Calcio

Svizzera, è l'ultima chiamata per cambiare volto al destino

Contro la Serbia, gli elvetici avranno a disposizione solo un risultato per salvare una Nations League fin qui mediocre - Il ct Murat Yakin: «La difesa non mi preoccupa, l’abbiamo riorganizzata; in questa situazione sarà invece fondamentale l’attacco»
© Keystone/Til Buergy
14.11.2024 17:30

Se la Svizzera si sporge leggermente, vede il fondo del precipizio. Un precipizio che prende il nome di «Lega B» della Nations League. Già, il destino dei rossocrociati è davvero appeso a un filo. Innanzitutto - per evitare la retrocessione – la conditio sine qua non per Xhaka e compagni è conquistare i tre punti domani sera contro la Serbia. Ma potrebbe non bastare. Si gioca al Letzigrund di Zurigo, si gioca in casa. Anche per questo, il ct Murat Yakin prova a restare positivo: «Sicuramente non ci troviamo in una posizione piacevole. Tuttavia, riuscire a raggiungere il 3. posto nel girone dipende ancora da noi. Servirà maggiore concentrazione rispetto alle ultime uscite. Proveremo a portare in campo le giuste emozioni, sperando di essere trascinati da un caloroso pubblico, seppur corretto verso gli avversari. Vorrei vedere rispetto reciproco sugli spalti, a partire dagli inni».

La strada è lunga

La classifica, suggerivamo, è triste. Con un solo punto conquistato nelle prime quattro uscite, ai rossocrociati rimangono a disposizione le partite con Serbia e Spagna per evitare l’ultimo rango. Solo il terzo posto nel girone, infatti, permetterebbe agli elvetici di giocarsi la permanenza nella Lega A attraverso gli spareggi di marzo. L’avversario diretto è proprio la Serbia. La selezione di Stojkovic non solo ha dalla sua parte tre punti di vantaggio, è anche forte del 2-0 inflitto alla Svizzera a Leskovac. Per pareggiare gli scontri diretti – primo criterio in caso di arrivo a pari punti – Yakin dovrà dunque provare a prevalere con due reti di scarto. «L’importante è vincere, anche solo per 1-0 - contesta il 50.enne -, perché anche contro la Spagna possiamo conquistare dei punti. Contro di loro, e soprattutto contro la Danimarca, abbiamo dimostrato di poter anche vincere. Purtroppo, decisioni arbitrali controverse hanno compromesso la nostra situazione. Non dovrei parlare di arbitri per evitare di lanciare il messaggio sbagliato alla squadra? Sono d’accordo. Allo stesso tempo, i fatti dicono che senza quegli errori, adesso staremmo lottando per altri obiettivi. Posso accettare una decisione sbagliata in una partita, non in tre».

«Okafor giocherà»

Non bastasse, a rendere il compito ancora più complesso agli elvetici ci hanno pensato assenze e infortuni. Fuori dalla lista dei convocati sono rimasti Akanji, Ndoye, Zakaria, Aebischer, Vargas, Elvedi, Omeragic e Benito. Insomma, chi più ne ha, più ne metta. In porta – nonostante i recenti problemi all’anca – giocherà regolarmente Kobel. Bene, ma la difesa? Per forza di cose, sarà inedita. E i dieci gol subiti in quattro partite non permettono di dormire sonni tranquilli. «Non sono per nulla preoccupato – ribatte ancora il ct –, ci siamo organizzati in tempi brevi. Abbiamo lavorato intensamente e ci mancano solo alcuni dettagli da mettere a punto. Che poi, a questo giro sarà fondamentale l’attacco». A questo proposito, a disposizione è tornato Noah Okafor. Dopo aver mancato un paio di raduni per motivi attitudinali, il milanista è pronto a dare il suo contributo. «Non ho mai messo in discussione le sue qualità. In questi giorni si è allenato con il giusto spirito e merita di giocare, sebbene non possa ancora dire se dal primo minuto». E poi ci sono giovani e neofiti. «Devono ancora adattarsi al livello della Nazionale. Ma sono contento che alcuni di loro avranno la possibilità di mettersi in mostra».

«Tanta qualità nel gruppo»

A 22 anni, Fabian Rieder ha già rotto il ghiaccio: «L’atmosfera all’interno dello spogliatoio è molto buona. Chi è arrivato ha subito mostrato grande personalità e molta qualità sul campo. Siamo un gruppo unito e non possiamo che guardare con ottimismo alle imminenti sfide». Il centrocampista dello Stoccarda è tra i giocatori chiamati a compiere il definitivo salto di qualità. Chissà che non possa trovare il primo gol con la Nazionale maggiore proprio in questi giorni. «Sono stato visto in Bahnhofstrasse? Ma non per fare shopping – scherza Rieder -. Ci è stata concessa un’uscita per rompere la monotonia delle giornate in hotel, e abbiamo bevuto un caffè tra di noi. Ma da oggi (ieri, ndr.) iniziamo a pensare davvero alla partita del Letzigrund».

Intensità e duelli

Per Murat Yakin, la ricetta per fare male alla Serbia è chiara. «Dovremo mettere tanta intensità in campo, e lottare sulle seconde palle. Vogliamo evitare che si avvicinino troppo alla nostra area. In attacco, sappiamo di non avere un bomber vero tra le nostre fila. Possiamo compensare questa lacuna con un buon gioco collettivo. Punteremo su giocatori dinamici e che possono vincere tanti duelli uno contro uno. Ma anche i nostri centrocampisti sono in grado di trovare la rete della vittoria». Perché solo con una vittoria la Svizzera potrà evitare di cadere anzitempo nel precipizio.

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