuto il diretto interessato - per rinforzare la squadra «servono eventuali situazioni favorevoli». Altri club, suggerivamo, queste condizioni hanno fatto in modo di crearle. E a Cornaredo? Nelle ultime ore le acque sembrerebbero essere state perlomeno smosse. Ma da qui a condurre in porto un’operazione ce ne passa. La data cerchiata in rosso sul calendario è il 17 febbraio, lunedì: per i trasferimenti in entrata c’è tempo sino alle 17.59.

«L’unica variabile: gli ex»

«Il mercato invernale però è complicato, per ogni società europea e soprattutto in Svizzera» tiene a precisare Alexandre Rey, 148 reti in Lega Nazionale A tra Servette, Neuchâtel Xamax, Sion e Basilea. «Di regola, a metà stagione, è possibile puntare su due profili d’attaccante: quello di prospettiva o quello che non gioca e non segna da troppe partite. L’unica variabile esistente riguarda effettivamente i giocatori che conoscono già la Super League. Si tende a sottovalutare il livello del campionato elvetico, che però è tutto fuorché semplice. Puntando su Nsame e Bedia, San Gallo e YB hanno quindi piazzato dei colpi strategici. E il campo non ha tardato a provarlo». Nsame, lo ricordiamo, è giunto in prestito dal Legia Varsavia. «La clausola per riscattarlo non è però esorbitante» ha indicato al CdT il presidente Matthias Hüppi, preparando il terreno a un acquisto definitivo. Il prestito di Bedia ai gialloneri, via Union Berlino, varrà per contro almeno sino all’estate del 2026. «Segno che c’è della progettualità e non dell’improvvisazione alla base di queste operazioni» rileva Rey. Per poi porre l’accento su un altro fattore: «Nsame e Bedia sono calciatori dal grande carisma. E, in quanto figure anche mature, proprio queste personalità tendono a produrre scosse positive negli spogliatoi. Lugano e Basilea lo hanno vissuto con Steffen e Shaqiri».

Affiancata ai numeri insufficienti di Shkelqim Vladi e Kacper Przybylko, l’intrigante scommessa del Lugano si chiama invece Georgios Koutsias, 21 anni e un cartellino divenuto scomodo in seno al partner club Chicago. «Da diverse stagioni - osserva Rey - il Lugano di Croci-Torti ha costruito i suoi progressi sulla forza del collettivo. E a mio avviso l’attuale gruppo è in grado di reggere il ritmo. Detto ciò, la storia dei campioni svizzeri parla spesso e volentieri anche di grandi attaccanti. E ve lo dice uno che ha vinto il titolo al Servette da capocannoniere della lega, con 19 reti. Insomma, spuntarla senza questo genere di elemento offensivo e di statistica costituisce un’eccezione. Anche per questo motivo mi ha sorpreso, e parecchio, la gestione di Dereck Kutesa da parte del Servette».

«Come diceva Antonio Conte»

Il capocannoniere dei granata, alla fine, rimarrà in riva al Lemano. Poco importa il contratto in scadenza e la volontà della dirigenza di monetizzare in extremis un suo trasferimento in Egitto o MLS. Deciderà lui, detto altrimenti, che futuro dare alla personale carriera. Zan Celar, al termine dello scorso campionato, aveva al contrario forzato la mano, insistendo per essere ceduto all’estero. Per la precisione al QPR in Championship. «E il Lugano, a ben guardare, non lo ha rimpiazzato veramente» afferma Mario Gavranovic, 34 gol in Super League tra Zurigo e Neuchâtel Xamax, ma attaccante vero anche sulla scena internazionale. «Come diceva Antonio Conte? Guai a sbagliare il portiere e l’attaccante. Ecco. Nel caso del Lugano, considerate le reali chance di titolo, forse sarebbe il caso di non lasciare nulla di intentato. Peccato non investire su qualcuno». Gavra completa tuttavia il suo discorso: «Negli scorsi mesi la squadra di Croci-Torti ha dimostrato di funzionare alla grande. Per quanto possa essere gradito al tecnico, il rinforzo offensivo non deve quindi essere un alibi. Poi è inevitabile. Se non dovesse arrivare la conquista del campionato, la delusione - soprattutto tra i tifosi - sarà grande e non si tarderà a parare lì. A quel killer instinct venuto meno in corso d’opera e sul quale si sarebbe potuto incidere durante il mercato invernale».

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