Croci-Torti: «Il primo posto non ha un valore psicologico, è pura sostanza»
Quello del Lugano è un sorriso a denti stretti. Figlio di un entusiasmo forzato e dell’enorme stanchezza. I bianconeri, d’altronde, trascorreranno le festività natalizie in testa alla Super League. Ed è un traguardo superlativo, soppesate tutte le variabili in gioco. Peccato che a rovinare l’atmosfera, proprio all’ultima curva del girone d’andata, sia arrivata la pesante sconfitta contro il Losanna. Un 4-1 inequivocabile che, per l’appunto, ha guastato l’ambiente. E, almeno a caldo, ridimensiona la soddisfazione dei padroni di casa.
Colpa dell'arbitro? Sì, no, forse
Il Lugano si è laureato campione d’inverno ancor prima di scendere in campo. Complice il kappaò rimediato sabato dal Basilea e la vittoria dello Young Boys ai danni del Servette, caduta a ridosso del fischio d’inizio a Cornaredo. «E sì, forse c’è stato un lieve calo di concentrazione» ammette Amir Saipi. Per poi aggiungere: «Credo comunque che sia normale, dopo un tour de force del genere. Il primato in campionato, oltretutto, deve renderci orgogliosi. In questi mesi - e non ho timore nell’affermarlo - abbiamo dimostrato di essere la migliore squadra in Svizzera. Il che non comporta essere perfetti. Capitano anche controprestazioni di questo tipo, dalle quali cercheremo di trarre nuove lezioni».
Alla voce «concause del tonfo», il portiere del Lugano riconosce il logorio fisico. Ma punta pure il dito contro il direttore di gara Gianforte. «Due rigori su tre, a mio avviso, non c’erano. Per tacere dell’impossibilità di dialogare con l’arbitro principale». Qualche minuto più tardi, nella pancia della tribuna principale, l’allenatore Mattia Croci-Torti allontana tuttavia ombre e alibi. «Non abbiamo perso per colpa delle decisioni arbitrali. Tutti e tre i rigori fischiati a favore del Losanna nascono da nostri errori. E mi riferisco a lacune sul piano nervoso».
«Dopo l’1-0 ci siamo spenti»
Inutile girarci attorno. Il principale imputato, nel quadro della disfatta al cospetto dei vodesi, è Hajdari, autore di due ingenui interventi sanzionati con la massima punizione. Il Crus non fatica a riconoscerlo. «Anche se serve equilibrio nel giudicare Albian. Tre giorni fa era l’eroe. A questo giro ha disputato tutto fuorché una buona partita. Ma non scordiamoci la sua età. Deve riuscire a gestire meglio le emozioni che derivano da prove mostruose come quella fornita a Varsavia».
E a proposito. Rispetto al capolavoro contro il Legia, il tecnico bianconero ha cambiato cinque pedine. Senza Grgic squalificato e Bislimi infortunato, Croci-Torti ha in ogni caso deciso di spremere elementi come Zanotti, Steffen e pure lo stesso Hajdari. «Forse non ho fatto le scelte giuste, d’accordo. Ma quando avevo rinunciato a determinati elementi a Ginevra, il discorso era stato inverso. Insomma, con i se e con i ma non si va da nessuna parte. Semplicemente bisogna riconoscere i meriti del Losanna e accettare questo rovescio, per altro non il primo dopo un impegno esterno in Europa. Una volta subìto l’1-0 ci siamo spenti, fallendo nel gioco che avremmo dovuto proporre. Non abbiamo attaccato sufficientemente la profondità e - quando serviva - la palla non è stata difesa a sufficienza». Non esattamente un complimento per Kacper Przybylko, prima punta disordinata che ha riacceso la speranza nella ripresa.
Mercato anche in uscita?
Il Crus, come spesso accade, lancia messaggi sotto traccia. Pure quando giunge il momento di allargare lo spettro dell’analisi e di assaporare il primato in solitaria. «Lo avevamo annunciato alla vigilia della stagione. Per noi sarebbe stato cruciale rimanere agganciati ai primi posti a Natale. Ed esserci riusciti non era affatto scontato. Perciò bisogna applaudire i miei giocatori. Il primo posto non ha un valore psicologico. No, è pura sostanza. Perché nel girone di ritorno potremo davvero giocarci il titolo».
Già, ma con quale rosa? Con un Koutsias in più nel motore offensivo, okay. E poi? «Sono sicuro che altri club si rafforzeranno» indica il Crus. Eccolo un altro, sottile monito per la dirigenza. «Il mercato invernale - insiste - può stravolgere gli equilibri. E, nel nostro caso, molto dipenderà anche dalla volontà dei singoli. Non faccio nomi, poiché non dispongo di informazioni . Non ancora, perlomeno. Dopo il match di giovedì contro il Pafos tireremo una prima riga e valuteremo chi ha voglia di rimanere e battersi per tutti gli obiettivi. E parlo di obiettivi di squadra, che vanno sempre anteposti a quelli individuali».