Calcio

Il derby è servito: sarà Svizzera-Italia

Negli ottavi di finale, sabato a Berlino, Xhaka e compagni affronteranno gli azzurri - La selezione di Spalletti beffa la Croazia all'ultimo respiro, pareggiando con Zaccagni e assicurandosi il secondo posto
©EPA/FILIP SINGER
Massimo Solari
24.06.2024 23:01

Eccolo il derby con l’Italia. Affascinante e però anche tremendo. Sì, agli ottavi di finale di Euro 2024 la Svizzera se la vedrà con la selezione di Luciano Spalletti, capace di beffare la Croazia all’ultimo respiro. All’infinito Modric ha infatti risposto Zaccagni al 98’. Pazzesco. Sabato, a Berlino, incroceremo per certi versi l’avversario del destino. Certo, perciò che significa – sul piano delle emozioni – il match con gli azzurri. Ma soprattutto considerati i freschi precedenti. All’ultimo Europeo, infatti, i rossocrociati avevano lasciato l’Olimpico di Roma rossi dalla vergogna. Già. Quel 3-0 senza appello, nel cuore della fase a gironi, aveva tuttavia scosso l’ambiente, spingendo la squadra di Vladimir Petkovic sino ai quarti di finale. Pure il mandato di Murat Yakin si è quindi aperto nel segno dell’Italia. Ricordate? La qualificazione diretta ai Mondiali in Qatar era passata da due pareggi, al St. Jakob e di nuovo a Roma. Era l’autunno del 2021 e l’attuale ct della Nazionale aveva vissuto forse il momento più alto della sua gestione, per intuizioni e raccolto. Ecco: la magia di allora è tornata a invadere lo spogliatoio elvetico. L’uno a uno con la Germania ha fatto bene alla testa e al cuore. Una prestazione al bacio. «Come un apostrofo rosa tra le parole Franco e forte» volendo citare Aldo, Giovanni e Giacomo e lanciando così la super sfida con l’Italia. Pierluigi Tami, da parte sua, preferisce spostare lo sguardo altrove. «Dobbiamo concentrarci su noi stessi. Poi, ovvio, lo staff studierà l’avversario in modo meticoloso. Sono sicuro che faremo una buona prestazione. Sento che siamo pronti ad affrontare una grande squadra. Yakin? Ha fatto un gran lavoro. Continuare con lui resta il piano A».

Chi ha vinto

Le parole del direttore delle squadre nazionali offrono un quadro generale più che positivo. E ci mancherebbe. Osservando le pieghe dell’Europeo rossocrociato, tuttavia, è possibile definire tre categorie di giocatori. Chi ha vinto. Chi ha perso. E chi, si spera, ha ancora un ruolo importante da giocare. Il commissario tecnico, al proposito, ha schierato 17 dei 26 convocati. Tra le selezioni partecipanti solo l’allenatore dell’Inghilterra Gareth Soutgate ha dato fiducia a un numero inferiore di pedine: 16. Tornando ai 17 elvetici, ad ogni modo, i promossi vanno ovviamente per la maggiore. A ben guardare nessuno ha tradito. Dai difensori, guidati da un monumentale Akanji, ai centrocampisti. Vero, Remo Freuler ha convinto appieno solo contro la Germania, così come Granit Xhaka aveva deluso al cospetto della Scozia. La prestazione offerta dai due a Francoforte, tuttavia, costituisce il segnale più importante e indicativo. Poiché personalità e spessore sono emersi nel match che presentava il coefficiente di difficoltà maggiore. Quasi si trattasse già di una sfida da dentro o fuori. E a proposito di interno ed esterno: Michel Aebischer, con la sua intelligenza tattica, ha sintetizzato l’intraprendenza di squadra e tecnico. L’attacco? Beh, Dan Ndoye ha già conquistato i cuori dei tifosi e le attenzioni dei grandi club. Mentre Kwadwo Duah, al quale in fondo non chiedevamo nulla, ha sfruttato al meglio la sua chance, forse l’unica vera che gli sarà concessa nel torneo.

Chi aspettiamo al varco

Il discorso fatto per Duah, dopo tutto, potrebbe valere pure per Xherdan Shaqiri: fondamentale con la Scozia, e però snobbato al debutto e nel match ad alta intensità di Francoforte. Difficile a questo punto immaginarlo fra i titolari a Berlino, sabato prossimo. A decidere se «XS» avrà ancora voce in capitolo a Euro 2024 sarà quindi la prova offerta dal collettivo negli ottavi: si mettesse male la partita, infatti, il numero 23 costituirebbe la prima ancora di salvezza. A sostituirlo con la Germania, domenica sera, è stato Breel Embolo. Il nostro centravanti di riferimento. Ebbene, rinfrancata dal suo gol all’esordio e dalla progressiva scalata delle gerarchie, la Svizzera si affida inevitabilmente a lui per il prosieguo della competizione. Vuole e deve lasciare il segno. Un po’ come Ruben Vargas, già, tra gli intoccabili di Yakin e tuttavia il meno convincente fra le prime scelte del ct. La promettente gara disputata da Fabian Rieder con la Germania, inoltre, potrebbe rimescolare le carte lì sulla tre-quarti. Fresco di passaggio allo Stoccarda, il 22.enne ha battuto un colpo secco. Potrebbero essercene altri. In attesa di capire se uno squillo potranno offrirlo pure Denis Zakaria e Steven Zuber.

Chi, sin qui, non ha invece dovuto sporcarsi particolarmente le mani è Yann Sommer. La rete di Andrich annullata dal VAR è stata come un brivido lungo la schiena. Dei suoi interventi decisivi, però, avremo con ogni probabilità bisogno molto presto. E a proposito di attese: a Leonidas Stergiou tremeranno le gambe? A fronte della squalifica di Silvan Widmer, Yakin gli ha subito affidato la corsia di destra. Una responsabilità enorme, a maggior ragione per un elemento giovane e al suo primo grande torneo. A meno che non si tratti di un bluff.

Chi ha perso

Per Noah Okafor, Euro 2024 si tratta invece del secondo appuntamento di grido dopo i Mondiali del 2022. Anche in Qatar l’allenatore lo aveva sostanzialmente scaricato. Qui però la rottura appare totale. L’attaccante del Milan si è visto superare a sinistra e pure a destra da tutte le altre pedine offensive. Pure dal deludente Zeki Amdouni. E senza un minuto uno di gioco, l’ex Salisburgo si candida a gran perdente della spedizione. Mancano il feeling con la staff tecnico e - a quanto si sussurra - l’atteggiamento corretto. Non crediamo sia lo stesso per Nico Elvedi, a sua volta rimasto sempre in panchina ad assistere alle prove di Fabian Schär. Anche il suo ruolo da comparsa - più che quello dei vari Steffen, Zesiger e compagnia - fa un certo effetto.

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