E se al Wankdorf andasse male? Ecco che cosa serve al Lugano per l'Europa
Non è necessaria nemmeno troppa fantasia. A Montecarlo, d’altronde, il Lugano ci è già finito due volte. Conosce gli spazi del Grimaldi Forum e il comfort delle sue poltroncine. Chiudendo gli occhi, per un attimo, è persino possibile sentire il rumore delle palline che girano, vedere la mano del campionissimo di turno che pesca e cede il bussolotto a un collega. Infine il momento della verità, racchiusa in un foglietto con il proprio nome stampato e nell’attribuzione a un gruppo più o meno prestigioso. Accadrà di nuovo? La data da cerchiare in rosso sul calendario è il 31 agosto, quando verranno stabilite le fasi a girone delle tre competizioni continentali: Champions, Europa e Conference League. E, sì, i bianconeri possono ambire a figurare fra le 96 elette per il 2023-24. La finale di Coppa Svizzera e l’attuale rendimento in campionato permettono di sognare. Sono due porte socchiuse sul palcoscenico internazionale.
Scenari e margini di manovra
Il perché, lo ha ricordato ieri al CdT Michele Campana, direttore operativo del club. «Partendo dal presupposto che le formazioni russe restino escluse da questi tornei - non è ancora ufficiale -, vi sono due possibili scenari. In caso di vittoria al Wankdorf, ci qualificheremmo ai playoff di Europa League, con la certezza di disputare la fase a gironi di Conference League se venissimo sconfitti. Uno scenario che non cambierebbe qualora dovessimo perdere in finale, ma finire terzi in campionato. La seconda piazza in Super League, invece, metterebbe in palio i preliminari di Champions League (2. turno), seguiti - in caso di sconfitte - da quelli di Europa (3. turno) e Conference League (playoff). Un triplice kappaò potrebbe dunque lasciarci a mani vuote. Infine, quarto e quinto rango - quest’ultimo grazie all’YB in finale - garantirebbero l’accesso al secondo turno dei preliminari di Conference League».
Insomma, al netto dell’equilibrio che regna nel massimo campionato, fallire uno di questi obiettivi avrebbe quasi del clamoroso. Le condizioni quadro, suggerivano, non sono per nulla sfavorevoli. Anzi. A dieci turni dal termine della Super League, il Lugano occupa il 4. posto in classifica, a quota 35 punti e a -4 dal Servette secondo. Vero, tra i granata e la settima piazza i margini di manovra sono esigui. La miseria di 6 punti, per la precisione. E distrazioni in serie o scarso feeling con il successo potrebbero tradursi nell’esclusione dal quintetto di testa. Ma quanti punti servono per restare aggrappati al treno europeo? E quanti per un vagone di prima classe?
30 punti a disposizione
Abbiamo fatto due calcoli, considerando le ultime sette stagioni. Dal ritorno del Lugano in Super League, dunque. Nel dettaglio, quali punteggi di riferimento sono stati presi il 3. e il 5. posto delle rispettive annate, vale a dire il migliore e il peggiore scenario per le attuali aspirazioni europee della società. Ricordiamo infatti che, a differenza del percorso garantito dalla 2. posizione (preliminari di Champions), nel primo caso i bianconeri accederebbero sicuramente alla fase a gironi di Europa o Conference League. Tanta roba, esatto. In media, servono 54 punti per chiudere sullo scalino più basso del podio. E cioè 19 in più di quelli racimolati sinora. Riuscirci, con 30 punti ancora a disposizione, non è impossibile. Ma si prospetta difficile, questo sì. Per dire: chiudendo proprio a quota 54, la scorsa stagione il Lugano aveva firmato il nuovo record del club in Super League. Ciò nonostante, Sabbatini e compagni - vittoriosi in Coppa e così catapultati al 3. turno di qualificazione di Conference League - avevano chiuso quarti, dietro Zurigo, Basilea e YB. Guardando nello specchietto retrovisore, c’è però un dato che potrebbe tenere vive le speranze dei tifosi. Quando i campionati si sono rivelati molto tirati, la terza classificata ha dovuto sforzarsi meno. Nel 2020-21, sono bastati 50 punti e, appunto, dopo 26 giornate a dividere 2. e 7. posto erano appena cinque lunghezze. Dolci ricordi li rievoca poi il campionato 2018-19, chiuso con addirittura quattro formazioni a quota 46. Ricordate? Nell’ultima, pazza giornata, i bianconeri riuscirono a strappare 3. posto e gironi di Europa League nonostante il 3-3 casalingo con il GC. E, di nuovo, al 26. turno il cuscinetto tra 3. e 8. era di soli 7 punti. Di qui la proiezione sul torneo in corso, che suggerisce come l’ambito 3. posto possa anche fare rima con una cinquantina di punti: al Lugano basterebbe così conquistarne la metà dei 30 in palio. Cinque vittorie, volendo semplificare.
Il minimo indispensabile
A inizio anno, la società aveva dichiarato apertamente di puntare a uno dei piazzamenti europei. Un obiettivo, questo, che verrebbe raggiunto anche terminando a metà classifica. L’asticella per il 5. rango, negli anni, è stata posta a 47,7 punti. Una media che dista 12-13 punti dalla situazione contabile del momento. Per giocarsi almeno un turno preliminare di Conference League, quindi, il Lugano dovrebbe vincere 4 partite su 10. Forse anche meno, tenuto conto del grande equilibrio del torneo e, di riflesso, degli scontri diretti che freneranno l’una o l’altra formazione invischiata nella rincorsa all’Europa. Il primo, in casa bianconera, è in agenda lunedì: la sfida con il San Gallo vale il terzo posto provvisorio. E un viaggio con la mente a Montecarlo.