Calcio

«Il 3-0 all'Olimpico? Ci è servito, ai Mondiali siamo andati noi»

Remo Freuler lancia così la super sfida negli ottavi di finale contro l'Italia: «Gli azzurri non muoiono mai, ah e naturalmente sono i favoriti»
©Epa/Themba Hadebe
Massimo Solari
26.06.2024 10:49

Quasi 300 partite in Serie A. Prima all'Atalanta, club che lo ha trasformato in leader e idolo dei tifosi. Poi a Bologna, terra di rinascita e nuove conquiste, grazie all'ultima, clamorosa stagione sotto Thiago Motta. Remo Freuler è un valore sicuro della Serie A. Ma, soprattutto, è un punto fermo della Svizzera. Giunto oramai a 70 gettoni in rossocrociato, il centrocampista riesce a gestire l'avvicinamento agli ottavi di finale contro l'Italia senza tremarella. Mettendoci il giusto pepe e senza però cedere ai tranelli piazzati qua e là dai giornalisti.

La sala stampa del GAZI-Stadion, campo base della Nazionale a Stoccarda, è più gremita del solito. Ovvio. All'orizzonte si staglia un match da brivido. E seduto di fronte a taccuini e telecamere, per l'appunto, è una sorta di eroe dei due mondi. «Naturalmente non è una partita come le altre per il sottoscritto» riconosce subito Freuler: «In Italia ho costruito la mia carriera, trovando pure un Paese ideale dove trascorrere la vita con la mia famiglia». Tutto molto bello e romantico. «Sabato, tuttavia, non ci sarà tutto questo amore. È un ottavo di finale e per i sentimenti non ci sarà spazio».

In campo, a Berlino, ci sarebbero potuti essere quattro giocatori del Bologna. Tre rossocrociati e un italiano. Calafiori, però, salterà l'incrocio con i compagni a fronte del secondo cartellino giallo rimediato con la Croazia. «Sono dispiaciuto per Riccardo, davvero» osserva Freuler: «Mi sarebbe piaciuto affrontarlo all'Olympiastadion». L'ex mediano della Dea tiene quindi a precisare: «Sabato la sfida sarà Svizzera contro Italia. Non Bologna contro Italia». Ecco, come avere la meglio degli azzurri? «Non vogliamo snaturarci» spiega Freuler: «La tattica verrà affinata da qui al weekend. Ma sistema e filosofia non cambieranno. La fase a gironi suggerisce che siamo sulla strada giusto. Anche se ora serve fare un altro passo avanti».

L'Italia, al proposito, è avanzata agli ottavi di finale soffrendo. Aggrappandosi a un gol caduto al 98'. «Parliamo di una selezione che non muore mai» evidenzia Freuler. «Ad attenderci è una partita bella e speciale. La situerei nella top 3 tra quelle disputate in Nazionale. Soprattutto, però, ci attende una partita difficile». Già, e chi indosserà i panni del favorito? Freuler non ha dubbi. Sorride. «I favoriti sono chiaramente gli azzurri. E ben venga se si credono tali». I precedenti tra le due squadre, in tal senso, offrono una possibile chiave di lettura del match. Per dire: l'ultimo incrocio in un grande torneo aveva ridimensionato e messo in imbarazzo la Svizzera. All'Olimpico, a Euro 2020, non c'era stata storia. «Se abbiamo imparato da quel 3-0? Beh, direi proprio di sì» replica secco Freuler: «Noi, poi, siamo andati al Mondiale in Qatar. Loro sono rimasti a casa». Per il centrocampista elvetico, insomma, il match di Roma è lontano. Più lontano del doppio pareggio che ci consegnò un biglietto aereo per Doha. 

Il vento, nel frattempo, è cambiato più volte. Agli ultimi Mondiali ci siamo schiantati proprio all'altezza degli ottavi di finale. Poi abbiamo vissuto delle tormentate qualificazioni a Euro 2024. «Le difficoltà dello scorso autunno - indica Freuler - ci hanno fatto bene. Abbiamo compreso che il livello delle prestazioni non sarebbe stato sufficiente per essere all'altezza della situazione in Germania. L'intensità e l'atteggiamento negli allenamenti è così mutato. E durante il campo d'allenamento svolto a San Gallo, alla vigilia dell'Europeo, si sono subito percepite una determinazione e una volontà differenti». 

L'ultima curva dei gironi, a Francoforte con la Germania, ha confermato l'unità d'intenti dei rossocrociati. Le loro ambizioni. «Fare bene nella prima parte del torneo è importante. Le partite che fanno la differenza, quelle in grado di cambiare la dimensione di una nazionale, tuttavia, sono altre». Sì, Remo Freuler avverte la portata del duello con l'Italia. A maggior ragione dopo quanto vissuto a Bucarest, nella magica estate del 2021. E pure alla luce dei 32 anni, confine sottile tra un presente entusiasmante e un domani incerto. «Ma non ho paura. E la Svizzera non ha paura dell'Italia».

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