Calcio

Miranchuk e i suoi fratelli

Il Sion ha scommesso sul nazionale russo, non senza suscitare interrogativi e però anche grande interesse a Mosca – «Pochi dirigenti osano ingaggiare questi giocatori» ha ammesso il ds Barthélémy Constantin – Domani la sfida contro il Lugano
Anton Miranchuk, 28 anni, è alla prima vera esperienza lontano da Mosca. © Keystone/Cyril Zingaro©Keystone/CYRIL ZINGARO
Massimo Solari
21.09.2024 06:00

Christian Constantin non ha resistito. E, in coda al mercato estivo, ha piazzato l’ennesimo colpo controverso della sua presidenza. Il numero uno del Sion ha deciso di scommettere su Anton Miranchuk, 28 anni, un fratello gemello che ha vestito le maglie di Atalanta e Torino, ma - soprattutto - il passaporto russo. Al netto della sua provenienza, parliamo di un giocatore di talento, che in patria ha vinto tutto con la Lokomotiv di Mosca, mettendosi in mostra pure in Champions League e vestendo puntualmente la maglia della nazionale. «E, inutile girarci attorno, se il contesto geopolitico fosse stato differente, il club non avrebbe mai avuto l’opportunità di ingaggiare un elemento simile» ha ammesso negli scorsi giorni Barthélémy Constantin, figlio del patron e direttore sportivo dei vallesani.

Dopo Dobrovolskiy e Shalimov

La guerra in Ucraina, già. Oltre a stravolgere equilibri militari e vite umane, l’invasione decisa da Mosca nel febbraio del 2022 ha scosso pure il mondo del pallone. «Oggi pochi dirigenti in Europa osano puntare sui calciatori russi» ha riconosciuto sempre «Barth». Per poi aggiungere: «Ma trovo stupido addossare alla categoria delle colpe delle quali non è la responsabile». D’accordo. L’operazione Miranchuk, tuttavia, non può non aver interrogato i vertici del Sion. «Non abbiamo portato in Svizzera una spia russa» ha scherzato il direttore sportivo, facendosi poi serio: «Anton non si è mai posizionato sulla questione bellica. In merito ha un profilo molto neutrale. Altri calciatori, invece, hanno sostenuto l’invasione dei territori ucraini. E, se fosse stato il caso, non avremmo proceduto all’acquisto del giocatore». In occasione della sua presentazione ufficiale, settimana scorsa, a Miranchuk non è in ogni caso stato possibile porre domande sul tema.

Di certo c’è che Anton e i suoi fratelli costituiscono l’eccezione nei principali campionati europei. In Svizzera, in fondo, lo sono sempre stati, lungo una linea direttrice che ha avuto in Igor Dobrovolskiy (Servette, 1991-92) e Igor Shalimov (Lugano, 1995-96) i suoi unici riferimenti degni di nota. In Super League, oggi, Miranchuk è il solo russo, mentre in Challenge spicca il nome di Maksim Novoselskiy, figlio dell’ex azionista dell’FC Lugano Leonid e da poco sotto contratto allo Sciaffusa. Serie A, Bundesliga e Premier League hanno rinunciato completamente a elementi provenienti da Mosca e dintorni. La Ligue 1 ne conta tre, la Liga uno. Mentre un paio giostrano in Belgio e Portogallo.

La porta più bassa dello Spartak

Miranchuk, trequartista di ruolo e a cui è stata affidata la numero 10, potrebbe esordire domani al Tourbillon, proprio contro la capolista Lugano. E l’attenzione mediatica, suggerivamo, è senza dubbio elevata. In Svizzera, ma non solo. «Ho già ricevuto una cinquantina di telefonate dalla Russia» ha svelato a lematin.ch Christian Constantin, convinto - per motivazioni e carattere del diretto interessato - che un fiasco alla Balotelli non si ripeterà. «I giornalisti russi vogliono conoscere i dettagli del trasferimento, poiché non si capacitano di come il Sion possa aver messo le mani su un giocatore di questo calibro». Il club vallesano, invero, è conosciuto in Russia anche per un’altra ragione. Nell’ottobre del 1997, nel quadro del 1. turno principale della Coppa UEFA contro lo Spartak, Constantin aveva d’altronde architettato uno dei suoi ricorsi più celebri. Nel match di ritorno disputato a Mosca, gli ospiti si erano accorti che una delle due porte misurava - in altezza - ben 12 centimetri in meno rispetto alla norma. Dopo il successo per 1-0 dei russi al Tourbillon, la sfida si era chiusa sul 2-2, comportando l’eliminazione del Sion. Ebbene, l’UEFA aveva accolto il reclamo del Sion, rifiutandosi però di concedere il passaggio del turno ai vallesani e facendo rigiocare l’incontro due settimane più tardi. L’esito? Un inequivocabile 5-1 per lo Spartak.

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