La prima Champions League senza Cristiano Ronaldo
Da allora è cambiato molto. Quasi tutto. E il fatto che se ne torni a parlare a poche ore da un nuovo giro di giostra della Champions League, in fondo, suggerisce la portata del cambiamento. Qualcosa di epocale, sì, sul piano sportivo e, di riflesso, in termini di immagine. Di simbologia, anche. Né domani sera, né mercoledì, scenderà infatti in campo Cristiano Ronaldo. Non succedeva da 20 anni. Dall’edizione 2002-2003, insomma. Quella delle notti magiche al St. Jakob Park di Basilea, con Gimenez, Rossi e Hakan Yakin capaci di accedere alla seconda fase a gironi a discapito del Liverpool. Quella delle tre italiane in semifinale. Un altro mondo, appunto. Per dire: Antony, ultimo colpo da 100 milioni di euro del Manchester United e causa del mal di panchina di CR7, aveva appena due anni e mezzo.
L’altra stella continua a brillare
Il portoghese, allora, di anni ne aveva invece 17. E con il suo Sporting Lisbona s’infrangeva sullo scoglio Inter nei preliminari del torneo. Trentadue minuti all’andata, non convocato al ritorno. Poco male, comunque, perché le diciannove Champions successive lo avrebbero visto brillare. Spesso sopra tutti. Oltre ad aver conquistato il trofeo in cinque occasioni - una con i Red Devils e quattro con la maglia del Real Madrid -, Cristiano Ronaldo detiene più record. Ed è proprio questa la ragione che fino all’ultimo l’ha spinto a implorare le dirigenze sportive di diverse big europee. Napoli e Chelsea in primis. Il primato di reti nella competizione, d’altronde, andava in qualche modo protetto. Certo, benché i 140 gol realizzati nel corso di 19 edizioni del torneo difficilmente verranno eguagliati da qualcuno. Quel qualcuno, tuttavia, c’è e - seppur avviato verso il tramonto della carriera - osservarlo in tv metterà a dura prova l’orgoglio e l’ego del 37.enne di Funchal. Lionel Messi - e chi sennò - è fermo a quota 125 segnature. Ma con il PSG avrà la possibilità di inseguire nuove reti e - una volta per tutte - una coppa che a Parigi sta diventando un’ossessione.
Caccia a Real e Manchester City
Proprio Paris Saint-Germain-Juventus è il match di cartello della prima serata di Champions. Scatta così la caccia al Real Madrid di Carlo Ancelotti, campione in carica e - lo scorso maggio - protagonista di due capolavori: in semifinale contro il Manchester City e nell’ultimo atto al cospetto del Liverpool. Le inglesi, già. Sulla carta non sembrano avere rivali. Come l’ultima stagione, d’altronde. Il saldo del mercato estivo appena passato agli archivi, in ogni caso, costituisce un pugno allo stomaco della concorrenza. I dati appena aggiornati dall’Osservatorio del calcio di Neuchâtel non mentono. I club della Premier League hanno investito 3 miliardi di euro per rafforzarsi, 1,3 in più rispetto allo scorso anno. Ebbene, parliamo del 48,5% delle indennità versate dall’insieme dei cinque migliori campionati del continente. E in tal senso non sorprende che nella top 10 delle società più spendaccione - guidata dal Chelsea con 333 milioni di uscite - figurino solo tre realtà non inglesi: Barcellona (267 milioni), PSG (191) e Juventus (188). Curiosità: in questa speciale graduatoria non rientra il City di Pep Guardiola, forse il candidato numero uno alla vittoria della Champions League. Okay, peccato che l’acquisto di Erling Haaland - 10 gol in 6 partite in Premier e primo record già bruciato - e l’innesto del nazionale svizzero Manuel Akanji abbiano puntellato ulteriormente una squadra fenomenale.
Sei rossocrociati al via
A proposito di rossocrociati: oltre all’ex Borussia Dortmund, saranno cinque i giocatori che potranno calcare il prestigioso palcoscenico della massima competizione europea per club. Si tratta di Denis Zakaria (Chelsea), Noah Okafor (Salisburgo), Djibril Sow (Eintracht Francoforte), Gregor Kobel (B. Dortmund) e Josip Drmic (Dinamo Zagabria). Soprattutto quest’ultimo, finito ai margini della selezione elvetica, tenterà di mettersi in mostra per convincere il ct Murat Yakin e strappare una convocazione in extremis ai Mondiali di fine anno. Il torneo in agenda dal 20 novembre al 18 dicembre prossimi - una variabile non da poco - condenserà la fase a gironi della Champions in meno di due mesi. Un periodaccio, dicevamo in entrata, per il grande escluso Cristiano Ronaldo. Qatar 2022, per lui che detiene il record di gol tra Europei e Mondiali, avrà un sapore speciale.