Calcio

Gli arbitri fanno quadrato, ma da Cornaredo parte una missiva

Il capo dei fischietti Dani Wermelinger difende le decisioni di Schärer e la doppia designazione per le sfide con YB e Lucerna - Il club bianconero non ci sta e in una lettera ribadisce il malcontento
L'arbitro Sandro Schärer. ©CdT/Gabriele Putzu

Lugano-Young Boys e Lucerna-Lugano si stanno ancora giocando. Fuori dal campo. E, certo, con i tre punti oramai conquistati dagli avversari dei bianconeri. Gli oggetti del contendere sono noti e chiamano in causa alcune, controverse scelte arbitrali. Nel mirino del club sottocenerino è finito Sandro Schärer, fischietto FIFA nonché - stando agli addetti ai lavori - miglior direttore di gara svizzero. Il 34.enne ha lasciato il segno sia mercoledì a Cornaredo, sia sabato alla swissporarena. Da un lato sorvolando su un contatto sospetto tra Sabbatini e Itten da cui è nato il 2-1 dell’YB. Dall’altro intervenendo dalla sala VAR, sabato, per ravvisare un tocco di mano di Mai in area di rigore del quale non si era avveduto nessuno. Compreso l’arbitro di serata Nico Gianforte. Entrambi gli episodi, al netto delle oggettive colpe bianconere, hanno cambiato il vento delle gare. Di più: hanno mandato su tutte le furie Mattia Croci-Torti.

Direttori di gara e VAR assolti

«Ho visto applicati due pesi e due misure: forse ho attaccato la persona sbagliata» le parole dure pronunciate dal tecnico del Lugano. Che, soprattutto e non a torto, ha altresì sollevato una questione di fondo. Designare Schärer al VAR quattro giorni dopo le polemiche di Cornaredo era proprio necessario? Senza dimenticare che il quarto uomo di Lugano-YB - a sua volta criticato per aver ritardato un triplice cambio chiesto dalla panchina ticinese - ha diretto proprio la sfida di Lucerna. Ebbene, abbiamo girato direttamente le questioni scottanti al capo dei fischietti elvetici Dani Wermelinger. Il quale ha difeso la squadra arbitrale su tutta la linea.

La non chiamata su il presunto fallo dell’attaccante giallonero ai danni di Sabbatini è ritenuta corretta. «Il contatto è minimo (e termina con Sabbatini che sembra pestare il piede di Itten). In ogni caso, non c’è un fallo evidente, nonostante Sabbatini cada a terra apparentemente ferito. No, l’intensità del contatto non rende plausibile un potenziale infortunio. E dal momento che non si è verificato un chiaro ed evidente errore dell’arbitro, non c’è motivo di coinvolgere il VAR». Bene.

Passiamo al rigore accordato a posteriori al Lucerna. Il braccio di Mai «non è vicino al corpo - si estende orizzontalmente - rendendo punibile il tocco di mano. L’arbitro non ha ravvisato la fattispecie durante la partita e il VAR è giustamente intervenuto chiedendo di rivedere l’episodio». Inevitabile, secondo a Wermelinger, assegnare quindi il tiro dagli undici metri.

«Normale incrociarsi spesso»

La puntualità dell’analisi viene invece meno quando si tratta di commentare le esternazioni del Crus. «Non eravamo a conoscenza delle dichiarazioni e non è nostra intenzione interpretarle» si affretta a replicare Wermelinger. Per poi auspicare uno scambio di opinioni diretto, senza il filtro dei media insomma, tra il dipartimento che dirige e i club. Ecco, appunto: sarà accontentato. Stando a nostre informazioni, in queste ore è partita da Cornaredo una missiva nella quale la società ribadisce il proprio malcontento per quanto successo. Al di là delle singole decisioni, a infastidire il Lugano è il paradossale incrocio creatosi sul piano delle designazioni. Una mossa rischiosa, per non dire sbagliata, che potrebbe aver scalfito persino l’oggettività del numero uno, Schärer. Va da sé, nemmeno su questo punto Wermelinger si scompone: «Cerchiamo sempre di affidarci ai migliori arbitri disponibili per ogni singola partita. Bilanciare tutti i fattori nell’assegnazione degli ufficiali di gara per le 5 partite di Super League e le 5 di Challenge è un compito complesso già in un normale weekend. Lo è ulteriormente, ponendo sfide aggiuntive in termini di riposo e recupero (non sconosciute ai club) durante le settimane inglesi». Wermelinger non si ferma però qui. E sull’opportunità di proporre per due volte consecutive la coppia Schärer-Gianforte rilancia: «Che giocatori e arbitri s’incontrino regolarmente e spesso è un semplice dato di fatto. Siamo fiduciosi circa il grado di preparazione e professionalità del nostro staff. Le squadre hanno un obiettivo: vincere. Da parte loro, gli arbitri mirano a mantenere il gioco sicuro e corretto. Siamo quindi pronti a prendere decisioni impopolari e in grado di comportare un certo, potenziale di conflitto».

Escluso per motivi disciplinari sabato, Reto Ziegler ieri non si è allenato. Il 36.enne e la dirigenza si sarebbero incontrati in mattinata per valutare la situazione e cercare di ricucire. Al momento, però, non sembra essere il caso. Il giocatore resta sospeso. Alla base delle frizioni - e del comportamento ritenuto inaccettabile dal club - l’idea differente sull’eventuale rinnovo.
Correlati
Il poker dello Young Boys offusca un'ora di applausi
Sconfitta severa per il Lugano: i gialloneri scappano nella ripresa dopo essere stati dominati a lunghi tratti – L'allungo di Garcia viziato da un contatto sospetto – Croci-Torti: «A Berna un gol del genere sarebbe stato annullato cento volte su cento, poi però siamo crollati»