Calcio

Da Londra a Euro 2024: l'incredibile viaggio di Kwadwo Duah

L'attaccante rossocrociato, nato in Inghilterra 27 anni fa, ripercorre gli ultimi, magici giorni in Germania: «Il gol con l'Ungheria ha cambiato tutto» - Il quarto di finale contro Harry Kane e compagni ha un sapore speciale
©Keystone/PETER KLAUNZER
Massimo Solari
03.07.2024 11:01

Sembra trascorsa una vita dal 15 giugno. Da quando, cioè, Kwadwo Duah è diventato il primo eroe rossocrociato di Euro 2024. L'attaccante 27.enne ha mostrato la via ai compagni, premiato un Murat Yakin poi intrattabile nei panni di mago e scacchista, dato il la al nostro entusiasmante torneo. Sembra trascorsa una vita, dicevamo, da quel gol pesantissimo all'Ungheria. «Ma da allora tutto è cambiato» ammette il centravanti del Ludogorets. I riflettori, di nuovo, sono dedicati a lui. Forse anche per la sua storia. Come fa notare un giornalista d'Oltremanica, è stato il primo giocatore «inglese» a segnare all'Europeo. Lui, nato a Londra il 24 febbraio 1997. Duah sorride. I suoi occhi brillano ancora. Pensando al recente passato e in vista dell'affascinante quarto di finale proprio contro l'Inghilterra. «È stata una settimana eccitante. Invero tutto il viaggio, sin qui, lo è stato. Ora ci attende la sfida contro una grande squadra, formata da grandi nomi». 

Duah, ammette, è un grande tifoso del Chelsea. «Ho sempre ammirato Didier Drogba», spiega. Le origini africane, ghanesi per la precisione, suggeriscono il perché. «Come sono arrivato a Londra? I miei genitori hanno avuto l'opportunità di migliorare le proprie condizioni di vita. E lo stesso è capitato quando avevo 2 anni e hanno deciso di trasferirsi in Svizzera». La svolta di un'esistenza. E, in anticipo sul destino, sulla carriera del futuro calciatore. «Vestire la maglia della Nazionale è poi diventato l'obiettivo più grande; perciò sono fiero di far parte di questo gruppo» sottolinea Duah, che nel giro di un mese si è guadagnato la prima convocazione, la fiducia immediata nel test contro l'Estonia, la clamorosa titolarizzazione all'esordio della competizione. Infine la gloria. «È stato un momento incredibile, per me, per la mia famiglia e - certo - pure per la squadra» osserva l'attaccante. «A Colonia abbiamo posato le fondamenta del nostro percorso». 

Il resto è andato piuttosto velocemente. «Ora sogno un'offerta da uno dei migliori cinque campionati europei» riconosce Duah. Prima di esprimere una chiara preferenza: «Idealmente mi piacerebbe giocare in Serie A. Mi piace la cultura italiana, oltre al Paese, dove ogni anno mi reco in vacanza». Va da sé, l'auspicio è che le ferie di Kwadwo e colleghi attendano ancora per un po'. «La dinamica e la mentalità dello spogliatoio sono estremamente positive. Sì, c'è grande fiducia e consapevolezza nei nostri mezzi» evidenzia la punta rossocrociata, 15 reti in stagione con il Ludogorets. Un club, appunto, che d'improvviso sembra andargli stretto. 

Duah è raggiante e allo stesso tempo ambizioso. Lo sguardo non mente. E l'ascendente di alcuni compagni contribuisce a puntare in alto. «Xhaka? La sua mentalità vincente è incredibile. Spinge ogni elemento a fare meglio, a progredire. Da un leader del genere, così come da Akanji, si può solo imparare. Sono due figure imponenti, che hanno tutto sotto controllo. Manu, per esempio, non perde un pallone in allenamento». Kwadwo, comunque, non ha faticato a inserirsi e a trovare il proprio posto in spogliatoio. La mano tesa di Murat Yakin è stata fondamentale. I consigli di Giorgio Contini sono sempre preziosi. Mentre l'amicizia con Breel Embolo rende il tutto più semplice. Quando gli chiediamo quale gol sia stato più bello fra la follia di Shaqiri all'incrocio - contro la Scozia - e la rovesciata meravigliosa di Bellingham negli ottavi, Duah unisce quindi sincerità e opportunismo. Da buon attaccante. «Per difficoltà e importanza, dico la rete di Shaq». 

Determinante, ancorché più semplice, era stato pure il primo sigillo al debutto. Da allora, dal 15 giugno, sembra trascorsa una vita. Euforia e occhi scintillanti continuano però ad accompagnare il viaggio rossocrociato. E il viaggio di Kwadwo Duah.

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