L'analisi

Indietro di una casella tra limiti e demeriti

Il Lugano perde anche la sfida di ritorno dei playoff di Europa League contro i belgi dell’Union Saint-Gilloise - Agli ospiti basta una rete al settimo minuto per vanificare ogni tentativo di rimonta bianconera - Questo autunno i ticinesi disputeranno la fase a gironi di Conference League
© KEYSTONE / SALVATORE DI NOLFI
Nicola Martinetti
31.08.2023 23:42

Petardi, cori e persino balletti. La festa, sul campo e sugli spalti dello Stade de Genève, è tutta belga. Tutta dell’Union Saint-Gilloise. Immortalata nelle foto di rito con tifosi e squadra, nello spicchio di stadio riservato agli ospiti, c’è anche una bandiera raffigurante Arsenio Lupin, il ladro gentiluomo. Di furti comunque, nell’impianto romando, non ce ne sono stati. Anzi, anche nella sfida di ritorno dei playoff di Europa League, la squadra di Alexander Blessin ha dimostrato di meritare il palcoscenico della seconda competizione continentale. Al contrario di un Lugano, è il campo a suggerirlo, probabilmente non ancora pronto per un simile contesto.

La speranza dura sette minuti

Ai bianconeri, dopo il 2-0 incassato a Bruxelles, serviva una mezza impresa. Una clamorosa rimonta. I buoni propositi della vigilia, tuttavia, si sono squagliati come neve al sole dopo appena sette minuti. Come in Belgio, anzi, addirittura un minuto prima, la retroguardia sottocenerina si è fatta sorprendere da un’incursione ospite, culminata col gol partita di Eckert. Una rete che ha vanificato in un amen la trasferta dei circa cinquecento coraggiosi partiti dal Ticino, speranzosi di assistere a un match storico. Nemmeno la sorprendente prestazione di Steven Deana, la riserva delle riserve tra i pali, è servita a gettare il cuore oltre l’ostacolo. Anzi, alla fine ha solo avuto il merito di mantenere decoroso lo scarto nel punteggio.

Inferiori su due fronti

Di tempo, per analizzare quanto accaduto nei 180 minuti andati in scena sull’asse Bruxelles-Ginevra, ce ne sarà a sufficienza. Il prossimo appuntamento europeo è infatti in programma fra una ventina di giorni. La sensazione tuttavia, a caldo, è che il Lugano abbia pagato dazio su due fronti. Da un lato l’Union Saint-Gilloise, squadra scafata e dal miglior pedigree europeo, ha dimostrato di essere superiore all’attuale rosa bianconera per fisicità, qualità e persino malizia, emergendo prepotentemente nei momenti chiave dei due confronti. Dall’altro, la squadra di Croci-Torti è parsa a più riprese una brutta copia di quella abitualmente impegnata tra i confini nazionali. Inaspettatamente timida, specialmente nella sfida di ritorno, e incapace di trovare le giuste contromisure a partita in corso.

Una prima risposta

A fine estate, con pochi elementi tra le mani, è evidentemente ancora presto per stabilire se questa prima impressione continentale è destinata a rimanere tale, o se invece l’autunno alle porte la confermerà. Ciò che è certo, è che al cospetto del primo vero esame di maturità, il Lugano è uscito piuttosto malconcio. Se non nella forma, quantomeno nell’orgoglio, per una squadra ormai da mesi abituata a fare la voce grossa sul piano nazionale. L’occasione per rifarsi, come suggerivamo, non tarderà comunque ad arrivare. Pazienza se il palcoscenico sarà infine la Conference League.

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